Restaurata la storica maglia gialla di Gino Bartali del Tour de France 1948


Opera Laboratori ha restaurato la storica maglia gialla indossata da Gino Bartali durante il vittorioso Tour de France del 1948, e conservata nella chiesa di Santa Petronilla a Siena. Sarà esposta a Gaiole in Chianti prima di tornare nella sua sede.

Opera Laboratori ha restaurato la storica maglia gialla del Tour de France 1948 indossata da Gino Bartali (Ponte a Ema, 1914 – Firenze, 2000) e poi da questi donata alla chiesa di Santa Petronilla a Siena, poco fuori Porta Camollia, dove si trovano tre maglie del grande ciclista toscano, regalate alla parrocchia come segno dell’amicizia che lo legava al sacerdote don Bruno Franci. Lunedì 9 agosto 1948 Gino Bartali esaudiva infatti la promessa di regalare al suo caro amico don Bruno Franci la maglia gialla indossata nella 21a e conclusiva tappa, la Roubaix-Parigi, della sua seconda trionfale cavalcata sulle strade di Francia e con la quale ha fatto il suo ingresso al Parco dei Principi. Il ciclista e il sacerdote erano amici di lunga data: si conobbero per la festa dell’Assunta del 1935 a Vallombrosa e da quel giorno intessero una fitta trama di rapporti. Bartali era infatti un saldissimo credente che nella fede cristiana trova non solo gli insegnamenti e il conforto ma la stessa energia necessaria per il suo agire quotidiano, in gara, nella famiglia, e nei gesti extrasportivi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.

L’energico don Franci (un bell’uomo, altissimo con i suoi quasi due metri di statura, e sportivissimo per i tempi) era la figura più adatta per capire l’essenza interiore del campione e forse l’unico capace di individuare le fragilità di Bartali. Nel luglio 1937 il sacerdote senese accorse a Marsiglia al capezzale del campione costretto al ritiro per la rovinosa caduta avvenuta nel corso della tappa Grénoble-Briançon della grande boucle, e nel settembre dell’anno successivo Bartali gli donò una maillot jaune delle undici indossate nel suo primo trionfo, quello del 1938. Bartali andava spesso a Siena a trovare l’amico e a pregare nella sua chiesa e gli appassionati non si lasciavano sfuggire l’opportunità di scambiare due parole con il grande campione. Vi si recò anche alla fine di giugno 1948 prima di partire per Parigi.

La maglia donata da Bartali il 9 agosto 1948 è stata adesso restaurata e verrà esposta a Gaiole in Chianti, in occasione della 25° edizione dell’Eroica. La maglia gialla è il simbolo di una corsa che ha lasciato tracce profonde nella storia e nella letteratura italiana: Gino Bartali vinse infatti il Tour de France del 1948 quando ormai, a 34 anni e a dieci dal suo primo trionfo, sembrava ormai senza chanche. Durante il giorno di riposo a Cannes, a otto tappe dalla conclusione, in giallo c’era Luison Bobet, e il campione fiorentino lo seguiva a 21 minuti di distacco, prima dell’arrivo delle tappe alpine. L’Italia, quel giorno, era scossa dall’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano. La tappa vedeva arrivo a Briançon, c’erano di mezzo il Col d’Allos, il Vars e l’Izoard, la giornata era terribile, con tanta pioggia, e strade impossibili, ma l’azione di Bartali devastò tutti e il corridore fiorentino si avvicinò al primato. Il giorno dopo, nella tappa che portava da Briançon ad Aix-les-Bains, sarebbe stata ancora vittoria, con conquista del primato in classifica. Poi la marcia di Gino diventò trionfale, sette tappe ed una maglia gialla finale, conquistata con oltre 26 minuti sul secondo, il belga Brik Schotte.

Il restauro della maglia gialla del Tour 1948 fa parte di un più ampio progetto di restauro e di valorizzazione di tutte e tre le storiche maglie (tra le pochissime sopravvissute al passare del tempo) voluto da don Dino Arciero, parroco della chiesa di Santa Petronilla, e da un gruppo di appassionati di sport e di storia senese. Un restauro resosi necessario sia per salvaguardarne l’integrità (per decenni, infatti, le tre maglie sono state esposte nella chiesa nella cappella di Santa Teresa in una semplice teca, priva di protezione dagli agenti patogeni) sia per valorizzarle adeguatamente. Un progetto che però sarebbe probabilmente rimasto allo stato di desiderio senza il fattivo sostegno di Opera Laboratori.

Il recupero delle tre maglie di Gino Bartali (due delle quali ancora in corso), rappresenta per Opera Laboratori un’occasione particolarissima nell’ambito del restauro tessile. Si tratta infatti, oltre che di ricercare ed applicare le soluzioni tecniche più adeguate ai particolari materiali oggetto dell’intervento, anche di curare e proporre soluzioni idonee al successivo progetto espositivo che rappresenterà il punto di arrivo dell’intero articolato programma di valorizzazione. Si tratta di oggetti che necessitano di una lettura particolare che in parte esula dall’approccio “classico” che normalmente si riserva ad un manufatto tessile artistico in occasione del suo recupero. Il progetto di restauro si propone infatti di ‘ricollegare’, oltre ai fili di lana che ne costituiscono la materia deteriorata, anche i fili della memoria che legano la figura del leggendario ciclista alla Storia. Le maglie sono infatti caratterizzate da un forte valore simbolico, connubio di due aspetti della personalità di Bartali: esse racchiudono sia la rappresentazione del valore mitico del personaggio (esibizione della tenacia, della forza, del valore sportivo dell’impresa) che l’umile testimonianza di fede, in quanto sono diventate offerta votiva dedicata da Bartali a Santa Teresa del Bambin Gesù, alla quale egli era particolarmente devoto. La presenza contemporanea di questi due differenti aspetti dev’essere in tutti i modi salvaguardata: dopo il recupero strutturale e visivo delle maglie, sarà necessario valutare con molta attenzione le soluzioni espositive più adeguate, poiché sono queste che determineranno la lettura più corretta degli oggetti.

L’occasione di presentare nell’ambito della manifestazione L’Eroica la maglia gialla indossata da Bartali quando fece il suo vittorioso ingresso a Parigi nel 1948, costituisce la prima tappa di questo percorso. Il biglietto che accompagna la maglia, restaurato da Cecilia Rigacci dello Studio Rigacci di Siena, riporta la dedica che esprime in toccanti parole tutto il vigore e la dedizione con cui egli riuscì nella storica impresa. Nel corso delle prime fasi di questo restauro è stato eseguito un intervento di pulitura per immersione in un bagno detergente delicato per non alterare quelle tracce che rappresentano l’essenza della storia della maglia. Un utilizzo breve e intenso, che ha lasciato segni indelebili che testimoniano la fatica dell’impresa: come tracce di memoria sono ancora presenti le macchie dei copertoni portati intrecciati sulle spalle, gli schizzi sparsi sulla superficie, le zone infeltrite localizzate nei punti dove maggiore è stata la frizione del corpo dell’atleta sul suo indumento. È stato quindi necessario attenuare quanto più possibile l’effetto negativo dei fori provocati dall’infestazione delle tarme. L’intervento di consolidamento è stato effettuato con un supporto tinto adeguatamente, il che ha permesso di rinforzare l’intera struttura colmando anche visivamente le innumerevoli lacune presenti.

Nell’immagine, la maglia dopo il restauro.

Restaurata la storica maglia gialla di Gino Bartali del Tour de France 1948
Restaurata la storica maglia gialla di Gino Bartali del Tour de France 1948


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