Sapevi che Andy Warhol amava tantissimo il Natale? Ecco perché, ed ecco le sue opere a tema natalizio


Andy Warhol era un grande appassionato del Natale: in questo articolo spieghiamo perché e vediamo alcune sue opere a tema natalizio.

Gli artisti amavano il Natale? Beh, se si pensa all’innumerevole quantità di opere che hanno a che fare con le celebrazioni della nascita di Gesù Bambino, come le Natività, le Adorazioni dei pastori, le Adorazioni dei Magi, si potrebbe pensare a una risposta affermativa. Oppure, si pensi alle varie raffigurazioni dei preparativi per la festa più bella dell’inverno: rappresentazioni di bimbi e adulti gioiosi attorno all’albero di Natale, costellato di mille lucine che rendono ancora più magica l’atmosfera di casa. Una gioia e una magia che da sempre contagia grandi e piccini, perché in fondo col Natale si ritorna tutti un po’ bambini. L’attesa della notte di Natale è vissuta nella maggior parte dei casi allegramente, poiché le famiglie si riuniscono, si scambiano doni, tanti “Buon Natale” riecheggiano nell’aria, si preparano prelibatezze e dolciumi da consumare in compagnia: tutto profuma di festa. Perciò anche le opere che raffigurano la venuta di Cristo creano quell’aura di magia e di allegria che invade l’animo dell’osservatore, poiché fin dall’antichità la nascita del Bambino, seppur illustrata intimamente, raccoglieva attorno a sé molte persone, giunte anche da lontano per celebrare il lieto evento. Il Natale è quindi per antonomasia la festa dello stare in famiglia, del calore e dell’affetto delle persone a noi più care.

Tuttavia con l’avvento del consumismo è un po’ scemato il vero significato del Natale, in quanto sono divenute quasi primarie la corsa ai regali, la sfarzosità degli addobbi e degli accessori, ricordando in minor misura quanto la nascita di Gesù Bambino rimandi al contrario all’umiltà e alla semplicità. Se si pensa a un legame tra consumismo e arte, salta subito alla mente Andy Warhol, pseudonimo di Andrew Warhola (Pittsburgh, 1928 – New York, 1987), uno degli artisti più influenti della scena artistica novecentesca. Nel corso della sua produzione, Warhol ha elevato il consumismo a simbolo dei tempi moderni, presentando prodotti di largo consumo, personaggi famosi del mondo dello spettacolo, pubblicità nelle sue opere. E centro del mondo del consumismo era l’America, paese la cui grandezza, secondo Warhol, consisteva nel suo aver “dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero”, dal momento che “mentre guardi alla televisione la pubblicità della Coca-Cola sai che anche il presidente beve Coca-Cola, che Liz Taylor beve Coca-Cola e che anche tu puoi berla” perché “una Coca è una Coca e nessuna somma di denaro ti può permettere una Coca-Cola migliore di quella che beve il barbone all’angolo della strada”, come scriveva l’artista nella sua Philosophy of Andy Warhol.

L’artista della Coca Cola, della Campbell’s Soup, delle Brillo boxes e di Marilyn Monroe amava profondamente il Natale e in particolare credeva nel Natale americano come una sorta di mito collettivo, una fantasia antropologica alla quale ciascuno cerca di partecipare in modo estremamente accanito. È probabilmente la festa più “popolare” dell’anno, poiché tutti si buttano a capofitto nei preparativi, nei regali, nelle decorazioni e tutti cercano di seguire la filosofia del più bello e del più appariscente per “superare” gli altri. In questo senso Warhol ritrae il Natale americano con tutto ciò che è in esso compreso: dagli alberi alle ghirlande, dalle cartoline d’auguri ai personaggi che appartengono all’immaginario natalizio. Tuttavia, secondo quanto testimoniato da coloro che lo conobbero, Andy Warhol amava molto fare i regali di Natale ed era alquanto generoso verso i suoi amici; inoltre, in puro spirito natalizio, adorava circondarsi delle persone a lui care e dava molta importanza all’amicizia e alla solidarietà. Anche per lui le festività natalizie erano un momento per ritrovare i suoi affetti, per vivere questo periodo dell’anno in compagnia.

