Dal 3 luglio al 21 settembre 2025 il Museo del Tessuto di Prato dedica una mostra a Loriano Bertini (Prato, 1930 – 2019), figura centrale per la nascita dell’istituzione museale cittadina. L’esposizione, intitolata Io sono quello che ho donato. Loriano Bertini collezionista, intende ricostruire gli interessi collezionistici dell’imprenditore attraverso una selezione di tessuti, maioliche rinascimentali e libri d’artista del Novecento.
L’esposizione si inserisce all’interno delle celebrazioni per i cinquant’anni dalla fondazione del Museo, avvenuta nel 1975 proprio grazie alla donazione di oltre seicento tessuti antichi da parte di Bertini. La raccolta donata comprendeva un corpus eterogeneo e di elevato valore storico, con velluti italiani databili dal Quattro al Settecento, tessuti figurati di ambito liturgico, ricami, stoffe di produzione ottomana risalenti ai secoli XVI e XVII, damaschi, broccatelli e lampassi.
L’iniziativa nasce in collaborazione con la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, che conserva parte del patrimonio librario donato da Bertini allo Stato. Oltre al legame tra il collezionista e Prato, la mostra estende lo sguardo ad altri ambiti del suo collezionismo, con l’obiettivo di restituire il profilo di un uomo che ha contribuito alla costruzione e diffusione del patrimonio culturale pubblico italiano, senza cercare visibilità.
Schivo nei confronti della riconoscenza pubblica, Bertini era solito parafrasare una massima dannunziana, dichiarando “Io sono quello che ho donato”, espressione che riflette una visione disinteressata del collezionismo. La sua figura si distingue infatti per il rigore e la coerenza della raccolta, costruita secondo criteri di qualità e rarità.
Il percorso espositivo, allestito all’interno degli spazi del Museo, si articola in più sezioni. Una di queste è dedicata ai tessuti e presenta frammenti di velluti di manifattura fiorentina, veneziana e genovese, lampassi, broccatelli e due rari volumi con pagine interamente in tessuto jacquard di seta. Si tratta del Libro di preghiere realizzato da J. A. Henry e presentato all’Esposizione Universale di Parigi del 1889, dove ottenne il Gran Prix, e di La Marseillaise, edito dalla ditta lionese Chatel & Tassinari, che traduce l’inno nazionale francese in una partitura tessile.
Un altro nucleo rilevante dell’esposizione è quello delle maioliche rinascimentali, che documenta uno degli interessi più precoci di Bertini. Già negli anni Sessanta l’imprenditore aveva iniziato a raccogliere e studiare ceramiche, in particolare esemplari di produzione montelupina. In mostra sono esposti quattro oggetti provenienti dal Museo della ceramica di Montelupo, cui erano stati precedentemente donati: un orciolo, una scodella, una crespina e un orcio, databili tra il XVI e il XVII secolo.
Di rilievo anche la sezione dedicata ai libri d’artista del XX secolo, altro ambito in cui Bertini si è distinto come collezionista. Tra l’inizio degli anni Settanta e il 2000 raccolse circa 4.500 volumi, tra edizioni d’arte e libri illustrati da artisti internazionali. L’intera raccolta venne acquisita nel 2000 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e oggi è conservata presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, costituendo una delle collezioni più rilevanti nel settore.
Per la prima volta alcuni dei volumi saranno esposti al pubblico a Prato. La selezione include 22 libri d’artista italiani ed europei, che spaziano dal Futurismo di Marinetti ai protagonisti dell’arte del Novecento, quali Picasso, Matisse, Mirò, Dalì, Duchamp, Capogrossi, Fontana e Isgrò. L’esposizione mette in luce l’interesse di Bertini per la relazione tra parola, immagine e grafica editoriale, in un ambito in cui la qualità del progetto artistico si coniuga con quella dell’oggetto librario.
L’impegno di Loriano Bertini nel rendere pubbliche le sue raccolte si riflette anche nella quantità di donazioni effettuate nel corso della sua vita. Oltre al Museo del Tessuto, destinatari delle sue raccolte sono stati il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, il Museo di Palazzo Davanzati, il Museo del Bargello, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e, appunto, la Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
In occasione della mostra, il Museo del Tessuto ha deciso di intitolare a Loriano Bertini la sala che ospita l’esposizione permanente del proprio patrimonio storico, che da luglio 2025 prenderà ufficialmente il nome di Sala dei Tessuti Antichi Loriano Bertini. Si tratta di un gesto volto a fissare nel tempo la memoria di un collezionista che ha contribuito in modo determinante alla nascita e allo sviluppo del museo.
È disponibile anche un catalogo della mostra, curato da David Speranzi e realizzato dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Il volume è consultabile gratuitamente in formato digitale all’indirizzo:https://bncf.cultura.gov.it/categoria_pubblicazioni/cataloghi-di-mostre/.
Titolo mostra | Io sono quello che ho donato. Loriano Bertini collezionista | Città | Prato | Sede | Museo del Tessuto | Date | Dal 03/07/2025 al 21/09/2025 | Temi | Arte contemporanea, Prato, Arte antica, Museo del Tessuto |