Unesco, 30 Stati si impegnano per aiutare la ripresa della cultura in Ucraina


Venerdì, durante una conferenza a Vilnius voluta da Volodymyr Zelens’kyj e tenutasi sotto l’egida dell’Unesco, 30 Stati, tra cui l’Italia, si sono impegnati ad aumentare il sostegno per la ripresa del settore culturale dell’Ucraina.

Trenta Stati, tra i quali anche l’Italia, si sono impegnati ad aumentare il loro sostegno per la ripresa del settore culturale in Ucraina, attraverso il coordinamento dell’Unesco. È quanto è stato stabilito a seguito di una conferenza voluta dal presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj e promossa dall’Unesco e che si è tenuta venerdì a Vilnius, capitale della Lituania. Verrà attuato un piano d’azione a medio e lungo termine, elaborato dall’Organizzazione in consultazione con oltre 40 istituzioni internazionali e ucraine. Gli Stati che hanno aderito sono Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Estonia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

“Non è possibile guarire le ferite della guerra senza cultura”, ha detto Ernesto Renato Ottone, direttore aggiunto per la cultura dell’Unesco. “Non può esserci crescita e prosperità sostenibili senza cultura. Questo è lo scopo del lavoro dell’Unesco in Ucraina dal febbraio 2022. Ecco perché l’impegno assunto oggi da quasi trenta dei nostri Stati membri passerà alla storia”.

Voluta, come anticipato, dal presidente Zelens’kyj durante il suo incontro con il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay, la Conferenza internazionale per il recupero del settore culturale dell’Ucraina si è concretizzata in un impegno congiunto da quasi 30 Stati del Nord America, Asia ed Europa per aumentare il loro sostegno agli artisti e ai professionisti della cultura in Ucraina, proteggere e restaurare i siti e rilanciare la vita culturale attraverso il coordinamento dell’UNESCO.

Allo scorso giovedì, il numero dei siti culturali per i quali l’Unesco ha potuto verificare i danni ha superato la soglia simbolica di 400. Tra questi si contano 191 edifici di interesse storico e artistico, 137 siti religiosi, 31 musei, 25 monumenti, 15 biblioteche e 1 archivio. Sebbene i primi progetti di consolidamento e restauro siano stati avviati negli ultimi mesi attraverso il coordinamento dell’Unesco, in particolare a Kyiv e Odesa, il fabbisogno finanziario per portare avanti questo lavoro è immenso: una valutazione aggiornata dell’Unesco, pubblicata nel febbraio 2024, fissa il costo a un livello media di 680 milioni di dollari all’anno fino al 2033.

Oltre ai danni fisici, una parte significativa delle attività culturali e artistiche è stata interrotta e molti artisti non sono stati in grado di creare o lavorare, determinando un forte calo dei loro mezzi di sussistenza. Poiché l’Ucraina non può soddisfare queste esigenze da sola, è vitale un crescente coinvolgimento della comunità internazionale.

In questo senso, l’impegno assunto dagli Stati alla Conferenza di Vilnius segna una tappa importante, soprattutto perché è accompagnato da un piano concreto a medio e lungo termine, elaborato negli ultimi mesi dall’UNESCO in consultazione con le autorità ucraine e oltre 40 organizzazioni nazionali e internazionali.

Questo piano è composto da 6 aree di azione: Monitoraggio, valutazione e documentazione dei danni al patrimonio culturale; Misure preventive e urgenti, riparazione, ricostruzione e recupero del patrimonio culturale; Rilancio delle istituzioni culturali e dell’educazione culturale; Rafforzamento delle industrie culturali e creative; Rafforzamento della resilienza attraverso la cultura; Trasformazione digitale del settore culturale. Il piano contribuirà a stabilire le priorità degli interventi e a garantire l’efficace coordinamento degli sforzi internazionali.

L’Unesco e i paesi partecipanti alla Conferenza di Vilnius hanno concordato di incontrarsi nuovamente l’11 e 12 giugno per lavorare sull’attuazione di questo piano d’azione, durante la Conferenza per la ripresa dell’Ucraina prevista a Berlino.

Immagine: Artem Lystopad/Unesco

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