La Spezia, il museo diventa un ring per accogliere un Basquiat inedito


Al CAMeC di La Spezia dal 27 aprile al 7 novembre 2021 è esposta un'opera inedita di Jean-Michel Basquiat, dedicata a un incontro di boxe leggendario: quello tra Cassius Clay e Sonny Liston.

La grande boxe e la grande arte si confrontano in Liguria, in una mostra che porta dal 27 aprile al 7 novembre 2021, al CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, un importante inedito di Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 - 1988) che rievoca un leggendario incontro di pugliato, uno dei match più famosi della storia, quello che si svolse il 25 febbraio del 1964 a Miami Beach tra Sonny Liston (Charles L. Liston; Sand Slough, 1932 – Las Vegas, 1970) e Cassius Clay (Louisville, 1942 - Scottsdale, 2016).

Intitolata Clay vs Liston. Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani, la rassegna, a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, si configura come un progetto di valorizzazione delle collezioni permanenti del CAMeC e del ricco patrimonio che le caratterizza a partire da un prestigioso prestito, quello del pastello di Basquiat, Clay Liston, di collezione privata, dedicato proprio al celebre incontro. La mostra si compone di due sezioni autonome e congiunte: la prima presenta una selezione di opere inedite dalla raccolta Cozzani (che costituisce il nucleo principale del CAMeC) e la seconda è tutta dedicata a Clay Liston di Basquiat, cui sono riservate un’intera sala e un’ampia digressione, con anche un video realizzato per l’occasione da Sara Bonatti e Saul Carassale, teso a rievocare i momenti che precedettero il match (come l’incontro tra Cassius Clay e i Beatles), oltre all’incontro stesso e alla risonanza che ebbe anche negli anni successivi. Il legame fra il lavoro del celebre artista statunitense e gli altri radunati per l’occasione è molto stretto, e grazie a questa mostra potrà ricongiungersi alla collezione cui apparteneva, la silloge composta nel corso del tempo dai coniugi spezzini Giorgio e Ilda Cozzani e nel 1998 donata alla città e al CAMeC.

Per l’occasione, la sala del CAMeC che accoglie il pastello di Basquiat è stata trasformata in un... ring: l’ambiente è stato infatti decorato con bande rosse e blu che rievocano l’arena in cui i pugili si sfidano (le strisce che simulano le corde del ring sono a grandezza naturale per dare al pubblico la sensazione di trovarsi sul teatro dell’incontro e, seguendo una suggestione da leggere nel pastello di Basquiat, per trasmettere l’idea che il ring sia una sorta di gabbia), lungo le quali si dipana la cronologia dei fatti collegati all’opera e all’incontro.

Jean-Michel Basquiat, Clay Liston (1983; pastello su carta; Collezione privata)
Jean-Michel Basquiat, Clay Liston (1983; pastello su carta; Collezione privata)

L’opera Clay Liston di Basquiat

Il 25 febbraio 1964, presso la Convention Hall di Miami Beach, si svolse il primo confronto tra due giganti del pugilato, Sonny Liston (Sand Slough, 1932 – Las Vegas, 1970) e Cassius Clay (Louisville, 1942 - Scottsdale, 2016), per il titolo mondiale dei pesi massimi: fu uno dei match più attesi, seguiti e controversi nella storia dello sport. Nelle settimane successive si portò infatti dietro uno strascico di mille polemiche: per esempio, si discusse a lungo sull’entità dell’infortunio che costrinse Liston ad abbandonare l’incontro, ci furono accuse di combine (l’esito dell’incontro sarebbe stato pilotato per favorire una parte del mondo delle scommesse) e molto altro. L’opera in mostra al CAMeC, realizzata nel 1983 dal già celebre Basquiat, restituisce l’interpretazione e la lettura che l’artista ne ha prodotto, trascorsi quasi vent’anni dal celeberrimo incontro, che continuava ad affascinare gli appassionati e non solo (Basquiat, com’è noto, era un grande fan del pugliato). Il match, per la cronaca, fu vinto da Cassius Clay per ko tecnico al settimo round, nonostante Sonny Liston fosse il grande favorito: ritenuto il più grande peso massimo dai tempi di Joe Louis (alcuni avversari di Liston, sconfitti, arrivarono al punto di vantarsi di essere riusciti a finire in piedi la sfida contro di lui), Liston si presentava alla vigilia del confronto con una sola sconfitta in carriera, subita dieci anni prima, e col titolo di campione del mondo, nonostante non fosse particolarmente ben voluto dal pubblico e dall’establishment del pugilato, tanto da essere passato alla storia come “il campione che nessuno voleva”, anche per la sua vita fatta di eccessi e continui ingressi e uscite dal carcere.

