Milano, da Sotheby's la vendita stagionale di Contemporary Art. Morandi spicca a 3 milioni di euro


Si è tenuta ieri a Milano la stagionale vendita Contemporary Art di Sotheby’s. Spicca su tutti Giorgio Morandi, con una Natura morta venduta a oltre 3 milioni di euro, subito seguito da una Colonna di Alighiero Boetti e da un Concetto Spaziale di Lucio Fontana.

Importanti risultati ieri sera alla stagionale asta Contemporary Art da Sotheby’s a Milano, che si è tenuta nella sede milanese della casa d’aste di Londra, a Palazzo Serbelloni in Corso Venezia: 62 lotti di alto livello e di molti dei più grandi autori del Novecento e dei giorni nostri, quasi tutti venduti. A fare la parte del leone una Natura morta di Giorgio Morandi (1959), lotto numero 16, che partiva da una stima di 700.000-1.000.000 euro: è riuscita a quintuplicare la stima base ed è stata aggiudicata a 3,423 milioni di euro.

Non era l’opera con stima più alta, in partenza: a guidare la vendita erano infatti un Sofà di Domenico Gnoli (stima 1-1,5 milioni) che però è stato ritirato all’ultimo minuto, e una particolare Colonna in carta (1968) di Alighiero Boetti, anch’essa valutata 1-1,5 milioni di euro. Boetti presentava le sue prime tre colonne in una mostra alla galleria l’Arco d’Alibert di Roma: “Prime di una serie di nove, tutte realizzate nell’arco del 1968”, leggiamo nel catalogo, “le tre colonne sono una riproduzione realistica delle colonne classiche, che però contengono in sé un paradosso. Boetti sceglie, infatti, di combinare l’elemento del mondo classico – perfettamente in linea con il contesto della Città Eterna, dalla natura solida, apparentemente rigorosa e statuaria, la cui stessa funzione è quella di sorreggere – con delle componenti tipiche della pasticceria – prodotte in serie, fragili, sottili ed evocative del dolce e della golosità”: La Colonna è stata aggiudicata per la somma di 1.668.500 euro

Giorgio Morandi, Natura morta (1959; olio su tela, 25,5 x 30,2 cm)
Giorgio Morandi, Natura morta (1959; olio su tela, 25,5 x 30,2 cm)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, New York (1962; ottone con squarci a buco e graffito, 67 x 42 x 2,1 cm)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, New York (1962; ottone con squarci a buco e graffito, 67 x 42 x 2,1 cm)
Alighiero Boetti, Colonna (1968; centrini in carta smerlata e anima in ferro dipinto, 175 x 25 x 25 cm)
Alighiero Boetti, Colonna (1968; centrini in carta smerlata e anima in ferro dipinto, 175 x 25 x 25 cm)

Terzo top lot della serata è un Concetto spaziale, New York (1962) di Lucio Fontana, opera in cui si legge nella nota di catalogo, “Fontana vuole trasporre le emozioni che gli ha trasmesso New York”, dopo aver provato in un primo momento a riprodurre il paesaggio newyorkese, servendosi della pittura ad olio dorata, ed essersi presto conto che i suoi riflessi sono troppo cupi per ottenere una resa fedele e realistica dei fasci di luce e del dinamismo della “Città che non dorme mai”. L’opera partiva da una stima di 5-700.000 euro: il martello del banditore ha battuto un’aggiudicazione di 1,245 milioni di euro. Fontana è stato l’artista più presente in asta: venduti altri suoi concetti spaziali, tra cui quello del 1962 aggiudicato a 756.000 euro (400-600.000 la stima iniziale), mentre con più freddezza sono state accolte opere meno associabili all’artista, come il particolarissimo Drago di terracotta, eseguito dall’artista ad Albissola Marina nel 1949-1951, e pensato per arredare l’interno di un’abitazione privata.

Tra gli artisti viventi risultati buoni per Maurizio Cattelan, con una sua “Z” Senza titolo venduta a poco più della stima base di 150-200.000 euro (163.800 il prezzo finale) e per Francesco Vezzoli, il cui Hommage to Francesco Scavullo: Untitled Diva triplica la stima iniziale di 24-35.000 euro e fa fermare il martello a 73.080, ,mentre poco interesse suscitano Niente e subito di Giulio Paolini e L’Universo? di Mimmo Paladino. Risultati interessanti anche per una Pianura di Salvo (aggiudicata a 69.300 euro contro una stima iniziale di 30-40.000), per la Superficie 397 di Giuseppe Capogrossi (352.800, si partiva da una stima di 200-300.000), per l’opera It was where I was born but where I was born didn’t matter di Gastone Novelli (176.400 euro, stima 80-120.000).

Tra le opere degli stranieri spicca il Relief n. 8 (1969) di Henryk Stazewski, quarta aggiudicazione più alta della serata: 1.003.000 euro, si partiva da una stima di 300-400.000 per questa interessante opera del pioniere dell’avanguardia polacca, descritta in catalogo come una “manifestazione del rigore logico-matematico” dell’artista, e dove tuttavia “in deroga alle severe regole autoimposte dall’artista, la regolarità della composizione a righe verticali è interrotta dalla variazione di tonalità di colori tra un elemento e l’altro”, per giungere a “un’opera dinamica, che inganna l’occhio di chi la osserva con un’illusoria e ipnotizzante vibrazione, molto affascinante dal punto di vista estetico”.


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