In asta da Sotheby's la Collezione Giordano, una delle più importanti raccolte esistenti di arti decorative


Va in asta oggi e domani da Sotheby’s la Collezione Giordano, una delle più importanti raccolte di arti decorative esistenti. È stata radunata dall’imprenditore Gianni Giordano che ha dedicato gran parte della propria vita al collezionismo.

Andrà dispersa tra oggi e domani, 26 e 27 novembre 2024, in un’asta da Sotheby’s a Parigi, una parte significativa della sontuosa collezione di Gianni Giordano, una delle più importanti raccolte esistenti d’arti decorative. Un insieme raccolto in circa trent’anni di collezionismo che lo stesso imprenditore, oggi sessantacinquenne, ha deciso di reimmettere sul mercato, poiché, a sua detta, la collezione era diventata troppo perfetta, e dunque difficile da arricchire con nuovi pezzi. Da questa esigenza, dunque, la sfida verso qualcosa di nuovo.

Una collezione, quella dell’imprenditore piemontese del vitivinicolo (è erede dell’azienda avviata dal padre Ferdinando, che si specializzò nella vendita di vini per corrispondenza), che non si limita alla pittura o alla scultura, ma che abbraccia un ampio spettro di arti decorative, includendo mobili, argenteria, porcellane e micromosaici, offrendo un panorama completo di oggetti che raccontano storie di corti e aristocrazie europee, di artigiani e di tradizioni artistiche che si sono evolute nel corso dei secoli. L’interesse di Giordano per la raccolta di queste opere, che si trovavano tutte in una villa sulle Langhe, non è solo un atto di accumulazione, ma un’espressione di un amore profondo per l’arte e la cultura, un desiderio di preservare e tramandare un patrimonio che altrimenti rischierebbe di essere dimenticato. Giordano aveva cominciato a collezionare fin dall’età di dodici anni: la sua passione, da bambino, era per i francobolli. Poi, da adulto, cominciò a studiare e acquistare arte piemontese, con particolare attenzione a mobili e oggetti. Tuttavia, l’orizzonte regionale era per lui troppo stretto e ben presto ampliò i suoi interessi a tutta l’Italia, aumentando la sua attenzione per la qualità e per la provenienza delle opere.

In asta da Sotheby’s vanno 160 lotti, per una valutazione complessiva che si aggira attorno ai 15-20 milioni di euro. Le stime degli oggetti sono state spesso prudenziali, per stimolare la gara tra i potenziali acquirenti. La raccolta abbraccia anche un ampio ventaglio di oggetti che spaziano dalle arti decorative alle opere in porcellana, dai mobili d’epoca agli argenti. La sua collezione non è solo un assemblaggio di pezzi pregiati, ma, per come l’ha definita negli anni Giordano, è un vero percorso di ricerca e di studio che fa di Giordano un collezionista illuminato e consapevole.

Collezione Giordano
Collezione Giordano
Collezione Giordano
Collezione Giordano

I pezzi più interessanti della raccolta di Gianni Giordano

Una panoramica degli oggetti che saranno venduti all’asta The Giordano Collection: Une Vision Muséale offre un’immagine fedele delle scelte del collezionista. Si può cominciare con il pezzo che ha la stima più alta: è un pannello in commesso di pietre dure che raffigura il porto di Livorno, opera delle botteghe granducali fiorentine (in altri termini, dell’Opificio delle Pietre Dure), disegnata da Giuseppe Zocchi e realizzata verso il 1765-1770 circa: per quest’opera, la stima è di 800mila-1,5 milioni di euro. Si tratta di un fulgido esempio di come la ricerca storica abbia accompagnato l’acquisizione di alcuni pezzi: aspetto, questo, fondamentale per la collezione Giordano. La Veduta del porto di Livorno è un pezzo che Giordano ha acquistato anche sulla base degli studi dietro all’opera, che era destinata alla corte di Vienna ma a un certo punto della storia torno a Firenze e venne poi donata al principe Metternich. Questo commesso, basato su un disegno di Giuseppe Zocchi, rappresenta un’altra tappa nel percorso di ricerca di Giordano, che ha saputo riscoprire e valorizzare opere d’arte che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute o dimenticate.