L’ambiente che ospita l’opera, come detto, è stato appositamente progettato per ricostruire la mitografia dell’incontro: in uno spazio dedicato, in cui bande blu e rosse richiamano il recinto del ring, intorno al pastello di Jean-Michel Basquiat si snoda la cronologia che ripercorre la vicenda coeva e successiva al popolarissimo incontro, entrato nell’immaginario e nella memoria collettivi, e i numerosi spunti e citazioni che generò nella musica, nella letteratura, nel cinema, nella produzione televisiva. A rievocare queste suggestioni interviene il video di Bonatti e Carassale.

L’opera Clay Liston presenta un efficace compendio della cifra stilistica e dei temi ricorrenti del grande graffitista newyorkese: una corona di spine che cinge il volto non solo del vincitore (rappresentato attraverso la stilizzazione di un volto afroamericano) ma della questione razziale che qui diventa tema portante (anche perché entrambi i protagonisti dell’incontro erano neri: si noterà come Basquiat sia intervenuto, con le sue tipiche cancellature, anche sulla parola “versus”, quasi nel tentativo di unire i due contendenti, divisi dallo sport e dall’affetto del pubblico, ma affratellati dall’origine afroamericana, e per far assurgere la razza nera a icona sacra); la passione viscerale per la boxe metafora diretta della lotta quotidiana e animale per la sopravvivenza; l’esigenza fortissima di abbinare immagine e scrittura sulla quale interveniva violentemente come a sfogare una rabbia intima che non gli dava pace.

Inoltre, grazie alla collaborazione con la storica associazione pugilistica spezzina Sport Club Virtus 1906, la mostra accoglie alcuni oggetti e cimeli che rappresentano la “nobile arte”: fra gli altri, i guantoni appartenuti al campione italiano Bruno Visintin, (La Spezia, 1932 - 2015), bronzo alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 nei pesi superleggeri e oro europeo 1951 nei pesi leggeri, e poi ancora la corda da saltare, fedele compagna dell’allenamento del boxeur, nonché una poderosa, vissuta e ormai dismessa corda da ring.

Sala della mostra
Sala della mostra


Sala della mostra
Sala della mostra


Sala della mostra
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Sala della mostra
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Sala della mostra
Sala della mostra

La sezione sugli inediti della raccolta Cozzani

Le altre sale propongono una selezione di oltre quaranta opere di altrettanti autori, attinta dalla collezione Cozzani e contraddistinta dalla novità espositiva: si tratta infatti di lavori inediti, mai usciti dai depositi dopo la donazione e l’ingresso nelle raccolte permanenti del CAMeC. L’excursus proposto dalle curatrici si pone l’obiettivo di palesare l’ampiezza documentaria della raccolta e il gusto eclettico, onnivoro, enciclopedico e spesso pionieristico del suo artefice. Giorgio Cozzani affiancò all’autorevole professione medica (fu primario dermatologo presso l’ospedale della Spezia) la passione per l’arte, dedicandosi in particolare alla produzione contemporanea internazionale. Dopo aver cominciato a collezionare negli anni Cinquanta, appassionatosi all’arte in seguito a una visita alla Biennale di Venezia, si pose all’attenzione dell’ambiente come un raccoglitore inesausto e girovago, che visitava regolarmente la grandi manifestazioni, a partire dalla stessa Biennale di Venezia e da Documenta a Kassel, e che frequentava le più importanti gallerie non solo italiane ma anche di Londra e Parigi. Alla sua curiosità e al suo intuito si deve il comporsi di una collezione singolare, caratterizzata dall’assenza di evidenti passioni e vincolanti predilezioni, ma piuttosto sostenuta da un’aperta e lungimirante curiosità, dall’esigenza di aggiornamento costante e di registrazione puntuale. Ne è sortita infine una congerie vastissima: oltre millecento opere, fra sculture, dipinti, grafica, fotografia ed esiti “altri” delle arti visive del XX secolo.

La mostra intende dunque ritrovare e dar voce a questo distintivo nomadismo nella ricerca e nella scelta. Si parte pertanto dall’Ottocento, con un paesaggio di Niccolò Cannicci (Firenze, 1846 – 1906), importante artista toscano nell’orbita dei macchiaioli, e dal primo Novecento, con un affondo sull’interesse di Cozzani per gli artisti liguri. In questa prima sezione risalta, in particolare, una singolare veduta del centro della Spezia, opera di Giuseppe Caselli (Luzzara, 1893 - La Spezia, 1976), che restituisce un’immagine di una Spezia degli anni Trenta ormai non più esistente. Nella stessa sala, compaiono un intimo interno domestico con due donne intente a cucire, opera di Vincenzo Frunzo (La Spezia, 1910 - Roma, 1999), un paesaggio di Augusto Magli (La Spezia, 1890 - 1962), un saggio del raffinato Informale di Giancarlo Calcagno, una tela appartenente al ciclo delle Forme di Francesco Vaccarone (La Spezia, 1940), un lavoro estroflesso di Mauro Fabiani, debitore delle ricerche spazialiste, un interessante notturno urbano di Salvo (Salvatore Mangione; Leonforte, 1947 – Torino, 2015).

