Un lungo spettacolo animato da ballerini, cantanti, musicisti, giochi di luce e fuochi d’artificio ha segnato l’inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM). Alla cerimonia di apertura, presieduta dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, hanno preso parte una quarantina di sovrani, capi di Stato e di governo, tra cui il ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli, che ha dichiarato: “È una gioia e un onore rappresentare il governo italiano all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum. Uno scrigno che esalta la magnificenza della civiltà egizia e il suo fascino senza tempo. Siamo lieti che questo straordinario patrimonio culturale, orgoglio dell’Egitto, abbia una nuova, monumentale casa. Investire nella cultura è essenziale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo. Italia ed Egitto vantano rapporti millenari e una cooperazione culturale esemplare, che apporta benefici a entrambe le Nazioni e rappresenta un modello di riferimento per il dialogo euro-mediterraneo”. Tra gli invitati anche Matteo Renzi.
Con i suoi 500 mila metri quadrati di superficie, il GEM si è aggiudicato il titolo di museo più grande del mondo, superando il Louvre (è grande il doppio), nonostante sia interamente dedicato a una sola civiltà, quella dell’Antico Egitto. Al suo interno sono conservati oltre 100 mila reperti, tra cui spicca l’intero tesoro di Tutankhamon, finalmente riunito dopo essere stato a lungo diviso tra Il Cairo e Luxor.
L’inaugurazione, ambientata nello spazio che separa il museo dalle piramidi di Giza, distanti appena due chilometri, ha offerto un colpo d’occhio spettacolare grazie a pedane, giochi di luce ed effetti scenografici. Alla serata hanno partecipato 79 delegazioni ufficiali, di cui 39 guidate da monarchi, principi e capi di Stato o di governo, in quella che è stata definita una delle cerimonie più imponenti mai organizzate nel Paese.
Nel suo discorso inaugurale, il presidente al-Sisi ha definito il nuovo museo “un capitolo inedito nella storia dell’Egitto”, sottolineandone il valore simbolico e culturale. Per la sua imponenza e la posizione privilegiata accanto alle tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, il GEM è già stato ribattezzato la “Quarta Piramide”. L’apertura al pubblico è prevista per il 4 novembre.
L’edificio, con la sua facciata triangolare in vetro lunga 600 metri, riprende le linee geometriche delle piramidi circostanti e consente di ammirare da ogni punto una vista spettacolare sul complesso di Giza. Nell’atrio d’ingresso troneggia il colosso di Ramses II, alto 11 metri e risalente a 3.200 anni fa. Una scalinata monumentale di sei piani conduce alle gallerie principali, offrendo un percorso che unisce storia, arte e architettura. Un ponte pedonale collega direttamente il museo alle piramidi, mentre un sistema di veicoli elettrici ecologici consente gli spostamenti all’interno del sito.
Cuore del complesso è la Galleria di Tutankhamon, allestita per la prima volta in modo completo e permanente, che permette di ammirare insieme tutti gli oggetti appartenuti al celebre “faraone bambino”. Accanto a essa, il museo espone oltre 57 mila reperti provenienti da varie regioni del Paese, molti dei quali trasferiti dal Museo Egizio di Piazza Tahrir o rinvenuti di recente in necropoli come Saqqara. Tra i pezzi più straordinari spicca la barca solare di Khufu (Cheope), lunga 43 metri e datata a circa 4.600 anni fa.
Dopo più di vent’anni di lavori, il Grand Egyptian Museum apre finalmente le sue porte, unendo archeologia, tecnologia e scenografia museale d’avanguardia. Le autorità egiziane stimano che nel solo primo anno di apertura il museo potrà accogliere fino a cinque milioni di visitatori, mentre l’intero Paese prevede di raggiungere i 18 milioni di turisti entro la fine dell’anno. Anche l’Italia ha fornito un importante contribuito alla realizzazione del Grand Egyptian Museum. Il GEM si è inoltre avvalso della collaborazione scientifica del Museo Egizio di Torino. La partecipazione italiana si è focalizzata su aspetti legati alla gestione, all’accessibilità del museo, alla consulenza sulla gestione e l’interpretazione dei reperti.
Di seguito, le immagini della cerimonia di apertura.
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