Colpo della National Gallery, acquisiti due importanti dipinti del Veronese e dello Spagna


Gran colpo della National Gallery di Londra che acquisisce due importanti dipinti: un ritratto del Veronese e un Cristo portacroce dello Spagna, due opere rare e preziose giunte nel museo inglese grazie a un istituto che consente di pagare tasse in beni anziché in denaro. 

Due nuovi dipinti arricchiscono le collezioni della National Gallery di Londra, uno del Veronese (Paolo Caliari; Verona, 1528 - Venezia, 1588), e uno di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna (attivo nel 1504 - Spoleto, 1528): si tratta rispettivamente di un Ritratto di gentiluomo della famiglia Soranzo e di un Cristo portacroce, arrivati al museo grazie all’istituto della Acceptance in lieu, ovvero la possibilità da parte di un cittadino di saldare un debito fiscale in beni anziché in denaro. Le due opere sono già nel percorso museale: il ritratto del Veronese nella sala 12 e il Cristo portacroce dello Spagna nella sala 61.

Il Ritratto di gentiluomo della famiglia Soranzo è un’opera importante per il museo britannico perché è stato l’unico ritratto a figura intera di Paolo Veronese rimasto in mani private nel Regno Unito e uno dei pochissimi esistenti al mondo. Pertanto, questa acquisizione è ritenuta dalla National Gallery un’opportunità unica per arricchire la propria collezione. Sebbene Veronese fosse uno dei maggiori pittori veneziani del Rinascimento, produsse pochissimi ritratti indipendenti. Fino a questa più recente acquisizione, il nucleo di opere del Veronese alla National Gallery comprendeva 10 dipinti, nessuno di essi è un ritratto e nessuno risale agli ultimi anni della sua vita. Questo grande ritratto a figura intera raffigura un gentiluomo seduto su una sedia davanti a una colonna. Dietro di lui si osserva un drappo verde. Il soggetto guarda intensamente alla sua destra, indossando un lussuoso abito di raso nero bordato di ermellino. Fonti storiche identificano il personaggio come un membro della famiglia Soranzo, un importante clan nobiliare veneziano per il quale Veronese lavorò durante gran parte della sua carriera.

L’opera è stata eseguita pochi anni prima della morte dell’artista. La tavolozza sobria, il marcato gioco di luci e ombre e il trattamento sciolto della pittura suggeriscono una data intorno al 1585. A differenza della maggior parte dei ritratti degli ultimi anni di Veronese, che sono in gran parte eseguiti dai suoi collaboratori di bottega, il Gentiluomo della famiglia Soranzo è ritenuto quasi interamente prodotto dalla mano del maestro. Il ritratto è un forte complemento ad altri grandi ritratti del XVI secolo nella collezione della National Gallery e si collega alla più ampia storia della ritrattistica a figura intera in Europa. Nella Sala 12 si affiancano i ritratti di Tiziano, Bronzino e Hans Holbein il Giovane, e di conseguenza quest’opera del Veronese rappresenta un importante arricchimento. Il Ritratto di un gentiluomo della famiglia Soranzo è stato accettato al posto di una tassa di in base a un accordo ibrido e assegnato alla National Gallery. Il dipinto è stato accettato a fronte di un debito fiscale di 3.431.682 sterline, e la National Gallery, a cui è stato assegnato in modo permanente in base alle condizioni dell’offerta, ha messo la differenza, grazie a una donazione di 5.721.318 sterline garantita dagli American Friends of the National Gallery. L’Acceptance in Lieu è stata negoziata da Christie’s.

Paolo Veronese, Ritratto di gentiluomo della famiglia Soranzo (1585 circa; olio su tela, 181,5 x 111 cm; Londra, National Gallery)
Paolo Veronese, Ritratto di gentiluomo della famiglia Soranzo (1585 circa; olio su tela, 181,5 x 111 cm; Londra, National Gallery)

Il Cristo portacroce dello Spagna rafforzerà invece il ricco patrimonio di dipinti dell’Italia centrale realizzati intorno al 1500 della National Gallery e riunirà permanentemente due dipinti realizzati per lo stesso complesso. L’opera era stata realizzata assieme al Cristo al Getsemani, che fa parte della collezione della National Gallery dal 1900. Sembra probabile che questi pannelli fossero gli scomparti laterali di un piccolo altare portatile. Lo scomparto centrale è andato perduto, ma probabilmente rappresentava una scena della crocifissione. Sia il Cristo portacroce che il Cristo al Getsemani sono descritti nelle fonti del XIX secolo come provenienti da Palazzo Medici-Riccardi a Firenze.

Nel Cristo portacroce, lo Spagna ha rimosso i consueti elementi narrativi della scena. Cristo appare da solo in cammino verso la morte, senza la processione che tradizionalmente lo accompagna. Chino sotto il peso della grande croce di legno, Cristo volge lo sguardo verso lo spettatore mentre avanza lungo la via del Calvario. Dietro di lui un’area rialzata di terreno si apre su di un vasto paesaggio umbro. Lo Spagna fu uno dei collaboratori più talentuosi di Pietro Perugino, in un’epoca in cui il Perugino era l’artista più ammirato e di successo dell’Italia centrale. Il Cristo portacroce e è un raro esempio dell’opera su piccola scala dello Spagna negli anni a cavallo del Cinquecento, che costituiscono la prima parte della sua carriera di maestro indipendente. Era ancora fortemente in debito con il Perugino, ma il suo approccio vivace alla figura e alla narrativa rivela molto direttamente l’influenza di Raffaello, al fianco del quale dovette lavorare. Ovviamente il Cristo portacroce sarà esposto a fianco del Cristo al Getsemani. L’opera è stato accettata al posto della tassa di successione dovuta da the Estate of The Rt Hon the Countess of Sutherland per un ammontare di 52.500 sterline. L’Acceptance in Lieu è stata negoziata da Sotheby’s.

Giovanni di Pietro detto lo Spagna, Cristo portacroce (1500-1505 circa; olio su tavola, 33,8 x 24,4 cm; Londra, National Gallery)
Giovanni di Pietro detto lo Spagna, Cristo portacroce (1500-1505 circa; olio su tavola, 33,8 x 24,4 cm; Londra, National Gallery)

“L’Acceptance in Lieu”, afferma Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery, “ha portato due importanti dipinti italiani del XVI secolo nella collezione della National Gallery Siamo grati al governo di Sua Maestà per averli resi disponibili al pubblico in perpetuo”.

Edward Harley, Presidente dell’Acceptance in Lieu Panel, ha dichiarato: “Sono lieto che lo schema Acceptance in Lieu abbia consentito l’acquisizione di questi due bei dipinti italiani. È giusto che il Cristo che portacroce dello Spagna sia assegnato alla National Gallery che custodisce il suo pendant, il Cristo al Getsemani. Il Ritratto di un gentiluomo della famiglia Soranzo è l’unico ritratto di Veronese nel Regno Unito e uno dei pochi ritratti a figura intera dell’artista esistenti”.

Il ministro delle arti, Lord Parkinson, ha dichiarato: “Questo schema esiste in modo che importanti opere d’arte e oggetti del patrimonio possano essere posseduti da tutti noi e mostrati per il godimento di tutti. È meraviglioso che queste due opere eccezionali siano ora in mostra alla National Gallery, dove possono essere viste e apprezzate da visitatori provenienti da tutto il paese - e da tutto il mondo - mentre la Galleria si avvicina al suo bicentenario”.


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