La mostra prosegue con opere di artisti italiani esponenti dei più diversi ambiti di ricerca (fra gli altri Sergio Dangelo, Mimmo Germanà, Bruno Mancinotti, Plinio Mesciulam, Silvio Pasotti, Piero Pizzi Cannella, Emilio Scanavino, Claudio Verna) e con lavori di autori stranieri, alcuni dei quali molto noti fuori dai confini nazionali ma raramente presenti in raccolte pubbliche italiane, qui documentati grazie all’acume e alla curiosità del collezionista (fra gli altri Eduardo Alcoy i Lázaro, Frank Dale, Martin Disler, Joel Fisher, Cristina Iglesias, Jean Messagier, Juan Muñoz, Stephen Rosenthal, Edward Ruscha, Hervé Télémaque, Franz West). Da segnalare, in particolare, un bronzo del belga Olivier Strebelle (Uccle, 1927 - Bruxelles, 2017), una singolare scultura sonora di Joe Jones (New York, 1934 - Wiesbaden, 1993), una raffinata scultura in legno di Jesús-Rafael Soto (Ciudad Bolívar, 1923 – Parigi, 2005) con le sue tipiche linee verticali, nonché un olio su tela giovanile del grande George Condo (Concord, 1957), realizzato dall’artista ventinovenne nel 1984 (a ulteriore dimostrazione del “fiuto” di Cozzani nel riconoscere il talento degli artisti). In consonanza con la mostra ospitata al piano 2, la Project room accoglie una selezione di Inediti dalle nuove donazioni, opere acquisite grazie alla generosa elargizione di artisti, loro eredi e collezionisti, esposte per la prima volta dall’ingresso al CAMeC.

L’apertura della mostra è da martedì alla domenica dalle 11 alle 18. Chiuso il lunedì. Il sabato e la domenica la prenotazione è obbligatoria come da disposizioni governative. Biglietti: intero 5 euro, ridotto 4 euro, ridotto speciale 3,50 euro. Per info, visitare il sito del CAMeC.

Niccolò Cannicci, Al pascolo (s.d.; olio su tela; La Spezia, CAMeC)
Niccolò Cannicci, Al pascolo (s.d.; olio su tela; La Spezia, CAMeC)


Giuseppe Caselli, Scorcio della Spezia (1933; olio su tavola; La Spezia, CAMeC)
Giuseppe Caselli, Scorcio della Spezia (1933; olio su tavola; La Spezia, CAMeC)


Vincenzo Frunzo, Donne che lavorano (1940; olio su tavola; La Spezia, CAMeC)
Vincenzo Frunzo, Donne che lavorano (1940; olio su tavola; La Spezia, CAMeC)


Salvo, Paesaggio urbano (1983; olio su tela; La Spezia, CAMeC)
Salvo, Paesaggio urbano (1983; olio su tela; La Spezia, CAMeC)


Olivier Strebelle, Il predicatore (1961; bronzo; La Spezia, CAMeC)
Olivier Strebelle, Il predicatore (1961; bronzo; La Spezia, CAMeC)


Claudio Verna, A 144 (1972; acrilico su tela; La Spezia, CAMeC)
Claudio Verna, A 144 (1972; acrilico su tela; La Spezia, CAMeC)


Frank Dale, Senza titolo (1983; matita e pastello su carta; La Spezia, CAMeC)
Frank Dale, Senza titolo (1983; matita e pastello su carta; La Spezia, CAMeC)


Joe Jones, Sound sculpture (1974; legno, ferro, alluminio, filo nylon, pila, piattina elettrica con morsetto mammut; La Spezia, CAMeC)
Joe Jones, Sound sculpture (1974; legno, ferro, alluminio, filo nylon, pila, piattina elettrica con morsetto mammut; La Spezia, CAMeC)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraClay vs Liston. Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani
CittàLa Spezia
SedeCAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea
DateDal 27/04/2021 al 07/11/2021
ArtistiJean-Michel Basquiat
CuratoriEleonora Acerbi, Cinzia Compalati
TemiLa Spezia, CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea, Jean-Michel Basquiat, Sonny Liston, Cassius Clay

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