Altro esempio emblematico di questo impegno di ricerca è il mosaico micromosaico romano del XVIII secolo, che Giordano ha acquistato e che rappresenta una delle tecniche più sofisticate dell’arte decorativa del Settecento. Questo mosaico, realizzato da Cesare Aguatti nel 1774, è un’opera di grande valore, così come la girandola romana (180-300mila euro) attribuita a Giacomo Raffaelli, uno degli orafi più importanti dell’epoca. Sebbene questa girandola non porti la firma di Raffaelli, il lavoro è stato attribuito all’artista romano da Alvar González-Palacios, uno dei massimi esperti mondiali di arti decorative (suo il saggio introduttivo al catalogo della vendita), il quale ha stabilito collegamenti con altre opere simili realizzate dal maestro e con i dettagli presenti nell’inventario delle opere prodotte dal suo laboratorio.

Tra i pezzi forti anche alcuni importanti dipinti: una Veduta del Tevere al porto della Legna di Caspar van Wittel (800mila-1,2 milioni di euro), un raro interno di Giovanni Paolo Panini (Il marchese Molinari ordinato arcivescovo da papa Benedetto XIV, 600-800mila euro), una Veduta del Tevere con Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro e una Veduta dell’Arno a Firenze verso il ponte di Santa Trinita di Antonio Joli (500-700mila euro), un Ritratto di Michelino Pagani, schiavo turco adottato dal marchese Cesare Pagani di Sebastiano Ricci (250-350mila euro).

La collezione di Giordano si distingue anche per la presenza di pezzi di alta oreficeria, come gli oggetti di Luigi Valadier, uno degli orafi più celebri del XVIII secolo. Giordano ha infatti acquisito due splendidi candelabri in marmo e bronzo dorato (50-80mila euro), che provengono da Palazzo Braschi e che sono considerati tra i capolavori della produzione artistica romana. Ma non sono solo gli oggetti di grande valore a costituire la collezione di Giordano: anche i mobili, come la coppia di cassettiere in legno di tulipier del Settecento (300-500mila euro) sono pezzi di grande importanza storica, che testimoniano il gusto raffinato dell’epoca neoclassica e l’eleganza delle corti europee.

Giuseppe Zocchi (disegno), Opificio delle Pietre Dure (realizzazione), Pannello in pietre dure raffigurante il porto di Livorno (1765-1770 circa; pietre dure, 48,5 x 79,5 cm)
Giuseppe Zocchi (disegno), Opificio delle Pietre Dure (realizzazione), Pannello raffigurante il porto di Livorno (1765-1770 circa; pietre dure, 48,5 x 79,5 cm)
Cesare Aguatti, Micromosaico con veduta di Roma (1774; micromosaico, 47 x 66 cm)
Cesare Aguatti, Micromosaico con veduta di Roma (1774; micromosaico, 47 x 66 cm)
Giovanni Paolo Panini, Il marchese Molinari ordinato arcivescovo dal papa Benedetto XIV (olio su tela, 120,8 x 170,8 cm)
Giovanni Paolo Panini, Il marchese Molinari ordinato arcivescovo dal papa Benedetto XIV (olio su tela, 120,8 x 170,8 cm)
Sebastiano Ricci, Ritratto di Michelino Pagani, schiavo turco adottato dal marchese Cesare Pagani (olio su tela, 235 x 142 cm)
Sebastiano Ricci, Ritratto di Michelino Pagani, schiavo turco adottato dal marchese Cesare Pagani (olio su tela, 235 x 142 cm)
Francesco Sibilio e Giacomo Raffaelli (attr.), Candelabro italiano a sette luci in bronzo dorato e metallo argentato con girandola in pietra dura (1790-1800 circa; malachite, mosaico, pietre dure, bronzo dorato, argento, 79 x 36 x 44 cm)
Francesco Sibilio e Giacomo Raffaelli (attr.), Candelabro italiano a sette luci in bronzo dorato e metallo argentato con girandola in pietra dura (1790-1800 circa; malachite, mosaico, pietre dure, bronzo dorato, argento, 79 x 36 x 44 cm)
Luigi Valadier, Coppia di candelabri italiani a tre luci (1783; marmo bianco con montatura in bronzo dorato, 38 x 23 cm)
Luigi Valadier, Coppia di candelabri italiani a tre luci (1783; marmo bianco con montatura in bronzo dorato, 38 x 23 cm)
Coppia di cassettiere italiane (metà del XVIII secolo; legno di tulipier e parquet di kingwood con montatura in bronzo dorato, 96 x 130 cm)
Coppia di cassettiere italiane (metà del XVIII secolo; legno di tulipier e parquet di kingwood con montatura in bronzo dorato, 96 x 130 cm)

Una collezione come punto di riferimento per le arti decorative

La collezione di Giordano non è solo un insieme di oggetti, ma un’autentica narrazione storica che attraversa i secoli e le culture, un viaggio nel tempo che unisce passato e presente. Ogni pezzo racconta una storia di mecenatismo, di passione per l’arte, di riscoperta e conservazione del patrimonio. L’asta da Sotheby’s offre l’opportunità unica di acquisire queste opere, che non sono solo testimoni di un’epoca, ma anche simboli di un collezionismo che ha saputo guardare oltre le convenzioni, cercando sempre di scoprire e valorizzare il bello in ogni sua forma.

