Altra tegola sul Louvre: chiusa la Galleria Campana per problemi strutturali


Il museo francese annuncia la sospensione dell’accesso a parte dell’ala sud a seguito di un nuovo rapporto tecnico che segnala un peggioramento strutturale dei solai. La Galleria Campana, dedicata alla ceramica greca antica, resta chiusa al pubblico insieme agli uffici del secondo piano, interessati da indagini e monitoraggi straordinari.

Altra tegola si abbatte sul Louvre: il museo ha annunciato la chiusura preventiva di alcuni spazi dell’ala sud del quadrilatero Sully e della Galleria Campana (segnalata anche sul sito ufficiale del museo), situata al primo piano della stessa ala a seguito di un nuovo rapporto tecnico che segnala un inatteso peggioramento strutturale. Le misure, annunciate il 17 novembre 2025, riguardano in particolare il secondo piano, da anni sottoposto a monitoraggio specifico a causa della complessità architettonica e degli interventi effettuati negli anni Trenta, che rendono i solai più vulnerabili rispetto ad altre aree del complesso museale. Venerdì 14 novembre l’Établissement Public du Musée du Louvre (EPML) ha infatti ricevuto un nuovo rapporto da parte di uno studio tecnico specializzato incaricato delle analisi sull’edificio. Il documento rileva la fragilità crescente di alcune travi che sostengono i solai del secondo piano, un’evoluzione ritenuta recente e difficile da prevedere nelle precedenti campagne di indagine.

Ma cosa sappiamo della galleria Campana recentemente chiusa? I suoi spazi ospitano una vasta collezione di vasi, coppe e oggetti che offrono una panoramica completa della ceramica greca antica. Il percorso, organizzato come una sorta di enciclopedia, copre un arco cronologico che va dal IX al I secolo a.C. e include tutte le principali tipologie, tecniche e centri di produzione. L’introduzione alla galleria presenta tre aspetti fondamentali del vaso greco, forme, tecniche e iconografia, attraverso un allestimento che integra dispositivi tattili e materiali multimediali dedicati ai miti della Grecia antica. La galleria Campana prende il nome dal marchese Giampietro Campana (1807-1880), collezionista che nel XIX secolo riunì una delle raccolte private più vaste d’Europa, composta da migliaia di reperti archeologici e da numerose opere italiane. Per costruire la sua collezione acquistò infatti opere in grandi quantità e organizzò scavi archeologici, accumulando un patrimonio che superava le possibilità della sua disponibilità economica e del suo ruolo come direttore del Monte di Pietà di Roma. Nel 1857 venne arrestato per irregolarità finanziarie, e la sua raccolta fu sequestrata e messa in vendita. Tra i principali acquirenti figurarono lo zar Alessandro II e l’imperatore Napoleone III, che con fondi personali acquistò la gran parte della collezione, destinandola ai musei francesi, tra cui il Louvre e il Petit Palais di Avignone.

Louvre. Foto: Michel Fousert
Louvre. Foto: Michel Fousert
Musée du Louvre, Galleria della Campana - Ala Sully. Foto: ©Musée du Louvre
Musée du Louvre, Galleria della Campana - Ala Sully. Foto: ©Musée du Louvre

Attualmente, le sale della galleria ospitano esposizioni fin dal 1819, quando il museo ampliò le proprie raccolte grazie a scoperte archeologiche e nuove acquisizioni. In quell’epoca infatti gli architetti Charles Percier e Pierre Fontaine lavorarono su numerosi progetti del museo. Nel 1861, dopo l’acquisto della collezione Campana, Napoleone IIIincaricò l’architetto Hector Lefuel di ripensare l’allestimento. Furono mantenuti i soffitti dipinti tra il 1828 e il 1833, dedicati al mecenatismo dei sovrani francesi. Tra le figure rappresentate compaiono Carlo Magno, Luigi XII, Francesco I, Luigi XIV e, in un affresco dedicato alla spedizione in Egitto, anche Bonaparte in veste di promotore di ricerche artistiche e scientifiche. Nel corso del tempo alcune sale furono trasformate in spazi di studio e chiuse al pubblico nel 2003 per funzionare da riserva temporanea nel piano di prevenzione contro la piena della Senna, mentre i recenti aggiornamenti dell’illuminazione e l’introduzione di una mappa tra le sale 655 e 654 migliorano la lettura dei contesti di produzione e scoperta dei reperti.

Ad oggi, la chiusura della galleria si colloca in un clima reso più complesso da una serie di episodi che hanno coinvolto il museo. Dopo il furto dei gioielli della corona francese, la Corte dei conti francese ha pubblicato due rapporti che criticano il Louvre per l’entità delle spese destinate all’acquisizione di opere che raramente raggiungono gli spazi espositivi: solo un quarto delle acquisizioni degli ultimi otto anni risulta effettivamente visibile al pubblico. I rapporti sollecitano inoltre un rafforzamento della sicurezza, per il quale è previsto un piano da 82 milioni di euro dedicato alla protezione del sito e all’aggiornamento delle infrastrutture di sorveglianza. A ciò si è aggiunto il caso dei due giovani belgi che hanno introdotto un proprio ritratto nel museo e lo hanno appeso dietro la Gioconda, eludendo i controlli. Di fronte a quanto emerso, e seguendo le raccomandazioni dell’architetto in capo ai monumenti storici responsabile del palazzo del Louvre, la direzione del museo ha deciso di rendere inaccessibili anche gli uffici dell’intero piano. Circa 65 dipendenti dovranno lasciare le loro postazioni nell’arco dei tre giorni successivi alla comunicazione, così da permettere l’avvio immediato delle verifiche supplementari. Parallelamente, l’EPML ha avviato una nuova serie di indagini con l’obiettivo di chiarire le cause delle recenti trasformazioni strutturali e definire gli interventi necessari.

Il quadrilatero Sully del Musée du Louvre. Foto: ©Musée du Louvre
Il quadrilatero Sully del Musée du Louvre. Foto: ©Musée du Louvre

Le fragilità riscontrate nelle ultime settimane rientrano dunque nel quadro del progetto Louvre – Nouvelle Renaissance, presentato dal Presidente della Repubblica il 28 gennaio 2025. Il programma mira a rimettere in sicurezza e modernizzare il quadrilatero Sully, considerato un insieme architettonico e storico di primaria importanza all’interno del museo. L’iniziativa prevede una revisione delle infrastrutture, l’aggiornamento degli impianti e una riorganizzazione degli spazi, con l’obiettivo di garantire una gestione più efficiente e una migliore accoglienza del pubblico. Gli interventi di questi giorni rappresentano quindi uno dei primi passaggi concreti di un percorso di riqualificazione destinato a proseguire nei prossimi anni.


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