Abrogazione bonus diciottenni, le associazioni di categoria sono contrarie


Le associazioni di categoria dei vari settori della cultura hanno cominciato a prendere posizione sull’abrogazione di 18app, il bonus diciottenni che potrebbe essere cancellato. Per ora sono tutti contrari.

Le associazioni di categoria della cultura cominciano a prendere posizione sull’abrogazione di 18app, il bonus cultura per i diciottenni, e al momento tutte le sigle intervenute si schierano contro l’emendamento di Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia) che, se approvato, eliminerà il bonus che distribuisce 500 euro da spendere in cultura a tutti gli italiani che compiono 18 anni. Nonostante la maggioranza abbia annunciato che l’abrogazione da una parte libererà risorse da destinare al settore della cultura e dall’altra dovrebbe condurre a una rideterminazione del bonus, per adesso solo annunciata, le associazioni sono comunque contrarie.

Per Federculture, la cancellazione del bonus “sembra un segnale sbagliato e contradditorio rispetto all’intento dichiarato di voler investire a favore del consumo culturale. Tra l’altro ricordiamo che con la legge di bilancio dello scorso anno la misura era stata correttamente resa strutturale. L’emendamento, che pure prevederebbe che i 230 milioni di euro del Bonus 18App siano ridistribuiti nel settore culturale, comporterà l’eliminazione di un incentivo importante che, anche se con sporadiche distorsioni, ha rappresentato per i più giovani uno stimolo a comprare più libri, ascoltare più musica, andare più frequentemente al cinema. Un investimento estremamente necessario visto il livello mediamente basso di consumi culturali nel nostro paese, sceso ancor di più negli ultimi due anni a causa della pandemia. Auspichiamo che ci siano margini per rivedere la decisione e che possa esserci un confronto con gli operatori del settore sulle misure da adottare. Chiediamo pertanto di poter essere auditi in Commissione Cultura in tempi utili per esporre il nostro punto di vista sulle decisioni che il Governo vorrà adottare”.

Anche Adei, l’associazione degli editori indipendenti, esprime il proprio parere: “Siamo molto soddisfatti che venga istituito un vero e proprio Fondo per il Libro, peraltro fortemente voluto da Adei, l’associazione che rappresenta 250 editori in tutta Italia nonché la maggior parte delle associazioni regionali”, dichiara il Presidente di Adei, Marco Zapparoli, “ma riteniamo indispensabile che disponga di una copertura economica dignitosa: gli emendamenti presentati ufficialmente nelle ultime ore prevedono fondi irrisori”. Secondo l’associazione, “l’eliminazione di App 18, o quanto meno un ridimensionamento così drastico dei fondi previsti avrebbe una ricaduta molto negativa su tutta la filiera del libro. Quello del libro è il comparto culturale economicamente più rilevante, ma ha estremo bisogno di sostegni economici e agevolazioni fiscali”.

NUOVO IMAIE, che si occupa della tutela dei diritti connessi di oltre un milione di artisti, interpreti ed esecutori, si domanda: “Perché rinunciare a investire nel sostegno alla cultura, in un momento come questo, tra l’altro, in cui le difficoltà legate agli aumenti dell’inflazione costringono le famiglie a sacrificare ulteriormente i consumi? Abolire la 18App vorrebbe dire, secondo noi, scegliere di rallentare la crescita di un comparto fondamentale del Paese”. Da un’indagine ISTAT, afferma Andrea Miccichè, presidente di NUOVO IMAIE, “è emerso un quadro a dir poco sconfortante. Solo per fare un esempio, la spesa per cinema, teatri e concerti nel 2021 è stata mediamente di 1 euro e 57 centesimi al mese per famiglia, di contro ai 6 euro e 23 centesimi del 2019. I dati dei consumi rilevati attraverso l’utilizzo della 18App hanno invece certificato come, attraverso questo strumento, i giovani abbiano sostenuto il comparto effettuando l’acquisto di libri, musica, concerti, cinema e teatro. Le giovani generazioni sono il nostro bene più prezioso, perché solo con il loro attivo contributo potremo continuare a dare futuro alla nostra cultura. È giusto ed è un dovere continuare a far percepire l’importanza di fruire della nostra ricchissima offerta culturale offrendo loro strumenti concreti per una adeguata valorizzazione del patrimonio identitario del Paese e per la salvaguardia delle straordinarie professionalità che, a tutti i livelli, proprio intorno alla cultura ruotano e ad essa sono collegate. 18App, secondo noi, va proprio in quella direzione, ed è uno strumento che negli anni ha saputo fare la sua parte nel sostenere un settore già pesantemente penalizzato e su cui le nubi sono ancora dense. Sarebbe un vero peccato farne a meno”.

Contrario anche Ricardo Franco Levi, presidente dell’AIE - Associazione Italiana Editori: “C’è fortissima preoccupazione per l’ipotesi di cancellazione del bonus cultura per i neodiciottenni, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni; proprio nel momento in cui l’Europa ci sta copiando una misura che aiuta le famiglie e rilancia i consumi culturali facendo leva sulla domanda dei più giovani, non riusciamo a comprendere la logica e non possiamo condividere il contenuto di questo provvedimento. Confidiamo che ci possa essere un ripensamento”. La AFI - ssociazione Fonografici Italiani, esprime "grande rammarico e preoccupazione per l’iniziativa politica inserita negli emendamenti della legge di bilancio con la quale praticamente si azzera, seppur momentaneamente il bonus cultura alla base delle iniziative legate all’app18.

Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia, “La preoccupazione è molto forte per l’ipotesi di cancellazione della 18App, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni. Preoccupa perché la 18App è uno strumento fondamentale per stimolare i consumi culturali di tutte le tipologie: grazie a questo incentivo i 18enni di ogni anno comprano libri, musica, cinema, audiovisivi, giornali, ingressi a musei e mostre. I risultati, innegabili, sono stati molto positivi, tant’è vero che anche altri Paesi hanno questo dispositivo, Francia, Spagna e adesso Germania ci hanno copiato mutuando questo approccio. Il rischio quindi è di penalizzare ancor prima delle nostre industrie i giovani consumatori, sempre più avvezzi a questo incentivo, che sono altresì chiamati a una autonoma gestione delle proprie scelte culturali, come in un rito di passaggio. Il nostro auspicio è che ci possa essere un ripensamento perché la 18App rappresenta un serio ed efficace strumento di sostegno ai consumi culturali e un valido mezzo per stimolare le giovani generazioni ad avvicinarsi alla cultura del nostro Paese”.

Si registrano infine le posizioni delle associazioni attive nel settore musicale. Per Enzo Mazza, presidente di FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana, “L’emendamento per abolire il bonus cultura è uno schiaffo ai giovani già penalizzati da assenza di politiche per le nuove generazioni. Un danno enorme per la cultura. Il bonus per anni è stato un successo che ha avvicinato i ragazzi a libri, musica e film, tanto da essere copiato da Paesi come Francia, Spagna e Germania”. Secondo Mario Limongelli, presidente dei Produttori Musicali Indipendenti, 18app “ha permesso per diversi anni ai neo 18enni di supportare attivamente l’Industria Culturale con risultati incoraggianti. Da quando la misura è attiva, infatti, il bonus cultura ha generato un controvalore economico superiore a 1 miliardo di euro. C’è bisogno di investire sui giovani e nella Cultura, patrimonio fondamentale che ha un’importante ricaduta sia sul tessuto sociale che economico del nostro Paese, soprattutto in assenza di nuove politiche per il settore”.

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