L’unico, grande labirinto all’aperto della Basilicata è situato in un sito archeologico. A una quindicina di chilometri da Potenza, lungo la Via Appia, si trova il borgo di Baragiano, dove duemila e cinquecento anni fa visse un re del popolo dei peuketiantes, una popolazione di stirpe apula che abitava la Lucania preromana. Il sovrano, di cui non conosciamo il nome, fu sepolto con il suo ricco corredo di armi e di simboli regali in una tomba nei pressi dell’odierna cittadina: è proprio sul sito di questa sepoltura del VI secolo a.C. che è stato aperto l’Archeoparco del Basileus, un parco archeologico di carattere didattico (al momento aperto saltuariamente: per informazioni è possibile consultare il sito web), attraverso il quale, lungo un percorso che include la visita alla tomba del re (“Basileus” in greco vuol dire proprio “re”), allestimenti evocativi, postazioni scenografiche, ricostruzioni di ambienti, una simulazione di uno scavo che riproduce fedelmente la sepoltura del basileus, e poi musiche, giochi e anche un giardino, intende far scoprire al pubblico (in particolare quello di giovani e giovanissimi per i quali è stato immaginato l’allestimento) la ricca storia antica di questo territorio, con particolare riferimento alle vicende dei peuketiantes.
Il Ministero della Cultura definisce l’Archeoparco del Basileus una “porta d’ingresso per un viaggio nella storia e nel mito attraverso l’archeologia lucana”, che “propone diverse chiavi di lettura, culturale, scientifica, didattica e ludica per avvicinare il pubblico alla conoscenza dell’antichità e della storia”, anche con l’ausilio della tecnologia (presente anche una guida turistica virtuale).
Una delle principali caratteristiche dell’Archeoparco del Basileus è la presenza di un labirinto, che arricchisce il sito fin dall’anno dell’apertura al pubblico dell’Archeoparco stesso, il 2008. Come diversi labirinti ha una forma circolare: ha un diametro di diciotto metri, il suo tracciato è piuttosto semplice e non presenta difficoltà, le pareti sono realizzate in mattoni e i muri sono riempiti con arbusti e alberelli che ingentiliscono il suo aspetto.
Potrebbe sembrare un elemento puramente decorativo, eppure c’è un legame tra il basileus sepolto a Baragiano e il labirinto. Il corredo funebre del re era infatti colmo di ceramiche con la raffigurazione di storie tratte dalla mitologia greca, inclusa quella di Teseo, l’eroe ateniese che, recandosi a Creta per uccidere il Minotauro dopo essersi offerto come volontario, si recò nel labirinto del re Minosse, costruito per intrappolare l’animale metà uomo e metà toro, e con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse, che gli diede un filo da dipanare tra i meandri del dedalo per non perdersi, riuscì a ritrovare la via d’uscita. I peuketiantes erano particolarmente attratti dal mito di Teseo: per le culture antiche che erano in contatto con la Grecia, la figura di Teseo era simbolo della ragione che vince contro la forza bruta, della cultura che ha la meglio sull’inciviltà, del trionfo della vita sulla morte.
Il labirinto riesce dunque, intanto, a evocare queste storie tramandate dalla mitologia. Ma non solo: il labirinto dell’Archeoparco del Basileus potrebbe avere a sua volta una funzione simbolica. È un modo per stabilire una connessione tra il visitatore e l’antichità, è un mezzo per collegare chi entra nel sito ai misteri insoluti (e alcuni dei quali forse insolubili) che lo avvolgono, è simbolo di quanto sia complicato il cammino della conoscenza, soprattutto se oggetto dell’indagine è una civiltà antica. Percorrere dunque il labirinto dell’Archeoparco significa arricchire la propria esperienza del sito archeologico.
Il percorso è rivolto soprattutto a un pubblico di bambini e ragazzi, che magari per la prima volta sperimentano la possibilità di camminare all’interno di un dedalo, oppure per la prima volta visitano un sito archeologico. Il dedalo costituisce infatti una delle attività con finalità didattiche del sito: all’interno, il visitatore incontra, impressi al suolo, frammenti di immagini del Vaso di Eracle ritrovato a Baragiano: compito di chi percorre il labirinto è osservare questi frammenti che si ripongono al centro del percorso in un’unica immagine. Anche il labirinto, dunque, vuol essere per il giovane pubblico dell’Archeoparco una sorta di porta d’accesso verso un viaggio nella storia e nel mito dell’antica terra di Lucania.
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