Andy Warhol posa con l'albero di Natale
Andy Warhol posa con l’albero di Natale


A differenza di quello che si potrebbe pensare, l’artista era molto religioso: un aspetto poco conosciuto, come quello della sua passione per il Natale, che deriva dalle sue origini. Figlio di Julia e Andrej Warhola, immigrati di origine ruteno-carpatica dell’ex Cecoslovacchia, Andy viveva in un ghetto di Pittsburgh dove si conservava la lingua e parte della cultura e della storia del paese d’origine, compresa la religione cattolica bizantina. Tra altre cose, il cattolicesimo bizantino ruteno osservava l’antico calendario bizantino, secondo cui il Natale non veniva celebrato il 25 dicembre, bensì il 7 gennaio. La sua famiglia era quindi molto praticante: prima di ogni pasto venivano recitate le preghiere e ogni domenica si recavano a messa, nonostante le sei miglia di distanza dalla chiesa. Secondo la testimonianza di Paul, il figlio maggiore dei Warhola, se “non si andava in chiesa alla domenica non si poteva uscire in tutto il giorno. E non avevamo né la radio né nient’altro. E allora cosa si faceva? La mamma ci raccontava delle storie”; e ancora il secondo figlio, John, ricordava che la loro mamma insegnava loro che “andare in chiesa era meglio del possesso di cose materiali”.

I primi disegni a tema religioso di Andy Warhol risalgono al periodo in cui l’artista lavorava a New York come disegnatore pubblicitario per Tiffany & Co.: realizzò una serie di disegni per biglietti d’auguri natalizi. In particolare scelse come tema la Star of Wonder, di cui eseguì molte varianti: un disegno a forma di stella che poteva essere composta da vari elementi, come la rosa, fiore associato alla Madonna, o uccelli colorati. Tra le varianti della Star of Wonder warholiana si notano infatti la stella a cinque punte formata da rose rosse e quella costituita da uccelli dai colori vivaci che si intersecano gli uni sugli altri. Sul retro del biglietto compariva la scritta “Designed by Andy Warhol for Tiffany & Co.”, mentre sotto il disegno campeggiava il nome e cognome dell’artista scritto da sua madre in una grafia all’antica. La Star of Wonder derivava dal ritornello di un canto popolare natalizio che recitava: “Star of wonder, star of night, star with royal beauty bright...”. Queste illustrazioni risalgono alla fine degli anni Cinquanta.

Andy Warhol, Christmas Tree (1957; stampa a colori su cartoncino, 33,9 x 49,6 cm; Collezione privata)
Andy Warhol, Christmas Tree (1957; stampa a colori su cartoncino, 33,9 x 49,6 cm; Collezione privata)


Andy Warhol, Star of wonder (1960; litografia, 129 x 164 mm; Collezione privata)
Andy Warhol, Star of wonder (1960; litografia, 129 x 164 mm; Collezione privata)


Andy Warhol, Tiffany & Co. Christmas Card (1956 circa; stampa a colori su cartoncino piegato, 14 x 10,8 cm; Collezione privata)
Andy Warhol, Tiffany & Co. Christmas Card (1956 circa; stampa a colori su cartoncino piegato, 14 x 10,8 cm; Collezione privata)


Andy Warhol, Ghirlanda (1956 circa; inchiostro e acquerello su carta; Collezione privata)
Andy Warhol, Ghirlanda (1956 circa; inchiostro e acquerello su carta; Collezione privata)

A quegli anni risale anche un disegno raffigurante un’Adorazione dei Magi e un altro che presenta una mano sul cui palmo è appoggiata una capanna con presepe di Natale, immagine che unisce l’originalità di Warhol all’arte del passato. All’interno della capanna si nota la Madonna seduta con sulle ginocchia Gesù Bambino; tutta l’immagine è color oro, compreso l’angioletto che vola sopra la capanna e la stella cometa che illumina la scena. Le dita della mano su cui poggia la natività sono leggermente incurvate in segno di protezione nei confronti della Vergine e il Bambino. Anche questa immagine alluderebbe alle cerimonie natalizie molto familiari all’artista, in quanto apprese durante la sua infanzia e adolescenza quando ancora viveva con i suoi genitori. Nel corso della sua attività come grafico pubblicitario, Warhol illustrò biglietti con angeli, ghirlande, alberi composti di cherubini, animali, strumenti musicali, cornucopie. Lavorò per Tiffany & Co. dal 1956 al 1962, anno in cui cominciò a realizzare le famose Campbell’s Soup. È stato persino realizzato recentemente un libro illustrato all’interno del quale sono stati riprodotti i disegni e i dipinti prodotti dall’artista sul tema del Natale, intitolato Greetings from Andy: Christmas at Tiffany’s.

