Le antiche terme romane... d'Inghilterra: alla scoperta di Bath


Bath è una città termale inglese di antichissima fondazione: già i romani scoprirono le sue sorgenti, e aprirono qui impianti termali ancor oggi visibili. Un giro alla scoperta della città.

Molto più a nord delle Alpi c’è un’antica città romana famosa per i suoi impianti termali sopra cui la stessa città che si sviluppò in seguito si identificò per sempre fin dal nome. Siamo a Bath (che in inglese significa proprio “bagno”), in Inghilterra, e le Terme Romane poste nel suo cuore, famose in tutto l’impero, ne hanno fatto un sito culturale tutelato dall’Unesco dal 1987.

Nella piovosa Inghilterra, in questo luogo, i romani duemila anni fa trovarono l’unica sorgente spontanea dell’isola, che sgorgava calda intorno ai 35 gradi centigradi nelle vasche delle terme, davvero ideale per costruirvici un impianto di questo tipo per chi arrivava da territori caldi e mediterranei. Le vasche dove i romani si immergevano per curare i reumatismi sono adesso un museo, il Museo dei Bagni Romani, ma la sorgente è stata utilizzata per costruire un impianto moderno allo stesso scopo. Arte, storia e modernità che si fondono nel centro di una cittadina che è anche caratteristica per il suo stile palladiano degli edifici risalenti al XVIII secolo, ispirati al Rinascimento italiano.

Esempio di ingegneria idraulica e architettonica insieme come sono soliti stupirci i romani a millenni di distanza, le terme di Bath sono bene conservate (costruite ai tempi di Vespasiano, 75 d.C., furono utilizzate fino alla fine del dominio romano in Britannia intorno agli inizi del 400 d.C.) e consentono al visitatore di conoscere il classico percorso che faceva chi vi accedeva all’epoca, passando dalle varie vasche a differenti temperature, dal frigidarium al calidarium. Qui veniva anche adorata la dea Minerva, e la celtica Aquae Sulis (dea dell’acqua).

Oggi, ogni anno arrivano oltre un milione e trecentomila persone a visitare questa cittadina e il museo che ha una notevole collezione di reperti, tra le maggiori fuori dall’Italia: spicca la testa in bronzo dorato (con sei strati di doratura) della dea Sulis Minerva, scoperta nel 1727. Una statua che doveva essere collocata all’interno del tempio ad essa dedicata, accanto alla Fonte Sacra. La Grande Vasca era alimentata con acqua calda direttamente dalla Fonte Sacra e forniva la possibilità di una rilassante nuotata calda. La vasca rivestita con 45 spesse lastre di piombo è profonda 1,6 metri: era originariamente coperta con una costruzione a falde in legno, che fu sostituita nel II secolo con una volta in ceramica molto più pesante, che richiedeva pilastri rinforzati per sostenerla. Il risultato è stato che i sottili pilastri originali sono stati ispessiti e proiettati nella vasca stessa.

Terme romane di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Terme romane di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Terme romane di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Terme romane di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Terme romane di Bath. Foto: Roman Baths
Terme romane di Bath. Foto: Roman Baths
Terme moderne di Bath. Foto: Visit Britain
Terme moderne di Bath. Foto: Visit Britain
Royal Crescent. Foto: Visit Britain
Royal Crescent. Foto: Visit Britain
Assembly Rooms. Foto: Bath Tourism Plus
Assembly Rooms. Foto: Bath Tourism Plus
Abbazia di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Abbazia di Bath. Foto: Bath Tourism Plus
Veduta di Bath. Foto: © OUR PLACE The World Heritage Collection
Veduta di Bath. Foto: Amos Chapple / OUR PLACE The World Heritage Collection

