Guide turistiche, numeri mostruosi per l'esame per l'abilitazione nazionale: 26.700 domande


Sono state 26.700 le domande presentate in quattro settimane per svolgere l’esame per il conseguimento dell’abilitazione nazionale all’esercizio della professione di Guida Turistica. In media 953 al giorno: numeri mostruosi. Ecco cosa c’è da sapere.

Sono state 26.700 le domande presentate in quattro settimane (la scadenza è stata il 27 febbraio) per svolgere l’esame per il conseguimento dell’abilitazione nazionale all’esercizio della professione di Guida Turistica. In media 953 al giorno, numero astronomico se si pensa che attualmente sono 14 mila quelle abilitate (di cui in Lazio 2.617, in Toscana 2.516, in Puglia 1.419, in Sardegna 1.203 e in Campania 1.147) e che le previsioni fossero di avere 10 mila domande: il ministro Santanchè ha parlato (al Sole 24 Ore) di una risposta andata “al di là delle nostre più rosee aspettative” testimoniando “quanto fosse attesa e necessaria la riforma che il Ministero del Turismo, intercettando questa esigenza del comparto, ha fortemente voluto attuare. L’esame di abilitazione consentirà di individuare i professionisti più meritevoli, qualificati e preparati”. L’esame è una novità introdotta dalla Legge 190 del 13 dicembre 2023 che istituisce l’Elenco Nazionale delle Guide Turistiche (ENGT) al quale occorre essere registrati per poter praticare la professione. Per accedervi occorre superare l’esame suddiviso in una serie di prove orali e scritte, mentre le guide che erano abilitate con la normativa pre-vigente alla riforma si sono potute iscrivere senza bisogno di fare prove (come abbiamo spiegato in quest’altro articolo).

L’alto numero numero di domande da una parte fa capire quanta voglia di lavorare nel mondo della cultura ci sia tra i giovani ma dall’altra fa venire le prime preoccupazioni. Confguide parla senza mezzi termini del rischio dell’abbassamento qualitativo della professione: “Numeri elevati che non possono che preoccupare e che impongono riflessioni”, ammonisce Valeria Gerli, Presidente di Confguide, la Federazione nazionale delle guide turistiche aderente a Confcommercio, “Perché – continua Gerli – se da un lato alcune realtà territoriali ed alcune tipologie di attività lamentano una carenza di professionisti abilitati, dall’altro immettere sul mercato questo potenziale numerico pari al doppio delle guide in esercizio, porterà a triplicare entro l’anno il numero dei professionisti, con conseguenze tutte da verificare. Temiamo inoltre che come ulteriore conseguenza si abbassi il livello qualitativo dei servizi offerti, in un contesto che, invece, chiede sempre maggiore qualità, anche per contrastare i fenomeni di overtourism”. Sicuramente preoccupa l’aumento della concorrenza tra le guide. Ma non è solo il numero dei candidati a preoccupare ma anche un abbassamento del livello minimo di accesso all’esame: Confguide infatti, pur avendo apprezzato la Riforma attesa dalla categoria da oltre 10 anni, aveva già posto l’accento sul suo depotenziamento voluto dalla Commissione Europea rispetto all’impianto originario, con il titolo di accesso alla professione passato da laurea a diploma, e le lingue straniere passate da due a una, e di livello B2.

Micol Caramello, presidente di Federagit - Confesercenti parla di “segnale importante di interesse verso la professione” sulla grande partecipazione al bando e prosegue chiedendo al Ministero che “continui a coinvolgere le Associazioni di categoria: Federagit è disponibile a offrire il proprio contributo, anche per la composizione delle commissioni, affinché l’iter si concluda al più presto e nel miglior modo possibile per tutti, Ministero e nuove guide”. Per poi arrivare alle criticità da affrontare: “Con un numero così elevato di candidature, praticamente il doppio del numero di guide attualmente abilitate, e un programma così ampio sarà chiaramente difficile organizzare le prove. E non dimentichiamo che si tratta di una sorta di ‘anno zero’ per un esame nazionale che si attendeva da oltre dieci anni. Per questo garantiamo il massimo sostegno al Ministero. L’obiettivo è un esame serio, in grado di tutelare sia i 14mila professionisti già iscritti nell’elenco nazionale sia le future guide. Professionisti che, come abbiamo ribadito più volte, sono un anello fondamentale della filiera del turismo, il biglietto da visita dell’Italia nei confronti di tanti viaggiatori che scelgono le nostre città, i nostri borghi per le vacanze”.

L’Esame consiste in tre prove di cui la prima, di scrematura, a crocette con 80 quesiti e 90 minuti di tempo per rispondere. Dopo la prima prova a test si va alla prova orale con almeno un punteggio di 25 (consiste in un colloquio in italiano e in lingua straniera scelta per sondare la preparazione e la conoscenza della lingua). La terza è una – inedita – prova sul campo: la “prova tecnico-pratica” è una una simulazione di visita guidata in lingua madre e straniera su una destinazione estratta a sorte.

La macchina organizzativa è già in moto pur se complessa (per il costo necessario è stato chiesto a ognuno di versare 10 euro di quota di compartecipazione alle spese del Ministero) e potrebbe iniziare a esaminare i candidati già a primavera. A chi supererà il concorso verrà rilasciato un tesserino di riconoscimento da esibire ogni volta che si esercita la professione, e anche in questo caso si chiede una compartecipazione alla spesa di realizzazione con 30 euro.

Guida turistica. Foto: Bernie Almanzar
Guida turistica. Foto: Bernie Almanzar

A quel punto tutte le guide saranno reperibili sul sito dell’Elenco nazionale con i recapiti e le proprie specializzazioni così da poter controllare se la persona a cui ci si affida sia effettivamente abilitata e al contempo un modo per aiutare i turisti in cerca di una guida di avere un luogo dove poterle trovare. L’Elenco è consultabile qui. Dall’elenco è anche possibile tracciare l’aggiornamento professionale delle guide posto che per rimanere nell’elenco occorrono 50 ore di formazione ogni tre anni. L’esame verrà bandito dal Ministero ogni anno. Il tema delle guide abusive in questi anni si è intrecciato con la modifica della normativa fino al 2013 prevedeva la competenza territoriale specifica nella quale si poteva operare, corrispondente ai confini della provincia scelta, in una sola lingua, e gli albi e relative normative erano in capo alle singole Regioni. Quando con la normativa europea la competenza è obbligatoriamente passata al territorio nazionale c’è stata una levata di scudi dalla categoria che lamentava come una guida specializzata sui beni artistici di, ad esempio, Napoli, potesse dal giorno dopo operare anche a Milano o Venezia. Un cambiamento che andava, era l’accusa, a discapito della competenza specifica dei luoghi e della qualità del servizio offerta.

Il sistema su base provinciale garantiva che quanti volessero spaziare su più territori dovessero superare il relativo esame sulle conoscenze della nuova provincia. La legge europea 97 del 2013 ha liberalizzato la circolazione delle guide turistiche dando loro la possibilità di esercitare su tutto il territorio nazionale e negli altri paesi europei senza necessità di autorizzazioni o abilitazioni. Un cambio epocale per il settore che paventava il rischio di visite guidate fatte da personale non all’altezza del luogo, al quale provò a porvi rimedio il Governo nel 2015 circoscrivendo per alcune mete culturali l’obbligo a una specializzazione ma vi fu ricorso e la norma cadde soccombendo alla supremazia gerarchica della norma europea. Fino al 2020 quindi la situazione era quella delle Regioni che organizzavano gli esami sulla storia locale con l’automatica abilitazione a operare sul territorio nazionale. Con la Riforma del 2023 si assegna dignità alle guide turistiche al pari di una professione con l’Albo e l’uniformità delle procedure di accesso uguali in tutta Italia e non diversificate regione per regione.

“L’istituzione dell’esame e dell’elenco nazionale – disse la ministra Santanchè all’avvio delle iscrizioni per il concorso a gennaio – fungono da doppia garanzia: da un lato, per le guide stesse, naturalmente, perché ne riconoscono le professionalità e la specializzazione, ne conferiscono prestigio e, in generale, contrastano l’abusivismo; e, dall’altro lato, per i turisti, dal momento che – conclude Santanchè – si va a certificare le competenze di chi racconta il patrimonio artistico, culturale, naturale, storico della nostra splendida Penisola”.

L’Italia dunque si allinea alla normativa europea che prevede la libera circolazione dei professionisti in ambito europeo ma c’è chi continua a preferire il modello precedente: quanto mai potrà essere preparata una guida abilitata in Romania che da un giorno all’altro viene a spiegare a una comitiva a Ferrara le bellezze cittadine rispetto a chi aveva una specifica competenza territoriale certificata? Ma tant’è, ce lo chiede l’Europa.


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Andrea Laratta

L'autore di questo articolo: Andrea Laratta

Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.




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