Rivoluzione a Matera: il Museo Nazionale è il primo museo statale a offrire foto open access


A Matera parte una rivoluzione: il Museo Nazionale della città lucana è infatti il primo museo statale a offrire fotografie in open access scaricabili liberamente per qualsiasi scopo. 

Il Museo Nazionale di Matera innesca una piccola rivoluzione: è infatti il primo museo statale italiano a offrire fotografie delle sue collezioni in open access sotto licenza Creative Commons CC BY: questo significa che le immagini sono libere per qualunque utilizzo, anche commerciale, con la sola condizione che le immagini vengano adeguatamente accreditate. Questa prima esperienza lanciata dal museo lucano riguarda al momento soltanto la collezione Rizzon, una delle raccolte di vasi antichi più famose del museo, acquisita dallo Stato Italiano nel 1990 e studiata dai ricercatori di tutto il mondo.

Alcuni musei italiani già mettono a disposizione di pubblico e studiosi contenuti con licenza Creative Commons, ma con distribuzioni che limitano gli utilizzi, e l’unico altro grande museo che adopera la stessa licenza dell’istituto materano è il Museo Egizio di Torino, che però com’è noto è gestito da una fondazione. Il Museo Nazionale di Matera è invece il primo museo che, in seno all’amministrazione statale, per la prima volta diffonde le sue immagini concedendole per qualunque scopo. Così adesso i 74 vasi italioti della collezione Rizzon, 63 apuli e 11 lucani, possono essere visualizzati online sul sito web dedicato. In tutto sono 735 fotografie che permettono a tutti, visitatori e ricercatori, di osservare i vasi da tutte le angolazioni e in primo piano. La licenza Creative Commons CC BY, scelta dal museo, permette a chiunque di scaricare e utilizzare le fotografie gratuitamente per qualsiasi scopo: basta solo accreditare la fonte.

Dall’istituzione del Museo Nazionale di Matera alla fine del 2019, il progetto è stato in costante evoluzione. È stato lanciato nel 2020 tramite una collaborazione tra il nuovo museo nazionale (uno degli istituti autonomi del Ministero della Cultura) e il Centre Jean Bérard, dopo un incontro tra Annamaria Mauro, direttrice del museo, Claude Pouzadoux, allora direttrice del Centre Jean Bérard, e Fabien Bièvre-Perrin, allora ricercatore Marie Sklodowska Curie Individual Fellowship presso l’École française de Rome / Centre Jean Bérard nell’ambito del suo progetto “Feminicon” (ora professore associato presso il centro di ricerca HisCAnt-MA, Université de Lorraine). In relazione alla riorganizzazione della collezione Rizzon all’interno del Museo nazionale di Matera, quest’ultima è stata scelta per guidare questo originale e innovativo progetto di banca dati in open access. Dopo una campagna fotografica condotta nel gennaio 2021, il sito è stato messo online nell’aprile 2021, sotto una licenza CC BY-SA-NC. Dallo scorso dicembre le fotografie sono sotto licenza CC BY, uno sviluppo senza precedenti in Italia per un museo pubblico nazionale.

“L’apertura dei contenuti culturali online, iniziata da qualche grande istituzione più di dieci anni fa e oggi rappresentata in 49 paesi nel mondo, si è confermata pienamente come il futuro della diffusione delle conoscenze e come il rafforzamento dei legami tra i musei e un suo pubblico allargato”, sottolinea Martine Denoyelle dell’Institut national d’histoire de l’art, che ha collaborato all’iniziativa. “In Italia, c’è solo, fino ad oggi, un grande museo ad avere adottato l’Open Content, il Museo Egizio di Torino. L’iniziativa avviata da Fabien Bièvre-Perrin e dalla Direzione del Museo archeologico di Matera offre quindi un modello innovativo, che certamente darà una visibilità eccezionale alle collezioni archeologiche del museo e al dinamismo attuale della sua politica”.

“La digitalizzazione della collezione Rizzon conservata al Museo Archeologico Nazionale di Matera, realizzata grazie agli scatti fotografici di Fabien Bièvre-Perrin”, spiega Mirco Modolo di Creative Commons Italia, “costituisce non solo un’iniziativa di rilievo nell’ambito della valorizzazione di un’importante raccolta del museo, ma va apprezzata anche per aver sposato in pieno la filosofia dell’Open Access. Il Museo Archeologico di Matera realizza in questo modo una delle prime sperimentazione di libero riutilizzo delle immagini delle proprie collezioni nel dare la possibilità a chiunque di riutilizzare liberamente e per qualsiasi scopo le immagini presenti nel sito. Un grande e importante esempio, forse l’unico in ambito statale in Italia, che si spera possa essere seguito anche da altre istituzioni pubbliche del nostro Paese. Il libero riuso dell’immagine digitale del bene culturale pubblico è infatti la forma più concreta di espressione di democrazia della cultura che un museo può manifestare oggi nell’era del digitale”.

Il Museo Nazionale di Matera spera così di stimolare scambi e dibattiti sull’accesso aperto e sui beni culturali italiani, ma anche europei, oltre ad aprire la porta ad altre iniziative simili.

Rivoluzione a Matera: il Museo Nazionale è il primo museo statale a offrire foto open access
Rivoluzione a Matera: il Museo Nazionale è il primo museo statale a offrire foto open access


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