Quasi 2.100 indagati per una truffa ai danni dello Stato tramite l’illecito e fittizio utilizzo del “bonus vacanze” che durante gli anni della pandemia da Covid era stato istituito dal governo per aiutare il settore turistico. La pletora di indagati è formata dai finti villeggianti che in accordo con un hotel di Napoli fingevano di andarci a trascorrere le vacanze per monetizzare il buono con denaro contante dando la possibilità all’albergatore di riscuotere il bonus dallo stato.
A far scoprire tutto è stata l’ingordigia: le indagini della Guardia di Finanza infatti sono scattate dal sospetto giro d’affari per un alberghetto di 11 stanze in una zona non esattamente di grande richiamo. L’albergatore riscuoteva le somme corrispondenti al bonus per un controvalore pari a 10 volte il tutto esaurito dell’hotel in un giorno andando a totalizzare 800mila euro. Ciascun finto cliente adesso vedrà la sanzione amministrativa da parte del prefetto che può arrivare fino al triplo di quanto ottenuto indebitamente dallo Stato. Ognuno di loro partecipava alla truffa di massa in cambio di una somma variabile tra i 100 e i 300 euro. I bonus introdotti tra le misure di sostegno al comparto turistico durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, consistevano in un contributo fino a 500 euro destinato a famiglie con un reddito Isee fino a 40.000 euro, da spendere in unica soluzione per soggiorni in strutture ricettive in Italia: alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast. I bonus venivano anche incassati in periodi dell’anno in cui furono in vigore divieti di spostamento o limitazioni tra regioni.
La Guardia di Finanza su indicazione della Procura della Repubblica ha sequestrato all’albergatrice somma pari a quanto indebitamente ottenuto.
Napoli, 2.100 indagati per truffa sui bonus vacanze del Covid |
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.