UK, artisti preoccupati per la Brexit scrivono a Johnson: “negoziare viaggi senza visto!”


Gli artisti e i creativi del Regno Unito sono preoccupati per i danni che la Brexit ha causato alla loro possibilità di viaggiare in Europa. E scrivono dunque a Boris Johnson per chiedergli di negoziare viaggi nell’UE senza visto.

La Brexit potrebbe impattare notevolmente sul mondo della creatività del Regno Unito: in particolare, a essere colpita è la possibilità di movimento dalla Gran Bretagna verso il continente, visto che adesso per entrare nell’Unione Europea occorre un visto per gli inglesi. Per gli artisti e i creativi del paese si tratta di un ostacolo burocratico non da poco, che potrebbe portare tanti a dover smettere di lavorare col continente. Così, artisti e professionisti della cultura e della creatività hanno lanciato una petizione e scritto una lettera al primo ministro del Regno, Boris Johnson, per chiedere al governo di rinegoziare i termini della Brexit facendo in modo che ci sia l’esenzione dal visto per i viaggi in Europa di artisti e creativi.

La petizione, lanciata questo mese da un professionista, Tim Brennan, si era posta l’obiettivo di raggiungere le 100.000 firme, ma al momento ne ha raccolte più di 280.000. “Vorremmo che il governo del Regno Unito”, si legge nel testo, “negoziasse un permesso per il libero lavoro culturale che ci dia la possibilità di viaggiare senza visto attraverso i 27 paesi dell’Unione Europea: questo per i professionisti della musica, per i gruppi musicali, per i musicisti, gli artisti, le celebrità della televisione e dello sport che girano per l’Europa per organizzare spettacoli ed eventi”.

Il Regno Unito, si legge ancora nella petizione, “ha una grande industria della musica e degli eventi, che ha sofferto immensamente a causa del Covid. Dopo la fine del periodo di transizione, affronteremo ulteriori difficoltà quando cercheremo di viaggiare per lavoro nell’Unione Europea, con tutti i paesi che potenzialmente potrebbero chiederci un visto, che potrebbe essere valido per un solo viaggio”. Il governo ha risposto alla petizione il 14 gennaio, facendo sapere che durante le negoziazioni erano state proposte misure simili, ma l’Unione Europea aveva rifiutato. Il tema è poi stato dibattuto in Parlamento l’8 febbraio, e molti parlamentari hanno sottolineato l’esigenza di trovare delle misure che possano aiutare i professionisti della creatività a viaggiare senza difficoltà in Europa.

“Sono tempi squallidi per i creativi britannici”, si legge invece nel testo della lettera che diversi nomi importanti dell’arte, della musica, del cinema e della creatività del Regno hanno indirizzato a Johnson il 15 febbraio. “Siamo attori, cantanti, ballerini, designer, registi, direttori di teatro, comici, artisti dell’audiovisivo, performer e creativi, rappresentati da Equity, il nostro sindacato: nutriamo una grande passione per i nostri mestieri e vogliamo continuare a lavorare. Ma l’attuale accordo per la Brexit è un ostacolo difficile da superare. Prima, potevamo viaggiare in Europa senza visto. Adesso dobbiamo pagare centinaia di sterline, compilare moduli su moduli, e aspettare settimane prima dell’approvazione: solo dopo questo processo possiamo lavorare. Alcuni di noi hanno già perso il loro lavoro in Europa oppure hanno perso opportunità di lavoro, a causa dei costi e della burocrazia che adesso occorre affrontare se si vuole lavorare con i talenti britannici”.

“Signor primo ministro”, scrivono gli artisti rivolgendosi a Johnson, “le chiediamo di negoziare nuovi termini con l’Unione Europea, consentendo ai creativi di viaggiare nell’Unione Europea senza visto per lavoro, e per le nostre controparti europee di fare lo stesso nel Regno Unito. Non agire ora significa causare ulteriori e irreparabili danni alla forza lavoro creativa del Regno Unito, alle nostre industrie, e alla nostra capacità di rimanere sul palcoscenico internazionale della cultura”. Il lavoro del governo comunque andrà avanti, ha fatto sapere Caroline Dineage, anticipando però che il Regno Unito difficilmente cercherà l’accordo con l’Unione Europea, provando semmai a concordare viaggi “visa-free” coi singoli paesi membri. Questa sembra essere al momento la via che il governo tenterà di percorrere.

UK, artisti preoccupati per la Brexit scrivono a Johnson: “negoziare viaggi senza visto!”
UK, artisti preoccupati per la Brexit scrivono a Johnson: “negoziare viaggi senza visto!”


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