I portici di Bologna in lizza per entrare nel Patrimonio Mondiale UNESCO. Presentato il dossier preliminare


Bologna, presentato il dossier preliminare per la candidatura dei portici di Bologna al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

È ufficialmente cominciato il percorso che potrebbe portare i portici di Bologna a entrare nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Lo scorso 12 settembre, il Comune di Bologna ha consegnato al Ministero per i Beni Culturali il dossier preliminare per la candidatura, che entro il 30 settembre verrà inoltrato anche all’organizzazione internazionale. Entro fine anno, l’UNESCO valuterà il dossier, quindi, se tutto andrà bene, tra gennaio e febbraio il Comune consegnerà il dossier definitivo, dopodiché occorrerà soltanto aspettare la decisione dell’UNESCO, prevista per il 2021.

Sono occorsi tre anni di lavoro per arrivare all’elaborazione del documento, composto da 400 pagine divise in 9 capitoli: nel 2018, il sindaco Virginio Merola aveva costituito un apposito gruppo di lavoro, che si è avvalso della collaborazione dell’Istituzione Musei e Biblioteche del Comune, oltre che dell’Università degli Studi di Bologna, e del sostegno economico della Fondazione Carisbo, che ha garantito ai lavori un finanziamento di centomila euro. Il dossier contiene la prima planimetria completa dei portici di Bologna: ne è risultato un totale di 62 chilometri di portici che corrono lungo le strade del cuore della città e nelle immediate vicinanze (42 chilometri si trovano nel centro storico mentre 20 chilometri di portici sono situati fuori dai viali che occupano il tracciato di quelle che furono un tempo le antiche mura cittadine). La mappatura è stata resa possibile anche grazie al contributo dei tanti cittadini che, attraverso le loro segnalazioni e le loro fotografie, hanno collaborato per censire anche tratti di portici meno conosciuti ma comunque rispondenti alle caratteristiche individuate per i portici “candidabili” (sono stati presi in considerazione solo quelli destinati alla pubblica fruizione, e non quelli costruiti solo per l’accesso agli edifici).

Il lavoro non è ancora finito: nelle prossime settimane il Comune, supportato da una cabina di regia coordinata dal Comune stesso (e di cui fanno parte la Regione Emilia-Romagna, la Città metropolitana di Bologna, il MiBAC, l’Università, l’Arcidiocesi di Bologna, la Fondazione Carisbo, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la Camera di Commercio, la Banca d’Italia, l’Azienda Casa Emilia-Romagna, il Comando provinciale dei Carabinieri e l’ente Bologna Welcome), elaborerà un piano di gestione per la conservazione dei portici, in ottemperanza a quanto richiesto dall’UNESCO. Il piano è anche uno strumento di coordinamento che serve per tutelare in modo efficace il valore universale del bene, e coprirà non soltanto i portici, ma anche la cosiddetta buffer zone, ovvero la zona di rispetto che circonda il bene protetto dall’UNESCO. Inoltre, dal 23 al 27 settembre tutti i cittadini potranno inviare i loro suggerimenti per il piano di gestione o presentandosi dalle 10 alle 18 nella sede della Fondazione per l’Innovazione Urbana, previo invio di una mail all’indirizzo candidaturaporticiunesco@comune.bologna.it per prendere un appuntamento.

I portici di Bologna sono un bene architettonico unico al mondo, che affonda le sue origini nel Medioevo: luogo di socialità e al tempo stesso di commercio (sotto i portici venivano in passato esposte le merci vendute dalle botteghe, funzione che in diverse zone della città i portici ricoprono tuttora), i portici furono “istituzionalizzati” nel 1288 con uno Statuto del Comune di Bologna, che stabiliva che tutte le case costruite ex novo dovevano essere realizzate con un portico di muratura antistante, e quelle costruite in precedenza che ne fossero sprovviste dovevano dotarsene. I portici di Bologna si trovano davanti a case, palazzi, chiese (si conservano anche alcuni antichissimi portici in legno) e hanno larghezze e altezze diverse: il più largo è il quadriportico della basilica di Santa Maria dei Servi in strada Maggiore (risale al XIV secolo), il più stretto è un portico situato in via Senzanome ed è largo appena 95 centimetri, mentre il più alto è il duecentesco portico del Palazzo Arcivescovile, alto quasi dieci metri. Famosissimo è infine il portico che da via Saragozza porta al Santuario della Madonna di San Luca: con i suoi 3,796 km di lunghezza, è il porticato più lungo del mondo.

Nella foto: il portico dei Servi. Ph. Credit Federico Lugli

I portici di Bologna in lizza per entrare nel Patrimonio Mondiale UNESCO. Presentato il dossier preliminare
I portici di Bologna in lizza per entrare nel Patrimonio Mondiale UNESCO. Presentato il dossier preliminare


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