Francesca Velani: “per far ripartire la cultura dobbiamo lavorare insieme”


Si conclude l’edizione 2020 di LuBeC - Lucca Beni Culturali. Francesca Velani, direttrice della manifestazione, fa un bilancio della due giorni.

Si è conclusa pochi minuti fa la XVI edizione di LuBeC - Lucca Beni Culturali, il convegno organizzato da Fondazione Promo PA e dedicato allo sviluppo, alla tecnologia e alla conoscenza del settore dei beni culturali, che quest’anno si è tenuto l’8 e il 9 di ottobre nella storica sede del Real Collegio. Quest’anno è mancata la tradizionale fiera con gli espositori, ma ci sono stati diversi incontri, workshop e seminari molto intensi: si è parlato dunque di come far ripartire il settore dopo la pandemia, delle attività delle città candidate a capitali europee della cultura, di connessioni tra cultura e turismo, dell’impatto sociale, economico e culturale delle fondazioni pubbliche, di nuove tecnologie (a cominciare dagli ultimi ritrovati in fatto di gaming), delle più recenti pratiche di comunicazione della cultura. E ancora, il dibattito sui rapporti tra cultura e salute, il confronto sullo spettacolo dal vivo, gli obiettivi dell’Agenda 2030, i rapporti tra pubblico e privato nella cultura, il welfare culturale. E non è mancato il momento della formazione, con la settima edizione dell’open lab Createch, quest’anno dedicato proprio alla gamification, con 56 partecipanti che hanno ideato progetti di gamingsulle città e i territori partecipanti (Alghero, Bolzano, Cerveteri, L’Aquila, Macerata ed Emilia).

Una due giorni molto positiva, malgrado le difficoltà dovute alla situazione sanitaria. “Il bilancio di questa edizione”, ci ha detto Francesca Velani, direttrice di LuBeC, “è ottimo perché abbiamo avuto la forza di portare avanti LuBeC nonostante tutto, abbiamo avuto un confronto importante su molti temi di attualità, temi importanti per il futuro, con persone che si sono rese conto che il mondo è cambiato. Ieri gli interventi sul mondo dello spettacolo sono stati interessanti e molto partecipati, quello di stamani sulle fondazioni culturali ha dimostrato, attraverso i dati, che c’è molto da lavorare, che è importante lavorare sui territori, che è fondamentale cambiare il paradigma, e che i luoghi della cultura devono diventare la nostra antenna del cambiamento, e quindi le istituzioni culturali più grandi devono farlo ancora più degli altri. Ma questo vale per tutti i sistemi: la cultura è quell’elemento, oggi, che ci dice che il territorio può diventare più forte e resistere. La ’resilienza’ di cui si parla spesso per le grandi catastrofi serve, in realtà, nel quotidiano della nostra vita. Secondo me questa edizione di LuBeC sta dimostrando che c’è una grande forza in questo sistema culturale ed è la forza che genererà l’innovazione”.

Il claim di questa edizione era “Ripartire con la cultura, ripartire per la cultura”. Ma cosa serve per ripartire? Secondo Velani, “serve mettersi insieme, è inutile lavorare da soli: per ripartire servono idee comuni, obiettivi comuni e anche messa a sistema di risorse, questo è fondamentale. Lavorare insieme, anche perché in un mondo come quello di oggi vuol dire avere competenze diverse che riescono anche a risolvere un problema che richiede competenze diverse: per problemi complessi servono grandi squadre”.

Ampio spazio, come da alcune edizioni a questa parte, alle città candidate al titolo di capitale italiana della cultura. “Il punto comune emerso”, ha dichiarato Francesca Velani, “è che tutti stanno lavorando sul rafforzamento della comunità attraverso la cultura, quindi è passato in maniera forte questo messaggio. Ognuno in modo diverso: l’Italia ha dimostrato di essere un paese di eccellenze estremamente sfaccettato. Bisogna mantenere la propria specificità, promuovendo però sistemi di governance, di rete, modelli che siano unitari”. E infine, una nota sui rapporti tra cultura e turismo. “È stata presentata una ricerca che abbiamo fatto come Fondazione Promo PA sulla città di Lucca”, sottolinea Velani, “che ci dice che il turismo non può essere il modello di sviluppo della cultura. Investire in cultura vuol dire avere un approccio culturale, e non legarla al turismo. Poi tutto il resto arriva: il turismo naturalmente vede nella cultura un punto di riferimento importante ma non è quello l’unico modello di riferimento e soprattutto non può essere il primo. Anche perché il turista ama la cultura perché ama una città culturale, altrimenti se lavoriamo in maniera diversa sviliamo la cultura e il suo significato”.

Francesca Velani: “per far ripartire la cultura dobbiamo lavorare insieme”
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