Arte antica a Sanremo: cinque luoghi da vedere in città, in due giorni


Sanremo non è solo Festival: ecco un itinerario per andare alla scoperta di inaspettati e interessantissimi brani d'arte antica in città, in un percorso in cinque tappe da compiere in due giorni.

Quando si pensa alla città di Sanremo, è quasi naturale l’associazione di idee con i due motivi per cui è famosa, ovvero il Festival della Canzone Italiana e il Casinò. Ma Sanremo non è solo Festival di Sanremo, né solo Casinò, e non è neppure solo legata alla bella vita di fine Ottocento, quando la città rivierasca era già meta di turismo internazionale, soprattutto dal nord Europa (tanto che a Sanremo esiste anche un “Corso degli Inglesi”, che dunque anche nell’odonomastica ricorda quanto fosse forte la presenza internazionale in zona). Sanremo infatti ha origini antiche: il primo insediamento, l’abitato di Villa Matutia, ha origini romane (i sanremaschi, o sanremesi, sono peraltro noti anche come “matuziani”). Lo stesso nome della città deriva dalla denominazione dialettale del vescovo di Genova che tra il IV e V secolo evangelizzò la popolazione locale, e che curiosamente si chiamava san Romolo (San Römu in ligure): all’epoca esisteva già un borgo, anche se le prime attestazioni certe rimontano alla fine del X secolo (un documento del 979 parla di un castrum Sancti Romuli).

Di conseguenza, data l’antichità della città, oggi nettamente divisa in due parti (il borgo antico, la Pigna, arroccato su una collina, e la città moderna, ottocentesca, che si estende lungo la marina), sono anche diverse le testimonianze antiche che gli appassionati d’arte possono trovare in città. Come è tipico del nostro format di viaggi “cinque luoghi in due giorni”, anche per Sanremo vi proponiamo qui un elenco di cinque siti da visitare in un fine settimana o in un breve soggiorno in città.

Veduta di Sanremo
Veduta di Sanremo

1. La Pigna

È la parte più antica della città, aggrappata alla collina che la sovrasta, da alcuni detta anche “Sanremo vecchia”: il pittoresco quartiere si apre a destra di via Palazzo ed è un labirinto di caruggi che conducono fino alla sommità dell’altura, da cui si domina la città moderna e la riviera fino ai comuni vicini. Il nome Pigna fa riferimento alla conformazione dell’abitato: stretti vicoli che scorrono tra alte case spesso con tratti al buio dentro vere gallerie, disposti su anelli concentrici attorno al ripido colle (un “pan di zucchero” lo aveva definito Charles de Brosses nel Settecento proprio per la sua forma), fanno assomigliare il borgo a una pigna. Il borgo aveva assunto questa struttura, come accade in tutta la Liguria, per ragioni difensive, dato che nel Medioevo la costa ligure era soggetta a scorrerie di pirati saraceni. Tra i siti da visitare, l’oratorio di San Sebastiano, che fu edificato nel 1502 come voto per la liberazione della città da una pestilenza, la seicentesca chiesa di San Giuseppe (il più grande edificio di culto della Pigna, con un interessante interno barocco, alcuni curiosi rosoni a stucco affrescati sulle volte, un grande crocifisso cinquecentesco, e un sarcofago riadattato ad altare come spesso accade nelle chiese antiche), e il Palazzo dei Manara che secondo la tradizione avrebbe ospitato papa Paolo III durante un suo viaggio a Nizza.

La Pigna
La Pigna. Ph. Credit


La facciata della chiesa di San Giuseppe
La Pigna. Ph. Credit

2. Il Santuario della Madonna della Costa

Si trova su un poggio che sovrasta il quartiere della Pigna (ci si può arrivare a piedi attraverso il quartiere medievale, oppure attraverso la strada che scorre di fianco): risalente a un periodo compreso tra il Trecento e il Quattrocento, oggi il Santuario della Madonna della Costa si presenta nel suo aspetto seicentesco (fu infatti ricostruito nel 1630 grazie all’operato di un marinaio che, salvatosi dai corsari saraceni, raccolse le somme per erigere un nuovo santuario, attribuendo il miracolo proprio alla tavola della “Madonna della Costa” qui conservata). La tradizione vuole che la chiesa sia stata edificata dopo il 1361, anno in cui il castello di Sanremo fu ceduto dai Doria alla Repubblica di Genova, fatto che diede vita alla “festa delle catene”, un evento che si tenne ogni anno fino al 1824 per celebrare la liberazione della città dal giogo dei Doria. Il santuario viene però citato per la prima volta solo nel 1474. La “Madonna della Costa” è una tavola tardogotica attribuita a Nicolò da Voltri, posta sopra all’altare maggiore, e diverse altre sono le importanti opere che adornano il santuario: quattro statue lignee di Anton Maria Maragliano, una Visione di san Giacinto di Domenico Fiasella, una Decollazione del Battista di Giulio Cesare Procaccini, una Visitazione di Bartolomeo Guidobono.

Il Santuario della Madonna della Costa. Ph. Credit Georges Jansoon
Il Santuario della Madonna della Costa. Ph. Credit Georges Jansoon


Il Santuario della Madonna della Costa. Ph. Credit Davide Papalini
Il Santuario della Madonna della Costa. Ph. Credit Davide Papalini

3. La Cattedrale di San Siro

La Cattedrale di Sanremo ha origini molto antiche: l’attuale struttura risale infatti al XII secolo, quando fu edificata la prima cattedrale romanico-gotica. L’edificio fu però pesantemente rimaneggiato tra il Sei e il Settecento: nel 1745 la cattedrale fu infatti bombardata, con conseguente crollo di facciata e parte del tetto, e nel 1753, dopo la rivolta di Sanremo contro la Repubblica di Genova, venne distrutto il campanile, poi successivamente ricostruito in stile barocco. Anche la chiesa era stata ristrutturata e fino al 1901 la si poteva ancora ammirare nel suo aspetto seicentesco: quell’anno furono però avviati imponenti lavori che smantellarono le modifiche barocche per riportare la chiesa a un aspetto simile a quello che doveva avere in origine. I lavori si conclusero nel 1948. All’interno si possono però ancora vedere le parti antiche che non andarono distrutte o modificate nel corso dei secoli. Quanto al campanile, si decise invece di mantenere quello settecentesco. L’interno ospita anche due importanti opere di Maragliano: un crocifisso e una Madonna del Rosario.

La Cattedrale di Sanremo
La Cattedrale di Sanremo

4. La Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi

Si tratta della quadreria più importante della città, e trova sede a Villa Luca, elegante edificio situato nella frazione di Coldirodi, sulle alture che circondano Sanremo (ci si arriva con un viaggio di circa dieci minuti dal centro della città). La Pinacoteca fu istituita nel 1865 e nasce dalla collezione di padre Paolo Stefano Rambaldi (Coldirodi, 1803 - Firenze, 1865), che nel 1865 fu acquistata dal Comune di Colla (antico nome di Coldirodi, oggi non più comune autonomo ma, come detto, frazione di Sanremo). Importante soprattutto il nucleo seicentesco: vi si trovano di Jacopo Vignali (La Sacra Famiglia nelle faccende domestiche), una versione delle celeberrime Tentazioni di sant’Antonio di Salvator Rosa, un paesaggio rupestre anch’esso di Salvator Rosa, una Santa Famiglia di Onorio Marinari, e poi ancora opere di Giacinto Gemignani, Livio Mehus, Mario Balassi. Ricche anche le sezioni dedicate alle nature morte e ai paesaggi. Tra le altre opere, una Madonna col Bambino tradizionalmente attribuita a Lorenzo di Credi, una Sacra Famiglia attribuita a fra’ Bartolomeo, una splendida Madonna con Bambino, santa Caterina e san Giovannino di scuola tizianesca, un’Estasi di san Francesco di Jacopo Ligozzi. La Pinacoteca Rambaldi (qui il sito ufficiale) ospita anche la cospicua biblioteca di padre Rambaldi.

La Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi
La Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi


La Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi
La Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi

5. Il Museo Civico di Sanremo

Ospitato in passato in Palazzo Borea d’Olmo, il Museo Civico (qui il sito), dal 30 dicembre 2016 accoglie invece il pubblico in Palazzo Nota, splendido edificio settecentesco del centro di Sanremo. È il luogo per scoprire la storia della Sanremo più antica: qui infatti si trova la ricca sezione archeologica dove sono custodite le più antiche testimonianze del territorio, a partire dalla preistoria. Il secondo piano del museo ospita anche una ricca Pinacoteca, con opere che si concentrano soprattutto tra Sette e Ottocento (ci sono anche due opere di Giacomo Grosso). Un’intera sala è dedicata al disegnatore Antonio Rubino, vissuto tra il 1880 e il 1964: è stato uno dei primi fumettisti italiani e la sala a lui votata ne ripercorre la carriera con dipinti, teatrini, disegni, bozzetti, scenografie.

Il Museo Civico di Sanremo
Il Museo Civico di Sanremo


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