Gli Uffizi si mettono in Riga: 74 opere da Palazzo Pitti in trasferta in Lettonia


Trasferta baltica per gli Uffizi: dal 5 luglio al 30 novembre 2025, una grande mostra a Riga mette in dialogo 74 opere della Galleria Moderna di Palazzo Pitti con capolavori della collezione nazionale lettone per raccontare luce, arte e storia tra XIX e XX secolo.

Quattro mesi di trasferta baltica per i capolavori dell’Ottocento di Palazzo Pitti: dal 5 luglio al 30 novembre 2025, la Grande Sala delle Esposizioni del Museo Nazionale d’Arte Lettone a Riga (Lettonia) ospita infatti una mostra, Luce dall’Italia: da Fattori a Morandi, che espone una vasta selezione di 74 capolavori provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, parte delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. È la prima volta che un nucleo così cospicuo di opere del museo fiorentino raggiunge il Nord Europa.

L’esposizione è il frutto di una collaborazione internazionale e si configura come un dialogo artistico e storico tra le collezioni italiane e quelle del Museo Nazionale d’Arte Lettone (LNMA), che contribuisce alla mostra con importanti opere del proprio patrimonio, relative alla seconda metà del XIX secolo e alla prima metà del XX.

La mostra nasce da una collaborazione internazionale tra istituzioni museali e accademiche italiane e lettoni. La direzione scientifica è condivisa da Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi, presidente dell’associazione Nuova Artemarea e curatore scientifico del progetto, Astrīda Rogule, direttrice del progetto per il LNMA, e le esperte delle Gallerie degli Uffizi Vanessa Gavioli (curatrice dell’arte del XX secolo della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) ed Elena Marconi (responsabile della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti).

Accanto a loro, Aija Brasliņa, storica dell’arte e responsabile della ricerca per il museo lettone, guida un team di consulenti scientifici locali che comprende Aija Zandersone, Arta Vārpa, Marita Bērziņa, Eduards Dorofejevs, Nataļja Jevsejeva e Luīze Frančeska Dakša. L’allestimento è firmato dall’architetto Artūrs Analts.

Il titolo della mostra, Luce dall’Italia, intende richiamare una delle ricerche più significative condotte dagli artisti europei tra la metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento: la luce come chiave interpretativa del mondo e strumento per raccontare emozioni, atmosfere, realtà sociali. In particolare, il concetto di “luce” diventa il punto di contatto tra le avanguardie italiane e i movimenti modernisti lettoni. Il periodo storico esplorato nella mostra – dal 1861, anno dell’Unità d’Italia, fino al periodo tra le due guerre mondiali – corrisponde a una fase di trasformazione fondamentale anche per la Lettonia, che proprio in quegli anni cercava una propria identità culturale e nazionale. Le opere in mostra vogliono riflettere questi cambiamenti, facendo emergere affinità e differenze tra i due paesi.

Giovanni Fattori, Ritratto della figliastra (1889; olio su tela, 71 x 55 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, Ritratto della figliastra (1889; olio su tela, 71 x 55 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, Tramonto sul mare (1895; olio su tavola, 32,2 x 19,1 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, Tramonto sul mare (1895; olio su tavola, 32,2 x 19,1 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)

I protagonisti italiani della luce e del rinnovamento

Le opere italiane selezionate coprono un ampio arco temporale e stilistico: dagli Uffizi partono opere di Macchiaioli come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega, fino ad arrivare al Divisionismo di Vittore Grubicy de Dragon e Plinio Nomellini, dal Simbolismo al Futurismo con Gino Severini, fino al Modernismo rappresentato da Giorgio de Chirico e Carlo Carrà.

Presenti anche protagonisti dell’arte italiana del primo Novecento come Giorgio Morandi, Antonio Donghi, Aldo Carpi, Guido Marussig, Leonardo Dudreville, Italo Grizelli, e artisti meno noti ma non meno significativi come Neno Mori, Alberto Salietti e Filippo Marfori Savini.

Molte di queste opere provengono dalla collezione permanente della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, ma anche da acquisizioni storiche del Museo Nazionale Lettone d’Arte, che negli anni Trenta raccolse opere italiane in occasione di mostre tenutesi in Lettonia.

Carlo Carrà, Pino sul mare (1921; olio su tela, 68 x 52 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Carlo Carrà, Pino sul mare (1921; olio su tela, 68 x 52 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giorgio Morandi, Paesaggio a Grizzana (1942; olio su tela, 46,5 x 53,4 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giorgio Morandi, Paesaggio a Grizzana (1942; olio su tela, 46,5 x 53,4 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giorgio De Chirico, Composizione metafisica (1950-1960; olio su tela, 60 x 50 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giorgio De Chirico, Composizione metafisica (1950-1960; olio su tela, 60 x 50 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)

Il modernismo lettone in dialogo con l’Italia

Il nucleo delle opere lettoni in mostra include autori considerati fondamentali per la storia dell’arte del Paese baltico. Tra questi: Kārlis Hūns, Jūlijs Feders, Vilhelms Purvītis, Janis Rozentāls, Johans Valters, Jāzeps Grosvalds, Jēkabs Kazaks, Voldemārs Matvejs, Pēteris Krastiņš, Teodors Zaļkalns, Gustavs Šķilters, Niklāvs Strunke, Aleksandra Beļcova, Jānis Liepiņš e Kārlis Zemdega.

Le opere di questi autori, collocate nel percorso espositivo accanto ai capolavori italiani, dialogano con essi non solo sul piano formale ma anche attraverso i temi: la rappresentazione della natura, l’indagine sul corpo umano, l’identità nazionale, l’esplorazione del quotidiano.

Un’intera sezione della mostra è dedicata ai numerosi artisti lettoni che tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX visitarono l’Italia. Questi soggiorni rappresentarono esperienze formative che influenzarono profondamente il loro stile e la loro poetica.

Gli artisti lettoni non si limitarono a osservare: parteciparono alla vita artistica italiana, studiando nelle accademie, copiando i maestri antichi, collaborando con colleghi italiani. La mostra vuole pertanto documentare queste interazioni e mostra come l’Italia abbia svolto un ruolo chiave nella costruzione dell’identità culturale lettone.

Ad accompagnare la mostra è previsto un catalogo illustrato trilingue – in italiano, lettone e inglese – edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e l’associazione Nuova Artemarea.

La parte scientifica è arricchita da un ciclo di letture e conferenze articolate in tre sessioni, in programma a marzo, luglio e novembre 2025. Gli incontri coinvolgono noti studiosi italiani e lettoni che approfondiranno i temi della mostra, fornendo nuovi spunti interpretativi.

Il progetto è reso possibile grazie al sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica di Lettonia, del Comune di Riga, dell’Ambasciata d’Italia a Riga, della Rietumu Banka, dell’Ambasciata della Lettonia in Italia, di Casa Nostra, Neiburgs e Alfor.


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