Il Parco archeologico di Herakleia (Policoro, provincia di Matera) continua a svelare capitoli inediti della storia della Magna Grecia. Lungo il pendio meridionale della Collina del Barone, una serie di indizi emersi nel corso di indagini scientifiche ha portato all’individuazione di una vasta struttura semicircolare che, secondo le più recenti interpretazioni, corrisponderebbe al teatro della città antica. Una scoperta che apre nuove prospettive sulla conoscenza urbanistica e culturale di uno dei centri più importanti della Lucania greca.
I primi segnali della presenza di una grande architettura erano emersi nel corso di analisi di superficie e rilievi aerofotogrammetrici, che avevano mostrato anomalie nel terreno. Questi indizi sono stati confermati da una campagna di indagini geofisiche condotte dal team dell’Università della Basilicata, che ha messo in luce un complesso sistema di linee magnetiche concentriche e di grandi dimensioni. La forma e il contesto topografico hanno subito indirizzato gli studiosi verso l’ipotesi di un edificio pubblico destinato agli spettacoli, un teatro, collocato in posizione scenografica sul declivio che domina la città antica.
L’area interessata si trova nel cuore di Herakleia, su un pendio naturale della collina che ospitava la parte alta della città. La posizione non è casuale: proprio di fronte sorgeva il Santuario di Dioniso, divinità dell’ebbrezza, del vino e delle arti sceniche, al quale nell’antica Grecia erano consacrate le rappresentazioni teatrali. Il legame simbolico tra culto dionisiaco e spazio teatrale rafforza ulteriormente l’interpretazione proposta dagli archeologi, che vedono in questa scoperta un tassello fondamentale per la comprensione della vita religiosa e sociale della colonia.
Il progetto di ricerca è stato reso possibile grazie alle risorse destinate alla ricerca archeologica dai Musei Nazionali di Matera – Direzione Regionale Musei Basilicata, con il sostegno della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura. Tali fondi hanno consentito di avviare un programma di indagini strutturato, che culminerà con una campagna di scavo archeologico prevista per l’inizio di novembre. Gli interventi saranno eseguiti direttamente dal Ministero della Cultura, sotto la direzione scientifica del dottor Carmelo Colelli, e mirano a confermare sul campo quanto già emerso dalle prospezioni geofisiche.
“Gli scavi, eseguiti direttamente dal Ministero della Cultura e diretti sul campo dal dott. Carmelo Colelli, prenderanno avvio all’inizio del mese di Novembre”, dichiara il Direttore regionale Musei Nazionali, Filippo Demma, “e i risultati saranno di grande importanza non solo per l’identificazione del Teatro la cui presenza sembra trasparire dalle prospezioni, ma anche e soprattutto per conoscere l’organizzazione urbana della colonia fondata nel 433 a.C. e sede della Lega Italiota. Un progetto di ricerca che arricchisce di contenuti e conoscenze uno dei più importanti luoghi della cultura dell’intera Regione, che grazie all’attenzione del Ministero e della Direzione Generale Musei, si appresta a vivere un’importante nuova stagione”.
“La nuova campagna di indagini a Policoro, finanziata dalla Direzione generale Musei”, dice il Direttore generale Massimo Osanna, “rappresenta un ulteriore passo nella strategia del Ministero della Cultura per rafforzare la missione di ricerca e conoscenza dei nostri musei e parchi archeologici. Investire nella ricerca significa infatti investire nella conservazione, nella valorizzazione e nella capacità dei luoghi della cultura di rinnovare costantemente il proprio racconto. Il progetto di Herakleia si inserisce in questo orizzonte: un sito che si rigenera grazie a nuovi scavi, a interventi che integrano archeologia e paesaggio e a un modello di gestione fondato sul dialogo tra istituzioni, università e comunità del territorio”.
Il progetto si colloca all’interno della strategia ministeriale di lungo periodo che mira a consolidare il sistema museale nazionale come rete integrata di conoscenza e innovazione. La Direzione generale Musei, attraverso finanziamenti mirati e la collaborazione con università e centri di ricerca, sta promuovendo un modello in cui la ricerca scientifica diventa parte strutturale della gestione dei siti culturali. In questa visione, la ricerca non è solo uno strumento di indagine, ma un motore di sostenibilità, formazione e partecipazione.
Herakleia, in questo senso, rappresenta un laboratorio ideale. La combinazione di archeologia, tecnologia e valorizzazione territoriale consente di leggere il paesaggio come un archivio in evoluzione, dove ogni scoperta arricchisce la comprensione collettiva della storia antica e del suo rapporto con il presente. Gli scavi in programma per novembre promettono di restituire nuovi dati sul tessuto urbano, sui rapporti tra edifici pubblici e spazi sacri, e sulla vita politica e culturale della città greca e romana.
Il teatro, simbolo per eccellenza della vita comunitaria, sembra tornare a emergere dal sottosuolo di Policoro come segno della continuità tra passato e presente. La sua individuazione non solo amplia la conoscenza scientifica di Herakleia, ma rinnova la possibilità di raccontare la Magna Grecia attraverso luoghi che tornano a parlare, grazie alla ricerca e alla cura.
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