Tomaso Montanari è il nuovo rettore dell'Università per Stranieri di Siena


Lo storico dell’arte Tomaso Montanari è stato eletto al primo turno rettore dell’Università per Stranieri di Siena. La guiderà nel periodo 2021-2027.

Lo storico dell’arte, saggista e personaggio televisivo Tomaso Montanari è stato eletto rettore dell’Università per Stranieri di Siena, dove da alcuni anni è docente di Storia dell’Arte Moderna. Montanari, che guiderà l’Università per il periodo 2021-2027 e si insedierà il prossimo 9 ottobre, è stato eletto al primo turno ottenendo l’87% delle preferenze. Le elezioni hanno visto un’affluenza molto elevata (circa il 90% degli aventi diritto, ovvero professori di prima e seconda fascia, ricercatori a tempo indeterminato e determinato, docenti incaricati stabilizzati, e, in percentuale ponderata, il personale tecnico-amministrativo, i collaboratori esperti linguistici, i docenti di lingua italiana, gli assegnisti, i dottorandi di ricerca e tutti gli studenti iscritti).

Montanari, fiorentino, classe 1971, prima di insegnare a Siena, dove è professore ordinario, era stato docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Napoli Federico II, all’Università di Roma Tor Vergata e all’Università della Tuscia. È inoltre presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle Arti del Ministero per i beni Culturali, e membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali. È anche membro dei comitati scientifici degli Uffizi a Firenze, e dei Girolamini a Napoli, nonché presidente onorario dell’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli, e socio corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Marina Benedetti, Decana dei Professori di I fascia e Presidente del Seggio elettorale, ha dichiarato: “Tomaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna, è stato eletto Rettore dell’Università per Stranieri di Siena per il sessennio 2021 - 2027. La procedura di voto si è svolta in modalità online, tramite u-Vote (il sistema di voto elettronico del Cineca) e ha visto un’alta partecipazione (quasi il 90 % dei voti esprimibili). Il prof. Montanari è stato eletto al primo turno, con una percentuale di circa l’87% dei voti espressi”.

“Il gran numero di voti espressi”, ha detto il rettore uscente Pietro Cataldi, “è un elemento di particolare interesse, dato il profilo così caratterizzato del candidato, il cui programma rettorale ci ha invitato a misurarci con i grandi temi culturali e civili del presente; e questa adesione larga testimonia la forza di una comunità e la sua profonda coesione, uno dei risultati per me più preziosi di questi anni”.

“Al termine di questa magnifica giornata”, ha dichiarato Montanari, “ringrazio, con grande emozione, tutte e tutti coloro che hanno partecipato al voto: davvero tantissimi, segno di un desiderio di ‘esserci’ che è la miglior garanzia di un governo ‘collettivo’. Dedicherò ogni mia forza al tentativo di non deludere chi ha deciso di accordarmi la sua fiducia. So che divideremo la fatica di ogni giorno: il mio impegno è perché sia condivisa anche la gioia. Condivisa con tutti, con ogni membro della nostra comunità: chi studia, chi insegna, chi lavora. La Stranieri continua la sua storia di conoscenza e di inclusione: a Siena e nel mondo. Insieme costruiremo un’università (e, speriamo, una società) ancora più amica delle differenze, ancora più impegnata contro le diseguaglianze”.

Il programma di Montanari è articolato in dodici punti: Governo e Servizio; Un’idea di università; Stranieri: Siena, Italia, Europa, Mondo; Lingua e cultura; Docenti; Studentesse e studenti; Personale amministrativo e tecnico; Finanziamenti; Strutture; Ricerca; Didattica; Terza Missione. Nel programma, Montanari dichiara di voler scardinare l’attuale forma “paleo-aziendalistica” dell’università costituendo un modello alternativo, con un “governo fin dall’inizio visibilmente plurale, collegiale e paritario per genere, e fondata su un’idea humboldtiana di università, ovvero fondata ”sulla libertà accademica, sull’autogoverno della comunità, e soprattutto sull’unità indissolubile di insegnamento e ricerca“. Un’università diversa: è quella cui aspira Montanari, ovvero un’università che ”pur adattandosi (certo troppo arrendevolmente) a tutto questo, tuttavia resiste come comunità della conoscenza. Come comunità di eguali (insegnanti e studenti) nella dignità della ricerca, e nella costruzione del sapere. Un luogo di trasmissione del sapere critico".

All’atto pratico, Montanari ha fatto sapere che punterà sul ruolo internazionale dell’Università, mantenere equilibrata la distribuzione tra le fasce di docenza, migliorare la parità di genere (che peraltro presso l’ateneo è già buona dato che ci sono in media 8 ordinari uomini a fronte di 7 donne), limitare il precariato della ricerca fino a farlo tendenzialmente scomparire, consolidare la crescita del numero di studenti e potenziare il sostegno al diritto allo studio (riconsiderando il sistema di tassazione ed esplorando “le soluzioni più coraggiose possibili”), aumentare la quantità e la qualità dei servizi offerti agli studenti, aumentare gli spazi destinati alla vita sociale e culturale libera della comunità universitaria, migliorare il rapporto con la scuola e l’orientamento che dovrà essere inteso non come marketing, ma come servizio dell’università alla scuola. E poi ancora: aumentare il personale tecnico attribuendo riconoscimenti premiali, garantendo avanzamenti interni e immettendo nuove forze, stabilire rapporti solidi con i sindacati, mantenere solido il bilancio, istituire un ciclo di seminari patrocinato e finanziato direttamente dal rettore, sottoporre la didattica a revisione, far diventare più visibile l’Università attraverso la terza missione, con incontri pubblici anche in collaborazione con altri soggetti.

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