Svizzera, il Kunstmuseum di Berna vende un quadro di Manet per ripianare i debiti connessi al lascito Gurlitt


Svizzera, il Kunstmuseum di Berna vende un quadro di Manet per ripianare i debiti derivanti dalla gestione del lascito Gurlitt.

Un quadro di Édouard Manet venduto per ripianare i debiti del museo che lo possiede: è quanto accaduto il mese scorso al Kunstmuseum di Berna, in Svizzera, che ha ceduto il dipinto noto come Marine, Temps d’orage al Museo Nazionale d’Arte Occidentale di Tokyo (Giappone) per la ragguardevole cifra di 4 milioni di franchi svizzeri.

L’opera ha una storia decisamente travagliata: dipinto nel 1873, faceva parte della ricca collezione di Cornelius Gurlitt, figlio di Hildebrand Gurlitt, discusso mercante d’arte attivo nella Germania nazista (diversi dipinti della collezione Gurlitt erano stati infatti requisiti da famiglie ebree). Prima ancora, l’opera era proprietà dell’industriale giapponese Kôjirô Matsukata, che nella prima metà del Novecento radunò un’importante collezione di opere europee, tra cui anche dipinti impressionisti: voleva creare un museo d’arte europea in Giappone. Quando Matsukata tornò in Giappone, affidò 400 opere a Léonce Bénédite, direttore del Musée du Luxembourg: durante la guerra, la raccolta fu posta in deposito al Musée Rodin, mentre il dipinto di Manet in questione fu affidato a un agente di Matsukata, Kôsaburô Hioki, responsabile della sicurezza della collezione. Poiché i costi per mantenere la raccolta erano elevati, Hioki vendette venti dipinti, tra cui l’opera di Manet, per raccogliere denaro al fine di coprire i costi per il resto della collezione. Così, tra il 1940 e il 1942, il dipinto entrò in possesso di Hildebrand Gurlitt.

Nel 2014, il Kunstmuseum di Berna, a sorpresa, ha ereditato tutta la collezione Gurlitt: poiché era noto che la provenienza di molti dipinti era dubbia, fu messo in piedi un team di ricerca (il Gurlitt Project) al fine d’indagare quali opere erano state acquisite da Gurlitt in maniera lecita e quali no. Il quadro di Manet è tra quelli acquisiti in maniera lecita ed è stato classificato con un bollino verde, che nell’ambito dell’indagine indica le opere per le quali si sa che è “certa o altamente probabile” la provenienza come arte non requisita dai nazisti.

Il Kunstmuseum, fin dal momento in cui s’è trovato ad aver a che fare con l’enorme collezione Gurlitt, ha chiarito che si riservava la facoltà di vendere opere di provenienza accertata al fine di appianare eventuali deficit finanziari derivanti dalla sua gestione. E così infatti è stato: i costi delle ricerche, quelli per gli avvocati, quelli per i restauri delle opere, unendosi ai costi di due mostre organizzate dall’istituto svizzero, hanno fatto lievitare i debiti del museo, che ha pertanto deciso di vendere l’opera per appianarli. La somma di 4 milioni è stata valutata da esperti indipendenti e, fa sapere il museo, corrisponde alle spese che l’istituto stima per gestire le ricerche, i restauri e le pratiche legati alla collezione Gurlitt (al momento, su più di un migliaio di opere soltanto 28 hanno ottenuto il “bollino verde”). Nel caso in cui il ricavato della vendita dovesse eccedere i costi connessi alla collezione Gurlitt, il Kunstmuseum ha già fatto sapere che la differenza sarà impiegata per ulteriori ricerche sul lascito. Inoltre, per il museo giapponese, che già ospita gran parte della collezione Matsukata (la quale costituisce il nucleo principale del Museo Nazionale d’Arte Occidentale), si tratta di una riunificazione con il resto della raccolta.

“Il Kunstmuseum di Berna”, ha dichiarato Marcel Brülhart, membro del cda del museo e responsabile del Gurlitt Project, “ha accettato l’eredità Gurlitt con grande senso di responsabilità, in modo da chiarire la provenienza dei dipinti e da restituire le opere trafugate ai loro legittimi proprietari. Il cda ha sempre chiarito che il museo non vuole ricavare profitti dal lascito, ma non può neppure sostenere costi aggiuntivi derivanti dal Gurlitt Project. La vendita è necessaria per ottenere risorse per coprire i costi che il Kunstmuseum di Berna ha accumulato negli ultimi cinque anni”.

“Il Museo Nazionale d’Arte Occidentale di Tokyo”, dichiara la sua direttrice Akiko Mabuchi, “annuncia con emozione l’acquisto di Marine, Temps d’orage di Édouard Manet, capolavoro un tempo posseduto da Kôjirô Matsukata, per celebrare i sessant’anni dall’apertura del museo. Kôjirô Matsukata acquisì più di tremila opere d’arte occidentale in almeno dieci anni dal 1916, comprese le 375 opere che inizialmente rimasero in Francia ma che alla fine sono tornate in Giappone per diventare il nucleo della collezione del museo. Le rimanenti opere, fatta eccezione per le 950 perse durante l’incendio del magazzino che le custodiva a Londra, sono state al centro di grandi sforzi per riunire la collezione, dal momento che il Museo Nazionale d’Arte Occidentale, dall’inizio della sua apertura, ne ha acquistate circa 270. Quest’aggiunta è un momento di grande gioia per tutti noi e per gli appassionati d’arte giapponesi. Esprimo gratitudine allo staff e al cda del Kunstmuseum di Berna che ha approvato la vendita, e dichiaro che il Museo Nazionale d’Arte Occidentale conserverà con cura e mostrerà in maniera permanente quest’opera di Manet che è tornata dal suo lungo e difficile viaggio”.

“Il museo”, dichiara Nina Zimmer, direttrice del Kunstmuseum, “è lieto che Marine, Temps d’orage di Édouard Manet venga riunita al resto della collezione Matsukata. Accettando il lascito Gurlitt, organizzando la mostra Gurlitt: Status Report e sovvenzionando il Gurlitt Project, abbiamo fatto grandi progressi nel comprendere la complessa storia dei saccheggi d’arte nazisti e il destino degli artisti, dei collezionisti e dei mercanti ebrei che furono vittime del regime nazista. Il definitivo ritorno dell’opera in quella che potrebbe essere descritta come la sua casa spirituale in Giappone ci sembra la soluzione ideale, con benefici per entrambi gli istituti”.

Nell’immagine: Édouard Manet Marine, Temps d’orage (1873; olio su tela, 55 x 72,5 cm; Tokyo, Museo Nazionale d’Arte Occidentale)

Svizzera, il Kunstmuseum di Berna vende un quadro di Manet per ripianare i debiti connessi al lascito Gurlitt
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