Si può pagare uno storico dell’arte con una retribuzione di 2000 euro lordi all’anno per fare attività di ricerca? È quello che si domanda la base dopo la pubblicazione, lo scorso 18 gennaio, del bando della Fondazione Marino Marini di Pistoia. Si tratta di una indagine esplorativa per la selezione di un professionista finalizzata all’affidamento di un incarico professionale di consulenza scientifica: richiesti tutti i titoli del caso, dalla laurea magistrale in storia dell’arte all’esperienza nello studio della storia dell’arte del Novecento, dalla competenza nello studio della storia del collezionismo a quella sui temi di storia della scultura del Novecento.
La durata prevista dall’incarico è di un anno, prorogabile di un altro anno, con rapporto di prestazione d’opera a partita IVA. La retribuzione? Duemila euro lordi. Il professionista dovrà occuparsi di diverse attività: compiere ricerche per fornire la documentazione necessaria per l’attività scientifica della Fondazione, con particolare riferimento all’autentica delle opere tenendo conto dei materiali archivistici, fotografici e bibliografici presenti all’interno della Fondazione stessa, e poi compiere studi nella prospettiva di fornire materiali per la costruzione di un nuovo catalogo ragionato dell’opera dell’artista. Il tutto da svolgersi “prioritariamente negli spazi della Fondazione”, come si legge nel bando.
Queste attività, nell’arco di un anno, valgono davvero solo duemila euro lordi? È quello che si domanda la base. “Si tratta di una collaborazione autonoma”, dice Valentina Colagrossi, membro dell’associazione Mi Riconosci che ha sollevato il caso, “dal cui compenso, già irrisorio, andranno scalati tasse e oneri contributivi, per cui un anno di lavoro dello specialista che renderà possibile le autentiche costerà paradossalmente meno delle autentiche stesse! È inaccettabile che una realtà importante come Fondazione Marino Marini possa pensare di pagare così poco i professionisti di cui si avvale e a cui richiede titoli, esperienza e competenze.
Viene dunque chiesta a gran voce la revoca immediata del bando, che Mi Riconosci definisce “offensivo nei confronti di qualunque professionista, che sia della storia dell’arte o di altri settori, sottolineando quanto questa vicenda faccia riflettere sul sistema sempre più diffuso delle fondazioni di partecipazione, che frequentemente vengono presentate come soluzione a tutti i problemi del settore culturale quando invece, a fronte di maggiori mezzi e meno vincoli, regolarmente alimentano lavoro povero e precario”.
Immagine: interno del Museo Marino Marini di Pistoia.
2.000 euro all'anno per uno storico dell'arte: fa discutere il bando della Fondazione Marino Marini |