A Roma termina il restauro del Tempio di Venere, quindici mesi dopo l’avvio dell’intervento. Il termine lavori è stato annunciato oggi pomeriggio dal Parco Archeologico del Colosseo, che gestisce il tempio, e da Fendi, che ha sponsorizzato il restauro con 2,5 milioni di euro. Il tempio è il più grande edificio della Roma antica e deve la sua straordinarietà, oltre alle eccezionali dimensioni, all’originalità del disegno architettonico, che combinava le proporzioni e la spazialità ellenistica con l’urbanistica e la tecnica costruttiva romana, realizzando una forma del tutto innovativa. Oltre 200 colonne in granito grigio e proconnesio avvolgevano un unico volume rettangolare, ripartito tra le due aule di culto contrapposte: quella dedicata alla dea Venere Felice, dea della natura generatrice, madre di Enea, progenitrice di Augusto e quindi della famiglia imperiale, rivolta verso il Colosseo; quella dedicata alla dea Roma Eterna, personificazione sacra della città e del suo dominio sui territori dell’Impero, rivolta verso il Campidoglio.
L’architettura era messa in risalto dalla ricchezza delle decorazioni architettoniche, il cui splendore era aumentato dall’uso della foglia d’oro negli stucchi, dalle colonne in porfido e dalla sinfonia dei marmi policromi nelle superfici pavimentali: il rosso violaceo del porfido e del brecciato pavonazzetto, contrastava con il verde cangiante del cipollino e il giallo antico. Le pareti, rivestite da lastre di marmo, accoglievano nelle nicchie statue di marmo, mentre le gigantesche statue di culto sedute delle divinità campeggiavano nelle absidi.
Le operazioni di restauro, iniziate a settembre 2020 e concluse a luglio del 2021, con successivi interventi legati alla valorizzazione e alla accessibilità dell’area, hanno previsto l’impiego di oltre 60 professionisti. Il restauro ha riguardato sia l’apparato architettonico che quello decorativo delle due celle, dalla copertura alle superfici, fino ai piani pavimentali. Inoltre, a completamento dei lavori, è stato realizzato un intervento di illuminazione che si pone l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione e reintegrazione dell’immagine del monumento, segno di come la luce possa essere anche strumento di conoscenza e di comunicazione dei restauri svolti. I fasci luminosi, che alternano toni caldi e freddi sulle differenti superfici, delineano le antiche murature e ripropongono i volumi delle celle delle dee, il disegno delle pavimentazioni, i cassettoni, le colonne in porfido, la scansione delle nicchie, per quello che, si legge nella nota del Parco Archeologico, vuole essere “un magico gioco di luci e ombre”.
Inoltre, grande novità post-restauri, è l’apertura al pubblico della cella della dea Roma, unitamente alla piena accessibilità del monumento, che sarà possibile a breve grazie all’installazione di due piccoli montacarichi, che il Parco promette saranno di ridotto impatto visivo, sul lato settentrionale del Tempio.
Per l’occasione è stato realizzato anche uno speciale volume impreziosito dagli scatti di Stefano Castellani (Il Tempio di Venere e Roma, Electa 2021). Il libro, nella copertina in tela grezza con la grafica laminata bronzo, vuole richiamare i colori fondamentali del monumento, il cui splendore si rivela sfogliando il ricco reportage fotografico che accosta immagini d’archivio a foto scattate durante e dopo le diverse fasi dei lavori di restauro, ma anche dell’eccezionale sfilata Fendi Couture ospitata nella cella di Venere a luglio 2019. In doppia lingua, inglese ed italiano, il volume è introdotto da Dario Franceschini, Ministro della Cultura; lo spirito e gli eccezionali risultati della partnership pubblico-privato sono raccontati da Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo, e da Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico FENDI Accessori e Linea Uomo.
“Oggi”, afferma Silvia Venturini Fendi, “ho il piacere di operare in stretta collaborazione con il Parco archeologico del Colosseo per il restauro del Tempio di Venere e Roma, sito che racchiude tanti ricordi speciali per me e per molte persone nel mondo. Il colle Palatino e la sua area rappresentano il cuore della mitologia romana, la culla spirituale della nostra città, un luogo di straordinario significato storico. Lo si avverte nell’aria e la sera, quando il sole tramonta sul Tempio di Venere e Roma al limitare della Velia, c’è un attimo in cui il tempo sembra fermarsi e il brusio della vita moderna svanisce in sottofondo”.
La sponsorizzazione del restauro del Tempio di Venere è l’ultima di una serie iniziata nel 2013 con il restauro della Fontana di Trevi, completato nel 2015, e continuata con il progetto FENDI for Fountains, che prevede il restauro del complesso delle “quattro fontane” e il restauro e la conservazione delle fontane del Gianicolo, del Mosè, del Ninfeo del Pincio e del Peschiera, cominciato all’inizio del mese. “Emozione e arte”, sottolinea Alfonsina Russo, “rappresentano una combinazione inscindibile della cultura in tutte le sue espressioni. Questa collaborazione ci permette di raggiungere un altissimo momento di sintesi dell’identità italiana incentrato sul fascino e sulla bellezza di luoghi e monumenti che dialogano armoniosamente con la creatività contemporanea, di cui FENDI rappresenta una delle principali eccellenze. Grazie a FENDI, il più grande tempio conosciuto dell’antica Roma, dedicato alle dee Roma Aeterna e Venus Felix, è riportato all’originario splendore e il volume che pubblichiamo ne valorizza anche dal punto di vista scientifico il significato universale”.
Nell’immagine, il tempio di Venere. Foto Stefano Castellani
Termina il restauro del Tempio di Venere, il più grande edificio della Roma antica |