La collezione Giordano, con la sua straordinaria varietà di opere, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per chi desidera comprendere l’evoluzione del collezionismo e delle arti decorative in Italia e in Europa. Giordano, con la sua sensibilità e il suo impegno, ha saputo preservare e celebrare la bellezza di questi oggetti, che oggi sono pronti per essere ammirati e apprezzati da nuove generazioni di collezionisti e appassionati d’arte.

“Ho vividi ricordi del mio primo incontro con Gianni Giordano a Londra nel 1999, alla vendita di punta della collezione di mobili di Giuseppe Rossi”, dice Mario Tavella, presidente di Sotheby’s France. “Più di ogni altra cosa, è stato il Piemonte a plasmare profondamente i gusti di Gianni Giordano. Il suo fascino per le sontuose residenze della regione, in particolare il Palazzo Reale di Torino e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, lo ha portato a immaginare la sua casa come un vero e proprio museo privato, dove regnano sovrani il bronzo del XVIII secolo, il legno dorato e le cineserie. Negli ultimi decenni, con umiltà, energia, passione, erudizione e talento, Gianni Giordano ha inseguito veri e propri tesori da collezionisti privati, antiquari internazionali e case d’asta, riuscendo a mettere insieme quella che è senza dubbio la più bella collezione di arti decorative italiane mai apparsa sul mercato, nonché la più importante Kunstkammer del mondo, che continuerà a crescere sempre di più... Una tale accumulazione di capolavori, provenienti da collezioni private e dal mercato internazionale, è mozzafiato! Come i tartufi tipici della sua regione, questi tesori sono stati finora nascosti nei pressi di Alba in Piemonte, nella vasta residenza di Gianni Giordano nel cuore dei vigneti del Barolo, dove la famiglia Giordano produce vini classici piemontesi dal 1900. La viticoltura è parte integrante della famiglia Giordano da quattro generazioni. Dopo la vendita da parte di Sotheby’s della collezione Rossi nel 1999 e della collezione Bruni-Tedeschi nel 2007, la collezione Giordano completerà la trilogia di vendite di collezioni emblematiche di questa magnifica regione d’Italia. La comparsa di un numero così elevato di pezzi museali all’asta rappresenta un’opportunità rara che speriamo susciterà la massima avidità tra i collezionisti internazionali più esigenti con un occhio attento per i capolavori e l’ingegno italiano”.

“Nel 2020”, scrive Alvaro González-Palacios nel suo saggio, “è stato pubblicato un volume dedicato alla Galleria di Palazzo Cini a Venezia, per il quale ho scritto un saggio che iniziava così: ‘Accumulare, collezionare, accantonare, nascondere per sé, sono istinti primordiali dell’uomo ma ogni individuo ha inclinazioni diverse, spesso antitetiche. Collezionare opere d’arte è un’evoluzione intellettuale di questa innata propensione. C’è chi acquista o si appropria di oggetti di valore per amore, chi per interesse, chi per generosità; chi per denaro, chi per possessività, chi per esibizionismo, chi per far dimenticare i propri peccati. Si va, in due parole, dall’istinto spontaneo che può diventare sublime a motivazioni indicibili. Ci sono collezionisti preziosi e segreti e chi solare ed ecumenico: sono sempre diversi come sono sempre diversi gli uomini. Vittorio Cini pensava in grande: era fatto per il mondo e non per la cella dello studioso, colto ma non pedante, pomposo senza eccessi, interessato agli altri senza rinunciare al proprio ego’. Pensando a come iniziare una descrizione della collezione di Gianni Giordano, mi è venuto in mente che la persona più vicina a lui potrebbe essere Cini stesso. Tra i proprietari d’arte del secolo scorso, Cini, come Giordano oggi, è stato non solo uno dei primi, ma anche uno dei pochi collezionisti a interessarsi di dipinti e sculture, così come di altri tipi di oggetti d’arte”.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte