È la relazione che fa esistere l'opera. La mostra All inclusive al Museo Guadagnucci di Massa


Recensione della mostra “All inclusive”, a cura di Cinzia Compalati, a Massa, Museo Gigi Guadagnucci, dal 4 giugno al 2 ottobre 2022.

Nove artisti contemporanei, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e con il proprio linguaggio e tecnica, dall’installazione alla scultura, dalla ceramica al video e persino alla realtà virtuale, sono stati invitati a relazionarsi con uno stesso spazio museale attraverso le loro opere, secondo il loro personale gusto e stile. Ne è risultato un progetto espositivo molto armonico, dove, nonostante la diversità degli artisti coinvolti, nessuna opera prevarica le altre in un luogo di condivisione e dove ciascuna può essere letta come lavoro a se stante ma nello stesso tempo come parte di un tutto che affonda le sue radici nell’idea fondamentale di relazione e di comunità. Il principio base attorno al quale è stata concepita la mostra, ideata da Cinzia Compalati che oltre a esserne la curatrice è anche direttrice del museo in cui è allestita fino al 2 ottobre 2022, il Museo Guadagnucci presso Villa La Rinchiostra a Massa, è che sia proprio la relazione a far esistere l’opera stessa: il rapporto con la comunità, con il pubblico e con lo spazio espositivo.

Lo stesso titolo, All Inclusive, rimanda infatti non solo al concetto di inclusione ma soprattutto a quello di condivisione e di interazione: gli artisti si sono infatti impegnati a performare tutti insieme il museo, progettando installazioni che attivassero i suoi spazi. “Gli artisti invitati, tutti diversissimi per poetica e media utilizzati, sono stati selezionati non tanto per gli apporti individuali, quanto per le attitudini a saper interagire all’interno di un gruppo inedito che fosse più della somma dei singoli elementi”, ha spiegato la curatrice. Le nove “postazioni”, come lei stessa le ha definite, vengono perciò assorbite dai visitatori come opere e installazioni d’arte contemporanea di fronte alle quali abbandonarsi totalmente, per viverle cogliendo appieno quella volontà di interazione che sta alla base del progetto.

Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive
Allestimenti della mostra All Inclusive

La prima con cui il pubblico viene accolto nel parco che circonda il museo pone pienamente in evidenza il rapporto opera-osservatore poiché assume un senso solo se il visitatore interagisce con essa. In Anima, del toscano Simone Gori (Firenze, 1986), il pubblico è infatti invitato a guardare in una sorta di serratura creata dall’artista nella monumentale installazione in marmo: grazie a una spia ottica e a un gioco di specchi al suo interno, il visitatore ha occasione di osservare il cielo, che diventa rappresentazione concettuale, mutevole e privata dell’anima, in questo caso non dell’individuo bensì del materiale stesso, tanto caro a Guadagnucci. La visione che se ne avrà sarà sempre diversa e mutevole a seconda del momento della giornata e della condizione del cielo.

Appena entrati nel museo si avrà la possibilità di interagire invece con uno strumento di realtà aumentata progettato da Vincenzo Marsiglia (Belvedere Marittimo, 1972): grazie al visore HoloLens 2 da indossare, i visitatori vedranno le pareti e le opere del museo colorarsi e decorarsi con il pattern iconico dell’artista, ovvero la stella a quattro punte. Il progetto Map (Star) the World coniuga infatti tradizione e innovazione, pittura segnica e nuove tecnologie. Un’esperienza visionaria che porta chiunque indossi il visore in una realtà parallela fatta di colori, simboli da afferrare e pulsanti da cliccare virtualmente.

Ad Aldo Giannotti (Genova, 1977) si deve l’immagine guida della mostra: un disegno in bianco e nero in cui l’artista pone al centro il Museo Guadagnucci, dal cui tetto parte un fascio di luce, ed è proprio grazie al raggio luminoso che il museo viene avvistato da una sorta di astronave. Partendo proprio da questo disegno, l’artista di origini genovesi compie sulla sede museale massese una vera azione performativa, di cui rimane la documentazione fotografica. Un fascio di luce posto sul tetto del Museo Guadagnucci indica nel cielo l’esatta posizione del luogo di cultura, per invitare le persone a visitarlo e a conoscerlo. Il progetto A Vertical Spotlight is placed on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town, che in questa occasione ha coinvolto il Museo Guadagnucci, intende infatti illuminare i luoghi della cultura, facendoli diventare punti di riferimento di una città.

Si entra poi in una festa di compleanno anni Ottanta: i pacchetti regalo, il tavolo imbandito di cose da mangiare, tra cui i taralli, le mozzarelle, i panini e i tramezzini, le pizzette e le olive, lo striscione con le bandierine colorate, tutto in ceramica. È l’installazione di Giorgio Di Palma (Grottaglie, 1981), ideata da Pigment Bari e realizzata con il coinvolgimento dei cittadini di Polignano a Mare, i quali hanno fornito all’artista ceramista immagini fotografiche delle vecchie feste di compleanno allestite in casa, con l’angolo dei regali, l’angolo del cibo, l’angolo vicino al bere con l’immancabile sedia per i genitori. Un viaggio indietro nel tempo che riporta alla mente del pubblico ricordi di decenni passati, attraverso i quali entra inevitabilmente in gioco il senso di comunità.

Simone Gori, Anima (2022, marmo e specchi, 280 x 130 x 110 cm). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci
Simone Gori, Anima (2022, marmo e specchi, 280 x 130 x 110 cm). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci
Vincenzo Marsiglia, Map (Star)the World (2022, still da video su HoLolens 2). Su concessione di Fondazione LK
Vincenzo Marsiglia, Map (Star)the World (2022, still da video su HoLolens 2). Su concessione di Fondazione LK
Aldo Giannotti, A Vertical Spotlight is placed on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town (Massa, 2022). Foto di Marco Petracci
Aldo Giannotti, A Vertical Spotlight is placed on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town (Massa, 2022). Foto di Marco Petracci
Giorgio Di Palma, Festa di compleanno (2021, ceramica e supporti in materiali vari, dimensioni variabili). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci
Giorgio Di Palma, Festa di compleanno (2021; ceramica e supporti in materiali vari, dimensioni variabili). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci

Il tema della relazione con la comunità è al centro anche della performance di Eleonora Chiesa (Genova, 1979), documentata in una sala del museo attraverso un video. L’artista aveva coinvolto nel 2015 alcuni abitanti di Apricale, borgo ligure in provincia di Imperia, nella sua performance Lightness. Durante la festa annuale di Apricale, tra il Castello della Lucertola, la Torracca e la Piazza, Eleonora Chiesa aveva inscenato un progetto performativo frutto della sua residenza d’artista, partendo dal palindromo latino “In girum imus nocte et consumimur igni” utilizzato da Guy Debord nel 1978 per la realizzazione del suo film. Riflettendo sulla solitudine come condizione che può generare sia un senso di isolamento che una riflessione introspettiva, ha realizzato nei luoghi più rappresentativi del borgo un’azione collettiva e partecipata.

La relazione con l’ambiente è invece affrontata in un’altra sala, oscurata per una maggiore visibilità dell’installazione, dalle tre video sculture in alabastro di Aqua Aura (Vimercate, 1969), pseudonimo di un artista che va alla ricerca del sublime nel nostro presente. Su queste particolari sculture a forma di iceberg viene proiettata la registrazione di un’intera giornata sub-artica: dal mattino con un cielo luminoso e attraversato da nuvole bianche a un cielo tempestoso, per arrivare all’imbrunire e al buio della notte con lo spettacolo dell’aurora boreale. La serie Shelters - On the Very Nature of Light, a cui appartengono le tre sculture esposte al museo propone dunque il tema del rapporto tra uomo e natura.

Poetiche e romantiche sono le tre coppie di altalene presentate dal duo Antonello Ghezzi, formato da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980). Da sempre legate al gioco dei bambini, le altalene appese in angoli ad hoc trovati all’interno del museo parlano d’amore: sulle sedute costituite da piani riflettenti si leggono infatti rispettivamente tre frasi differenti, ovvero Spingiamoci Oltre, Tienimi Forte e Sempre Insieme. Tre esclamazioni che fanno riferimento alla magia e alla spensieratezza di un amore adolescenziale, capace di superare tutto solo se si è accanto alla persona amata. Come i binomi scritti sulle altalene, dove le parole perdono senso se allontanate l’una dall’altra.

L’unico scultore in mostra, Sandro Del Pistoia (Viareggio, 1975) propone in dialogo con i capolavori di Gigi Guadagnucci tre sue opere che hanno come colore dominante il bianco, come quelle in marmo del maestro, ma realizzate con materiali leggeri quali seta, cera, legno e gesso. Giorno di trasloco per l’anima, che ricorda una forma a sacco al cui interno è custodita come un tesoro una serie di rami di legno; Gain of function / Aumento di funzione, che raffigura un individuo all’interno di una gabbia dorata; 24/02/2022, che indica la data di inizio lavorazione ma soprattutto la data, nota a tutti, che ha segnato l’inizio della guerra in Ucraina.

Infine, il compositore e sound designer Emiliano Bagnato (La Spezia, 1993) ha reso possibile ai visitatori ascoltare un “dialogo impossibile” con il maestro Guadagnucci incentrato su Brugiana, scultura che porta il nome di un monte sopra Massa molto caro all’artista. Da due vecchie radio esce la voce del noto scultore, tratta da un’intervista compiuta dal videoamatore apuano Alberto Grossi, intervallata a frammenti di canzoni che Guadagnucci amava, reinterpretate dalla chitarra di Bagnato. E il suono della natura e della lavorazione del marmo che fa da sottofondo a questo dialogo impossibile.

Eleonora Chiesa, dalla performance Lightness, Apricale (IM), 2015. Foto di Gabriel Rosso #1
Eleonora Chiesa, dalla performance Lightness, Apricale (Imperia), 2015. Foto di Gabriel Rosso
Aqua Aura, Shelters - On The Very Nature Of Light (2017; video sculture, alabastro, legno, video proiezione, suono - durata 19 min. in loop, dimensioni variabili). Foto di Fabio Fantini
Aqua Aura, Shelters - On The Very Nature Of Light (2017; video sculture, alabastro, legno, video proiezione, suono - durata 19 min. in loop, dimensioni variabili). Foto di Fabio Fantini
Antonello Ghezzi, Tienimi forte (2020; specchi, impianto a led, struttura di legno, cavi, 50 x 25 x 4 cm). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci
Antonello Ghezzi, Tienimi forte (2020; specchi, impianto a led, struttura di legno, cavi, 50 x 25 x 4 cm). Opera installata al Museo Guadagnucci, Massa. Foto di Marco Petracci
Sandro Del Pistoia, Gain of Fuction - Aumento di Funzione (2022; gesso, ottone, stagno, 75 x 24 x 24 cm)
Sandro Del Pistoia, Gain of Fuction - Aumento di Funzione (2022; gesso, ottone, stagno, 75 x 24 x 24 cm)
Emiliano Bagnato, Un dialogo impossibile con G.G. (2022; installazione sonora)
Emiliano Bagnato, Un dialogo impossibile con G.G. (2022; installazione sonora)

Il percorso espositivo si conclude con un’altra opera del duo Antonello Ghezzi: una scala per andare Oltre, parola scritta a Led sulla superficie specchiante, e avvicinarsi così al cielo.

All inclusive è un omaggio in chiave contemporanea non solo al grande scultore a cui è dedicato il museo, ma al museo stesso: i nove artisti coinvolti lo hanno performato, ciascuno a proprio modo, dando vita insieme a un progetto che si lascia piacevolmente guardare, con la volontà di farlo percorrere ai visitatori in maniera attiva e partecipata. Le loro opere sono perfettamente ambientate tra i capolavori del maestro, mantenendo con rispetto l’equilibrio armonico che contraddistingue il percorso espositivo permanente. In più, quest’idea di inclusione, di collaborazione e di relazione sia con il pubblico che con l’ambiente, che è alla base dell’intero progetto, crea un sentimento di positività che soprattutto in questo periodo storico non è affatto da sottovalutare.


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, sono co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. Sono nata a Carrara nel 1987 e mi sono laureata a Pisa. Sono responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

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