Nei primi anni Ottanta l’artista tornò sul tema natalizio eseguendo una serie di dipinti che raffiguravano Poinsettias, le piante meglio note come “stelle di Natale”, colorate con toni accesi e anche scuri, per evidenziare come questo fiore sia popolare in occasione di queste festività. Una pianta che si trova ovunque e che viene generalmente regalata in segno di augurio, attorno alla quale si è creato un vero e proprio business.

Ancora, risale al 1981 il portfolio dal titolo Miths che contiene dieci serigrafie di personaggi iconici leggendari, quali Superman, Dracula, Uncle Sam, Howdy Doody (celebre personaggio protagonista dell’omonimo programma televisivo americano per bambini). E ovviamente non poteva mancare Santa Claus, il nostro Babbo Natale. Una carrellata di personaggi d’immaginazione divenuti simboli della cultura mondiale, divinità di una mitologia della moderna immaginazione. Figure conosciute in tutto il mondo che derivano dal cinema, dalla televisione e dalle leggende del passato.

Andy Warhol, Adorazione dei Magi (1954 circa; inchiostro su carta, 61 x 46,4 cm; Collezione privata)
Andy Warhol, Adorazione dei Magi (1954 circa; inchiostro su carta, 61 x 46,4 cm; Collezione privata)


Andy Warhol, Poinsettias (1982; polimeri sintetici e inchiostro su tela, 35,6 x 27,9 cm; Collezione privata)
Andy Warhol, Poinsettias (1982; polimeri sintetici e inchiostro su tela, 35,6 x 27,9 cm; Collezione privata)


Andy Warhol, Santa Claus, dalla serie Myths (1981; stampa, 96,5 x 96,5 cm; Varie collocazioni)
Andy Warhol, Santa Claus, dalla serie Myths (1981; stampa, 96,5 x 96,5 cm; Varie collocazioni)


Andy Warhol e Truman Capote sulla copertina di High Times
Andy Warhol e Truman Capote sulla copertina di High Times

Andy Warhol sapeva essere spiritoso, oltre che abbastanza eccentrico; giocava con il suo aspetto e cercava di non prendersi troppo sul serio. È del 1978 una copertina di High Times in cui Andy appare in abiti da Babbo Natale in compagnia dello scrittore e sceneggiatore statunitense Truman Capote (New Orleans, 1924 – Bel Air, 1984), quest’ultimo vestito da bimba con un grande lecca lecca in mano. Lo spiritoso scatto testimonia il rapporto di amicizia che si instaurò tra i due: appena giunto a New York, Warhol aveva una vera mania per l’autore di Colazione da Tiffany e ogni giorno gli telefonava; egli lo respingeva definendolo “una di quelle persone senza speranza a cui non accadrà mai niente”, fino a quando in occasione di un Natale Warhol gli inviò una scarpa d’oro dipinta a lui dedicata.

Probabilmente, riguardo alle sue opere a tema natalizio, fu fortemente influenzato fin da bambino dalle magiche raffigurazioni di Norman Rockwell (New York, 1894 – Stockbridge, 1978), autore di oltre trecento copertine di The Saturday Evening Post che realizzò dal 1916 al 1963. Rockwell rappresentava nelle sue illustrazioni l’America dal punto di vista politico e culturale con forte dose di ironia. Numerose le sue rappresentazioni natalizie davvero realistiche: ne sono esempî quella che mostra un uomo alle prese con la decorazione dell’albero o l’intera famiglia che arriva a casa della nonna tenendo tra le mani tanti pacchetti regalo e un cane di razza Beagle che corre loro incontro. O ancora Santa Claus mentre è impegnato a leggere al suo scrittoio una moltitudine di letterine oppure la copertina del dicembre 1927 che presenta un grande Babbo Natale sorridente che tiene tra le dita della sua mano un bambino. Scene di vita natalizie che erano pressoché comuni a tutti gli Americani, dal più ricco al meno benestante, poiché il Natale, come affermava Andy Warhol, è la festa più pop che ci sia. È una festa che scalda il cuore e che rende tutto più magico.

Illustrazione natalizia di Norman Rockwell
Illustrazione natalizia di Norman Rockwell


Illustrazione natalizia di Norman Rockwell
Illustrazione natalizia di Norman Rockwell


Norman Rockwell, Copertina del Saturday Evening Post del 3 dicembre 1927
Norman Rockwell, Copertina del Saturday Evening Post del 3 dicembre 1927


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, sono co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. Sono nata a Carrara nel 1987 e mi sono laureata a Pisa. Sono responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

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