Statue dentro box doccia e quadri su casette di legno. A Ginevra la mostra che cambia i paradigmi


In Svizzera riaprono i musei e al Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra va in scena una bizzarra mostra, curata dall'artista austriaca Jakob Lena Knebl, che promette di cambiare i paradigmi e di introdurre nuovi punti di vista sulle opere che ci sono familiari.

Statue neoclassiche dentro box doccia, antichità egizie su letti hollywoodiani, quadri appesi su casette di legno prefabbricate: sono alcuni degli scenari che la mostra Marcher sur l’eau porta al Musée d’Art et d’Histoire (MAH) di Ginevra. La rassegna che inaugura il nuovo corso del museo svizzero apre oggi, 2 marzo 2021, e dura fino al 27 giugno: curata dall’artista viennese Jakob Lena Knebl, che rappresenterà l’Austria alla Biennale di Venezia del 2021, Marcher sur l’eau espone una cospicua selezione di oggetti del museo ripensando in modo radicale il modo di esporre le opere del passato. Il titolo fa riferimento, da un lato, alla quattrocentesca Pesca miracolosa di Konrad Witz, che vede al centro la figura di Cristo che cammina sulle acque del lago di Ginevra (l’opera fa parte del percorso della mostra) e, dall’altro, alla celeberrima canzone Smoke on the water dei Deep Purple, che racconta l’incendio del Casinò di Montreaux del 1971. Sono questi gli estremi cronologici della selezione.

Lo scontro tra culture è uno degli elementi cardine della pratica artistica di Knebl, che nelle sue opere combina design, cultura pop e riferimenti alla “grande” storia dell’arte: pratica che adesso viene declinata in ambito curatoriale per creare una mostra che si pone l’obiettivo di abolire le gerarchie, cancellare i confini tra cultura bassa e cultura alta, coinvolgere i visitatori portandoli a costruire ponti tra loro stessi e gli oggetti in mostra, ed esplorare con sense of humour i concetti di identità e corpo. La mostra diventa così una sorta di parco giochi dell’artista, a cui è stato affidato il compito di scegliere tra le migliaia di oggetti conservati nella raccolta del museo (tra reperti archeologici, arazzi, dipinti, sculture, gioielli e molto altro) per creare associazioni inusuali e sorprendenti. Gli stessi visitatori vengono spinti a interagire con le installazioni: si possono sedere su un divano di gommapiuma presentato come una “scultura morbida”, possono indossare vestiti appesi in un’installazione che ricrea un vero negozio di abbigliamento, possono fotografare sculture “pre-censurate” di nudi e postarle sui social senza incorrere in sanzioni.

La mostra, spiega l’artista, è ispirata da un racconto di Jorge Luis Borges, There are more things del 1975, opera il cui titolo deriva dall’Amleto di Shakespeare e in cui una catena casuale di eventi porta il narratore stesso in una casa stravagante colma di oggetti impossibili da definire, prospettiva che lo spaventa: solo cambiando il suo modo di vedere le cose riuscirà a capire quello che sta osservando e a confrontarsi con il padrone di casa. La morale di questa storia, afferma Knebl, è da cercare nella confusione del protagonista: le idee preconcette che abbiamo ci impediscono di vedere le cose fuori dai loro contesti. Così, Knebl invita i visitatori del Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra a lasciare le idee preconcette alla porta e a “camminare sull’acqua”, o almeno a cambiare punto di vista sugli oggetti che li circondano: “Marcher sur l’eau”, afferma, “è un riferimento al momento in cui proviamo qualcosa per la prima volta: funzionerà o no? Saremo capaci di camminare sull’acqua?”.

Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Jakob Lena Knebl. Ph. Christian Benesch
Jakob Lena Knebl. Ph. Christian Benesch

“Una mostra per introdurre nuove prospettive sulle opere che ci sono familiari”

Il museo lavora alla mostra da tempo: Knebl ha visitato il museo e i suoi spazi nel febbraio 2020 e tutto il lavoro è stato seguito nei mesi della pandemia di Covid-19, in parte a distanza e in parte con alcuni sopralluoghi al museo, durante i quali l’artista austriaca ha lavorato per comporre la sua selezione. “Il mio impegno nei confronti della raccolta del museo”, ha spiegato, “è basato su un approccio molto personale, sviluppato attraverso gli occhi e il metodo di un artista. Sono interessata all’impatto che hanno su di noi le cose che ci circondano e, in un certo senso, sul modo in cui diventano parte di noi stessi: spazi e prodotti che ci strozzano, ci sfidano, ci conducono in errore. Per me è importante un approccio facilmente accessibile, perché così possiamo rivolgerci a persone che prima non erano interessate all’arte e al design”.

“L’arte, il design e gli oggetti di tutti i giorni”, aggiunge Knebl, “hanno una posizione uguale negli spazi che creo. Dissolvo la distanza separandoli e collegandoli gli uni agli altri. L’arte diventa una vetrina del design e viceversa. Il mio obiettivo è costruire spazi che seducano, che introducano nuove prospettive sulle opere che ci sono familiari e sui modi di leggerle, per arrivare a una presentazione che trasgredisce le regole del museo. Per questa mostra, che ho organizzato in collaborazione con i curatori del MAH, ho usato tattiche diverse: humour, inversione, feticismo, paradossi, l’inspiegabile e il familiare. Quando visitiamo una mostra, guardiamo prima le cose che conosciamo, che ci sono familiari. Per la mia scenografia, ho lavorato sul modo in cui le opere della collezione vengono presentate. Mi piace sfocare il confine tra pubblico e privato, e per raggiungere questo obiettivo i miei allestimenti sono ispirati dal design d’interni: posso vedere un dipinto di Vallotton nella mia cucina, posso sdraiarmi sul letto con una scultura egizia monumentale, e così mi perdo nel tempo”.

Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud

Il percorso e le sezioni della mostra

La mostra comincia fin da prima dell’ingresso dei visitatori, visto che anche gli stipetti utilizzati per lasciare gli oggetti sono parte della stessa mostra e diventano protagonisti di un’installazione. L’accoglienza è affidata a una statua in gesso di Carl Angst, intitolata Recueillement, sulla quale viene proiettato il titolo della mostra per mezzo di un laser solitamente impiegato per il restauro di sculture. La prima sala (AMAM - Cuisine et salle de bain) è centrata sul tema dell’igiene del corpo, e qui alcune sculture stanno... facendo la doccia: un gesso di Antonio Canova (la Venere Italica), uno di James Pradier (Venere al bagno) e un altro ancora di Roger Ferrier che raffigura un bambino in piedi, sono inseriti dentro box doccia. Dietro di loro, riproduzioni in grande formato di manifesti e japonaiserie (come Le Lesteur di Henri Edmond Cross). La seconda parte della sala assume le sembianze di una cucina ultra moderna dove trovano spazio argenterie, bottiglie di cristallo, recipienti antichi in ceramica, oltre che scene di genere olandesi del Seicento sul tema dell’alimentazione.

La grande Sala delle Armature del MAH è stata invece trasformata in un giardino dove sono state installate alcune casette prefabbricate di legno: all’interno ci sono reperti antichi in attesa di essere restaurati, mentre sulle pareti esterne sono stati appesi dipinti antichi a tema bucolico (che, sottolinea Knebl, potrebbero essere descritti come tipicamente svizzeri: bouquet di fiori, mucche che pascolano sugli alpeggi, e così via). La Sala d’Onore del Castello di Zizers (così chiamata perché normalmente accoglie la ricostruzione dell’omonima del Castello), è stata trasformata nella “Séance” (“la seduta”): sei manichini in abito bianco si radunano attorno a un grande tavolo in una seduta spiritica. Gli abiti sono di diverse epoche: da un vestito in satin e tulle del XIX secolo fino a creazioni contemporanee di Yves Saint-Laurent e Pierre Balmain. Ancora, la sala delle collezioni egizie accoglie la sezione “Sommeil et mort” (“sonno e morte”): trasformata in una camera da letto di stile hollywoodiano, la sala vede la statua colossale di Ramses II installata in un comodo letto e circondata di diversi oggetti. Knebl, che ricorda come l’opera, dopo il suo ritrovamento nel 1889, fosse stata utilizzata per fini propagandistici, invita adesso il faraone a “dormire il sonno dei giusti, ammiccando al culto dei morti del suo paese d’origine”.

Nella sala medievale va invece in scena la sezione Lumières dans les coulisses, che intende omaggiare tutti coloro che nei musei lavorano dietro le quinte: alcune lampade di cristallo e metallo sono dunque esposte nelle casse di legno che vengono abitualmente utilizzate per il loro trasporto. La seconda sala palatina ospita la Chambre noire, dove il visitatore troverà due strutture cubiche: la prima accoglie alcune opere sistemate entro grandi nicchie celate agli sguardi in ragione del loro contenuto erotico o per via del loro carattere controverso (sono opere del pittore svizzero Émile Chambon), in un allestimento che vuol far riferimento alle limitazioni riservate al “pubblico adulto”. La seconda struttura cubica contiene invece una galleria in cui i visitatori possono ascoltare le prime note di Time dei Pink Floyd in loop e dove possono vedere una piccola selezione di orologi su piattaforme rotanti: il tema, naturalmente, è quello del tempo.

Le piccole sale palatine sono invece dedicate al tema del corpo con la sezione Membres manquants (“Parti mancanti”), che propone di risarcire le statue antiche delle loro parti mancanti, appunto. Nella sala, le membra amputate delle statue antiche rinascono grazie allo spirito faceto di Jakob Lena Knebl che le immagina in versione tessile con connotazioni pop. Andando avanti, la prima sala palatina è stata trasformata nella Boutique Jeanne, sala votata al tema del corpo e dell’abbigliamento: al visitatore compare dunque una boutique di moda dove tutti gli stili e tutte le epoche s’incontrano. Ci sono manichini, selezioni di collier, di calzature, ma anche opere di Jacques-Laurent Agasse, di Carlos Schwabe e di Anne-Louis Girodet. A disposizione dei visitatori anche dei vestiti appositamente disegnati da Knebl e dei pezzi vintage che possono essere acquistati nella boutique (che dunque è anche un vero negozio). In questo caso, per ragioni di conservazione, la selezione degli oggetti cambierà a mostra in corso. L’ultima sezione si chiama Censure in situ, che fa riferimento a un fatto accaduto lo scorso anno al Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, censurato da Facebook per aver pubblicato un nudo antico nell’ambito delle attività per promuovere la mostra César et le Rhône. Chefs-d’œuvre antiques d’Arles. L’installazione immaginata da Knebl per concludere la mostra fa in modo di nascondere volutamente le parti intime delle statue antiche, e invita i visitatori a fare fotografie “pre-censurate” che potranno poi condividere sui social senza problemi. Chi volesse saperne di più, può visitare il sito del Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra.

Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud


Allestimenti della mostra Marcher sur l'eau. Ph. Credit Julien Gremaud
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraMarcher sur l'eau
CittàGinevra
SedeMusée d'Art et d'Histoire
DateDal 02/03/2021 al 27/06/2021
CuratoriJakob Lena Knebl
TemiGinevra, Musée d'Art et d'Histoire, Jakob Lena Knebl

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