Il complesso poi si componeva di un Cantone di Laconium caratterizzata da caldo secco, una vasca circolare per il bagno in acqua fredda e le terme orientali con la vasca per il bagno tiepido. In quelle sul lato occidentale molte erano le stanze riscaldate. Siamo infatti di fronte a uno dei maggiori siti archeologici romani d’Europa, che continua ad arricchirsi nel tempo: nel 2007 l’ultima scoperta di otto sacchi di monete e altri oggetti. Per i Romani questa era un santuario di riposo e relax, non una città di guarnigione come la maggior parte degli insediamenti romani (nonostante Tacito nell’80 d.C. descrivesse la presa delle acque come “uno di quei lussi che stimolano al vizio”). Rispetto ad altri insediamenti romani questo resistette nel tempo con una sua riscoperta nel medio evo grazie alle capacità benefiche dell’acqua. E nel Settecento era meta di intellettuali e aristocratici per venire “a fare le acque”.

La scoperta archeologica è di circa 100 anni fa e la particolarità dell’acqua che sgorga spontaneamente dopo aver raggiunto la temperatura di quasi 100 gradi nel sottosuolo con l’effetto dell’energia geotermica, arriva in superficie in copiosa quantità a oltre 40 gradi centrigradi e il moderno stabilimento termale ha una piscina sul tetto dell’edificio con una splendida vista sulle vie della città georgiana e sull’abbazia in stile gotico. Da visitare anche questa.

Nelle motivazioni dell’inserimento di Bath nella lista Unesco si legge che “lo stile neoclassico degli edifici pubblici (come le Assembly Rooms e la Pump Room) si armonizza con le proporzioni grandiose dei complessi monumentali (come Queen Square, Circus e Royal Crescent) e riflette collettivamente le ambizioni, in particolare sociali, della città termale del XVIII secolo. Sopravvive un’ampia gamma di spazi interconnessi formati da mezzelune, terrazze e piazze poste in un rapporto armonioso con il paesaggio verde circostante. Il rapporto della città georgiana con l’ambiente delle colline circostanti rimane chiaramente visibile”. E ancora: “I singoli edifici georgiani riflettono la profonda influenza di Palladio (1508-1580) e la loro scala collettiva, lo stile e l’organizzazione degli spazi tra gli edifici incarnano il successo di architetti come John Woods (1704-1754, 1728-1782), Robert Adam (1728-1792), Thomas Baldwin (1750-1820) e John Palmer (1738-1817) nel trasporre le idee di Palladio alla scala di una città completa. situato in una conca tra le colline e costruito secondo un estetismo paesaggistico pittoresco che crea una forte atmosfera da città giardino, più simile alle città giardino del XIX secolo che alle città rinascimentali del XVII secolo”. Un luogo, insomma, sviluppatosi nei secoli attorno a una sorgente che ne ha portato culture e stili artistici per farne una città da tutelare.

Sui prodigi dell’acqua ci limitiamo a riferire quanto le cronache, o le leggende, intorno a questa fonte le attribuiscono. Sul sito delle moderne terme infatti si fa riferimento a un episodio della fine del Seicento che ne aumentò la fama: la reputazione di Bath per essere “meravigliosa e più eccellente contro tutte le malattie del corpo” fu “aumentata dalla visita nel 1687 della moglie del re Giacomo II, Maria di Modena (Maria Beatrice d’Este). Dopo un periodo in cui non era in grado di concepire un erede, le fu raccomandato dal suo medico reale di prendere le acque del Bagno della Croce, il che la portò a dare alla luce poco dopo un figlio, il ‘Vecchio Pretendente’. Per celebrare questo evento, è stata eretta nel Bagno della Croce l’elaborata Croce di Melfort, che ha rafforzato la sua posizione come il bagno più alla moda dove i bagnanti bevevano cioccolato con l’accompagnamento di musicisti”. Non sappiamo se fosse stato effettivamente merito dell’acqua ma certo è che quelle pareti e quelle strade hanno da raccontare una storia lunga duemila anni.

Le antiche terme romane... d'Inghilterra: alla scoperta di Bath
Le antiche terme romane... d'Inghilterra: alla scoperta di Bath


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte