A Jesi in arrivo l'antologica dell'americano William Congdon, erede dell'Action Painting


Dal 12 dicembre 2021 al 27 marzo 2022 la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi in collaborazione con Casa Testori presenta l’antologica "William Congdon. 33 dipinti dalla William G. Congdon Foundation".

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, con il patrocinio della Regione Marche, e con la collaborazione dell’associazione culturale Casa Testori, presenta dal 12 dicembre 2021 al 27 marzo 2022 nel Palazzo Bisaccioni di Jesi l’antologica del pittore americano William Congdon (Providence, 1912 – Milano, 1998), artista del Novecento figlio dell’Action Painting che ha creato quadri di grande potenza lirica, tra città e natura antropizzata. Le opere esposte nella mostra dal titolo William Congdon. 33 dipinti dalla William G.Congdon Foundation, sono state messe generosamente a disposizione dalla William G. Congdon Foundation, che tutela l’opera del pittore, e selezionate da Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori.

Il percorso espositivo presenta oltre trenta quadri, spesso di grandi dimensioni, pensato ad hoc per la sede di Palazzo Bisaccioni: dalle New York degli anni Quaranta e le Venezie amate e collezionate da Peggy Guggenheim, fino all’approdo metafisico dei Campi arati degli anni Ottanta e Novanta. Dall’Action painting, di cui Congdon era interprete, attraverso le sue prime esperienze di viaggio per le città d’elezione. È così che la Roma imponente delle vestigia del Pantheon fa i conti con una rappresentazione esistenziale dell’architettura, rappresentata dalla voragine del Colosseo o dalla precarietà della città di Assisi, franante sulla collina.

A raccontare i ritratti delle città compiuti da Congdon, spiccano le imponenti tavole di Istanbul, del Taj Mahal, del deserto marchiato dalla presenza umana di Sahara e della voragine di Santorini.

In contrapposizione ai tormenti e ai fasti delle civiltà, Congdon attraversa la metafora dell’animale che, come la natura, deve fare i conti con la violenza dell’uomo. È così che il ciclo dei Tori diventa metafora della ricerca crudele, espressa dalle nostre tradizioni, come nell’inseguimento dei propri desideri. “Persino un toro umiliato, ferito e destinato alla morte può essere”, scrive Congdon, “redento dall’artista, che ne eterna la grandezza e potenza con la pittura”. Dalla pittura come redenzione al simbolo umano di sofferenza e resurrezione per eccellenza, ovvero il Crocifisso, il passo è breve. Tuttavia l’approccio dell’artista americano non è mai estetico o teorico e l’approdo al soggetto sacro avviene solo in seguito alla sua tormentata conversione al Cattolicesimo.

Il trasferimento a sud di Milano concentra il suo punto di vista su un soggetto quasi unico: i campi coltivati. È nell’ultimo ventennio della sua vita che la ricerca, da spaziale, si fa temporale e protagoniste diventano la potenza della terra e le sue trasformazioni. Non si tratta di visioni idilliache: si volge lo sguardo sui campi e se ne segue il processo umano operato in superficie. È un tormento, anche materico, che sembra trovar pace nelle Nebbie e nei monocromi, sfociando nel lirismo musicale della vegetazione che conclude la mostra.

Riemergono dunque le meditazioni su George Braque e Nicolas de Staël, ma in particolare i dialoghi pittorici con la Scuola di New York legati alla galleria di Betty Parsons, all’origine della presenza di opere di Congdon nei più importanti musei statunitensi e nella Peggy Guggenheim Collection di Venezia.

Immagine: William Congdon, Rome - Colosseum 2 (1951)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraWilliam Congdon. 33 dipinti dalla William G. Congdon Foundation
CittàJesi
SedePalazzo Bisaccioni
DateDal 12/12/2021 al 27/03/2022
ArtistiWilliam Congdon
CuratoriDavide Dall'Ombra
TemiNovecento, Jesi, Action Painting, William Congdon

A Jesi in arrivo l'antologica dell'americano William Congdon, erede dell'Action Painting
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