A Treviso arriva capolavoro di Bernardo Strozzi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna


Dal 19 novembre 2021 al 13 febbraio 2022 è esposto al Museo Civico di Santa Caterina a Treviso un capolavoro di Bernardo Strozzi proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna: il Ritratto del doge Francesco Erizzo. 

Arriva dal Kunsthistorisches Museum di Vienna il celebre Ritratto del doge Francesco Erizzo, capolavoro di Bernardo Strozzi, che dal 19 novembre 2021 al 13 febbraio 2022 sarà esposto al Museo Civico di Santa Caterina di Treviso

"Il progetto Un capolavoro per Treviso", sottolinea il direttore dei Musei Civici Fabrizio Malachin, "è uno dei frutti della rete di collegamenti che i Civici trevigiani stanno intessendo con i grandi musei europei. Il capolavoro dello Strozzi giunge a Treviso dal Kunsthistorisches a seguito del prestito al museo viennese del trevigiano Ritratto di Sperone Speroni del Tiziano".

"Francesco Erizzo fu il doge della ripartenza economica e artistica di Venezia dopo la grande peste del 1630“, spiegano Mario Conte, sindaco di Treviso, e l’assessore Lavinia Colonna Preti. ”Venne eletto al primo scrutinio praticamente all’unanimità, a conferma di una popolarità e di un gradimento decisamente rari e indiscussi, destinati a non venir mai meno. Il periodo del suo dogado fu tra i più fortunati e felici a Venezia, con la fortissima ripresa, dopo il dramma dell’epidemia, delle attività economiche, artistiche e ludiche. La sua figura restò un simbolo riconosciuto della concordia sociale e dello Stato. La presenza di ‘un doge a Treviso’ è anche un omaggio ai 1600 anni dalla fondazione della città di Venezia".

Il Ritratto di Francesco Erizzo di Bernardo Strozzi consente di valorizzare una delle più significative sezioni delle collezioni civiche: oltre cinquanta ritratti con opere di Lorenzo Lotto, Tiziano, Tintoretto, Palma il Giovane. Il doge trova quindi il suo posto d’onore nella galleria dei ritratti, tra altre figure di rilievo, opere alcune delle quali sono solitamente conservate nei depositi come senatori, procuratori e ufficiali.

Bernardo Strozzi rappresenta il doge Erizzo nella sua terza età. Sergio Marinelli, che a lungo ha studiato l’opera, evidenzia come nel dipinto lo status dogale sia meravigliosamente evidenziato dall’abito, quasi una “divisa”, naturalmente sontuosa, con stoffe e colori preziosi di rosso, il bianco dell’ermellino, il giallo oro, accostati quasi a contrapposizione ai tratti sereni e distaccati del volto, colti nella stanchezza della sua vecchiaia.

La sorpresa della scoperta della qualità pittorica di questo capolavoro della ritrattistica è già nelle parole di Giuseppe Fiocco, che nel 1922 scrisse: “Il ritratto dovette essere un trionfo ed è certo anche per noi uno dei più mirabili dipinti del tempo; degno di un Vélazquez per la severità dell’espressione e per la sapienza del tocco fluente e costruttivo”.

Del dipinto esiste una variante, meno intensa, conservata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, mentre diverse copie e varianti sono apparse sul mercato dell’antiquariato.

Il genovese Strozzi fu frate cappuccino e artista di successo. Venne processato e condannato per apostasia, obbligato a rivestire il saio, rinchiuso per diciotto mesi tra carcere e convento, prima di riconquistare la libertà grazie all’esito positivo dell’ennesimo tentativo di fuga. È il doge Erizzo nella Serenissima ad accogliere a sua supplica e a renderlo nuovamente libero di esprimere le sue capacità artistiche. Nella nuova patria, Strozzi completò la decorazione del soffitto della Biblioteca Marciana, ma primeggiò soprattutto come ritrattista.

Oltre al ritratto del doge Erizzo, realizzò quelli del cardinal Federico Corner e del vescovo Alvise Grimani. Fabrizio Malachin, rifacendosi anche a fonti antiche, di lui afferma che “per puro talento pittorico, ebbe certamente pochi in grado di eguagliarlo, nessuno di superarlo. Agli echi caravaggeschi degli esordi, seppe unire in stile personale la luminosità di Paolo Veronese e il colorismo di Rubens, al sensuale pittoricismo ritrattistico di Antoon van Dyck”.

“L’evento anticipa inoltre la prossima pubblicazione del terzo volume del catalogo scientifico dei musei dedicato proprio al Seicento e al Settecento. Un impegno che l’istituto sta portando avanti grazie alla collaborazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti di Treviso, e di numerosi studiosi”, conclude Malachin.

Per maggiori info: www.museicivicitreviso.it

Immagine: Bernardo Strozzi, Ritratto del doge Francesco Erizzo (1631 circa; olio su tela, 103 x 125 cm; Vienna, Kunsthistorisches Museum)

A Treviso arriva capolavoro di Bernardo Strozzi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna
A Treviso arriva capolavoro di Bernardo Strozzi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna


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