Francia, i castelli privati in allarme. “Se i musei non riaprono per Natale è la fine”


Cresce in Francia la preoccupazione per i musei. Per i castelli privati, il cui fatturato dipende molto dalle festività natalizie, un prolungamento del lockdown darebbe il colpo di grazia a tanti.

I luoghi della cultura non se la passano male solo in Italia. I proprietari privati di diversi castelli in Francia sono in allarme perché se le chiusure dei musei si protrarranno anche per le festività natalizie, il costo della crisi potrebbe essere irrecuperabile. In un articolo pubblicato ieri su Le Figaro, Claire Bommelaer ha fatto il punto della situazione: c’è da premettere che il Natale e il periodo festivo sono un periodo di gran lavoro per i castelli privati non soltanto perché, in Francia come in Italia, le persone viaggiano di più, ma anche perché in Francia è tradizione organizzare nei castelli eventi a tema natalizio, che attraggono sempre moltissimi visitatori.

Castelli noti anche fuori dai confini francesi come Chenonceau, Vaux-le-Vicomte, Villandry, Rocher Portail, Maintenon e molti altri potrebbero dunque trovarsi a pagare un prezzo molto alto per la crisi economica dovuta alla pandemia di Covid-19. Così, una trentina di proprietari di castelli privati hanno scritto al governo francese una lettera in cui si legge che, se il confinement non si fermerà prima di Natale, potrebbe essere per loro il “colpo di grazia”. “I risultati dell’estate”, si legge nella missiva, “non permettono di compensare le perdite abissali provocate dal confinamento in primavera. In questo contesto, se il confinamento sarà prolungato, rischierà di dare il colpo di grazia ai monumenti storici che sviluppano un’attività turistica o economica”.

Bommelaer spiega ad esempio che nel dipartimento della Turenna i castelli organizzano una serie di eventi chiamata Noël au Château, della durata di sei settimane, grazie alla quale i siti riescono a ricavare un 30% del volume d’affari annuale. Solo al castello di Vaux-le-Vicomte, tra i primi a dare il via alla tradizione degli eventi natalizi, le feste attirano ogni anno circa 100mila visitatori. Si tratta di una risorsa anche per i castelli che tipicamente vengono visitati nel periodo primaverile o estivo, come il celeberrimo castello di Chenonceau, immerso in uno splendido parco, che grazie alle festività natalizie ha trovato il modo di dare continuità ai propri flussi turistici anche in un periodo che tradizionalmente è di bassa frequentazione.

C’è poi il problema dei lavoratori: molti rimarranno a casa, ma per altri c’è invece il problema opposto, perché alcuni contratti per Natale sono già stati siglati a giugno (per esempio quelli per le decorazioni, le luminarie, e attività come i video mapping) e i proprietari delle attività, spiega Alexandre de Vogué, proprietario del castello di Vaux-le-Vicomte, non possono recedere. E c’è grande incertezza perché il governo francese ancora non fa sapere quando i musei potranno riaprire, e pertanto i luoghi della cultura si trovano nell’impossibilità di poter fare programmazione. Così alcuni, come Chenonceau, hanno ridimensionato e in alcuni casi annullato gli eventi, mentre altri, come Rocher, tenteranno “il tutto per tutto” e, dichiara il direttore Manuel Roussel, si comporteranno “come se ci venisse data l’autorizzazione di riaprire il 1° dicembre”. Non sono questioni di poco conto, perché eventuali chiusure ulteriori gettano incognite sul futuro. “Sarà possibile lanciarsi in investimenti importanti”, si domanda Bommelaer, “se non si è nemmeno sicuri di poter aprire?”.

Insomma, se le chiusure si prolungheranno, tanti potrebbero avere serie difficoltà nel 2021. “Il Natale”, sottolinea Ghislain de Castelbajeac, proprietario del castello di Caumont, “non avrebbe compensato un’annata complicata, ma i monumenti sono aziende come tutte le altre: abbiamo dei lavoratori salariati, un giro d’affari e a volte anche dei prestiti”.

Francia, i castelli privati in allarme. “Se i musei non riaprono per Natale è la fine”
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