Il Louvre riapre a ranghi ridotti. Il direttore: “il nostro è un museo turistico”


A Parigi riaprirà il 6 luglio il museo più visitato del mondo, il Louvre, dopo quasi quattro mesi di chiusura per le misure di contenimento del contagio di Covid-19 da coronavirus. Per assicurare a tutti i suoi visitatori una visita in totale sicurezza, sono state modificate le condizioni di visita: obbligatoria la prenotazione della visita e obbligatorio anche indossare la mascherina per tutti i visitatori al di sopra degli 11 anni d’età, oltre al rispetto del distanziamento fisico. Ci saranno percorsi di visita a senso unico per evitare che i gruppi di visitatori s’incrocino.

Il museo sarà aperto a ranghi ridotti: saranno visitabili infatti solo 45mila metri quadri del Louvre, che corrispondono a circa il 70% dei suoi spazi. Aperte le collezioni egizie, le sale delle antichità greche e romane, la prima parte della sezione d’arte islamica, la scultura italiana e dell’Europa del nord, i dipinti italiani, spagnoli e inglesi, i capolavori della pittura francese del XIX secolo, i gioielli della corona, gli appartamenti di Napoleone III, le collezioni medievali e dell’epoca di Luigi XIV, la scultura francese dal XVII al XIX secolo. Non saranno invece accessibili le sale della scultura francese medievale, le sale del Rinascimento, del XVIII e del XIX secolo, la sezione d’arte africana, quelle di arte asiatica, oceanica e americana, una parte della sezione d’arte islamica, e il secondo piano dei dipinti francesi e nord-europei. Lavoreranno a ranghi ridotti anche i servizi: non si potranno portare bagagli ingombranti perché non saranno accettati al guardaroba. L’orario sarà dalle 9 alle 18 (tranne il martedì, tradizionale giorno di chiusura). Aperte le visite ai gruppi: saranno però composti al massimo da 25 persone, e dovranno essere dotati obbligatoriamente di radioguide per garantire il distanziamento.

A illustrare le misure è stato il direttore del Louvre, Jean-Luc Martinez, che ha tenuto una conferenza stampa martedì. Uno dei temi portanti dell’incontro è stato l’impatto del turismo del museo, dal momento che, come è noto, il Louvre è una delle mete turistiche più gettonate di Parigi. “Il Louvre è un museo turistico”, ha detto. “Ma per me ’turista’ non è un insulto. È un gruppo eterogeneo che comprende anche appassionati e visitatori colti. Quando io visito un museo di New York, sono considerato un turista”. Nel 2019, il Louvre aveva toccato i 10 milioni di visitatori: numeri che per un po’ non si vedranno, ma prima o poi il Louvre ricomincerà a vedere i turisti. “Non credo che il turismo di massa scomparirà da un giorno all’altro”, ha detto. “Oggi il museo è visitato da intere generazioni di cinesi, indiani, brasiliani. Non vedo come dir loro che debbano rinunciare a viaggiare”. Insomma: il Louvre dovrà fare a meno dei turisti per diverso tempo (durante il confinamento ha perso 40 milioni di euro, peraltro), ma dalle dichiarazioni del direttore si apprende che i turisti dovranno tornare. Nel frattempo, il museo ne approfitterà per migliorare l’esperienza di visita e trovare modi innovativi per gestire i flussi.

Il Louvre riapre a ranghi ridotti. Il direttore: “il nostro è un museo turistico”
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