VIVE espone a Palazzo Venezia lo Scudo di Garibaldi di Antonio Ximenes


Dal 18 dicembre, il VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia presenta lo Scudo di Garibaldi, opera di Antonio Ximenes, restaurata e riportata alla visibilità dopo anni nei depositi. L’iniziativa conclude il ciclo “Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita”.

Lo Scudo di Garibaldi, realizzato da Antonio Ximenes, torna oggi a Palazzo Venezia a Roma dopo un accurato intervento di restauro, offrendo al pubblico un’opera che unisce qualità esecutiva e valore simbolico. L’esposizione, a cura della Direttrice del VIVE Edith Gabrielli, segna la conclusione del ciclo Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita, progetto che valorizza e reintegra nel percorso museale opere finora conservate nei depositi.

La presentazione dell’opera è accompagnata da una conferenza di Valerio Terraroli, intitolata Lo Scudo di Garibaldi. Antonio Ximenes e la celebrazione del mito garibaldino, che si svolge presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia. La conferenza è introdotta dalla Direttrice del VIVE insieme al Colonnello Paolo Befera, Comandante del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, sottolineando il ruolo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico nazionale. Il ciclo Reintegrazioni è stato ideato per riportare alla fruizione pubblica una selezione di opere conservate nei depositi, grazie alla sistematica catalogazione delle collezioni del VIVE. Il progetto, diretto da Edith Gabrielli con la collaborazione di Alessandro Tomei, Barbara Agosti e ValerioTerraroli, ha portato alla realizzazione di un catalogo online disponibile sul sito dell’Istituto, permettendo un accesso critico alle opere conservate.

“Il cosiddetto Scudo di Garibaldi di Antonio Ximenes”, dichiara Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, “rappresenta un vero capolavoro di arte celebrativa di fine Ottocento, recuperato al patrimonio dello Stato grazie al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. L’opera, realizzata per commemorare Giuseppe Garibaldi e la spedizione dei Mille, torna alla visione del pubblico in seguito a un accurato e sapiente restauro. L’obiettivo di ‘Reintegrazioni’ è proprio quello di coinvolgere i visitatori in un’esperienza di conoscenza ed approfondimento storico-artistico delle collezioni del VIVE”.

Antonio Ximenes, Scudo di Garibaldi (bronzo cesellato, parzialmente dorato e argentato)
Antonio Ximenes, Scudo di Garibaldi (bronzo cesellato, parzialmente dorato e argentato)

Lo Scudo di Garibaldi, che sarà esposto nella Sala Altoviti fino al 12 aprile 2026, è un manufatto in bronzo cesellato, parzialmente dorato e argentato, commissionato dal popolo siciliano per celebrare Giuseppe Garibaldi e la spedizione dei Mille. La scultura si ispira al clipeo classico, il tradizionale scudo rotondo e bombato utilizzato nell’antichità da Greci e Romani, e presenta al centro un ritratto a tutto tondo di Garibaldi in oro, con i nomi delle città siciliane conquistate ai lati e le iscrizioni dei garibaldini sul bordo esterno. L’opera rappresenta un esempio raro di ripresa, in età tardo ottocentesca, del modello dello scudo da parata con ritratto del condottiero. Tra i fatti che ne hanno segnato la storia recente, il furto subito nei primi anni 2000 e il successivo recupero nel 2019 grazie all’intervento del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito al Museo Centrale del Risorgimento un’opera di grande interesse storico e artistico, ora nuovamente accessibile al pubblico. Il restauro, affidato al Consorzio Artificia, ha permesso di riportare la leggibilità dei dettagli e la qualità materica dell’oggetto.

Il ciclo Reintegrazioni rappresenta un tassello importante della programmazione culturale del VIVE, permettendo la riscoperta di opere spesso poco conosciute o invisibili, trasformandole in testimonianze della storia artistica e culturale nazionale. La catalogazione sistematica ha coperto varie epoche: Alessandro Tomei ha seguito le opere del Medioevo, Barbara Agosti quelle dell’età Moderna, e Valerio Terraroli quelle dell’Ottocento e Novecento. L’iniziativa permette quindi di restituire al pubblico un contesto in cui l’analisi critica e la documentazione digitale si affiancano alla fruizione fisica. Lo Scudo di Garibaldi costituisce un punto di riferimento all’interno di questo ciclo. La scheda di catalogo è stata redatta dalla professoressa Stefania Cretella e consente di approfondire la storia dell’opera, dal suo concepimento da parte di Antonio Ximenes fino alla donazione al condottiero il 11 maggio 1878. La collocazione in Sala Altoviti consente ai visitatori di osservare da vicino la lavorazione del bronzo, le dorature e le argentature, e di comprendere l’importanza dell’opera come simbolo del Risorgimento italiano e del mito garibaldino.


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