Dopo 83 anni, il più bel ritratto siciliano di Augusto torna a casa, a Centuripe


Il più bel ritratto di Augusto conservato in Sicilia torna finalmente a casa dopo 83 anni: il busto, conservato per otto decenni al Museo Archeologico di Siracusa, torna infatti definitivamente a Centuripe. Sarà conservato nel museo archeologico della cittadina. 

Dopo 83 anni, il ritratto marmoreo di Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, il “miglior di età augustea conservato in Sicilia” (così lo aveva definito Nicola Bonacasa, a lungo direttore dell’istituto di Archeologia dell’università di Palermo), torna Centuripe dopo essere stato custodito da sempre presso il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa: il busto, infatti, pur essendo stato ritrovato (nel 1938) nella cittadina in provincia di Enna, era stato subito trasferito nel museo siracusano, suscitando proteste degli abitanti. Il rientro dell’opera è stato fortemente voluto dal sindaco di Centuripe, Salvatore La Spina, e dall’assessore regionale Alberto Samonà, che si dicono orgogliosi ed emozionati per l’importante traguardo.

Il rientro del ritratto di Augusto è infatti frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra diverse istituzioni: l’Assessorato per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana; il Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, tra le cui competenze rientra il Museo archeologico regionale di Centuripe, ed il Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro villa Tellaro e Akrai all’interno della cui gestione rientra il Museo “Paolo Orsi” di Siracusa. Assieme all’importante ritratto e grazie al protocollo d’intesa tra gli enti, l’intera collezione centuripina, custodita presso il Museo Paolo Orsi, sarà trasferita presso il Museo Archeologico Regionale di Centuripe per una durata di 5 anni. La collezione comprende anche altri due straordinari ritratti, uno di Germanico e uno di Druso Minore, oltre a importanti vasi centuripini e diverse opere fittili.

La testa di Augusto fu rinvenuta a Centuripe il 30 aprile 1938, mentre erano in corso le celebrazioni del bimillenario augusteo, per merito di uno degli operai intenti a scavare il cavo di fondazione di uno dei quattro piloni destinati a sorreggere un tratto di strada. L’opera emerse proprio in quella città che lo stesso Ottaviano quasi duemila anni prima aveva sostenuto, assieme a Siracusa e a Catania, per ricambiare l’aiuto offertogli durante la campagna contro Sesto Pompeo in Sicilia. Il ritratto è scolpito sullo stesso modello di quello della statua di Augusto rinvenuta nella villa della moglie Livia a Prima Porta, ora custodita nei Musei Vaticani. Dopo il rinvenimento, nonostante opposizioni e le resistenze della comunità centuripina, che aveva cercato in tutti i modi di bloccare la partenza del reperto, e malgrado fosse già stato fondato l’Antiquarium Comunale, fu deciso, all’epoca, di trasferirlo a Siracusa.

Il ritratto marmoreo era già ritornato nella cittadina dell’ennese per un breve periodo nel settembre 2011. Si trattava di un prestito temporaneo di qualche mese, che era riuscito a far registrare un considerevole incremento di visitatori presso il nuovo Museo Regionale.

“È senza dubbio una grande opportunità”, commenta l’Assessore Alberto Samonà, “che permette a dei reperti straordinari rinvenuti tanto tempo fa e conservati al ”Paolo Orsi“, di essere valorizzati nel loro contesto originario e, al tempo stesso, di far conoscere anche ”fuori casa“ il bel museo intitolato al noto archeologo roveretano. È un’iniziativa di politica culturale che mira a preservare i luoghi meno noti della Sicilia interna, per una narrazione che tenga conto della loro storia straordinaria e della loro importanza strategica. Egualmente, è un modo per testimoniare un lavoro proficuo fra parchi archeologici, quello di Catania e quello di Siracusa, volto a far conoscere l’offerta culturale del Paolo Orsi anche al di fuori della sede museale aretusea, creando i presupposti per la nascita di un museo diffuso, che possa far dialogare territori diversi nel nome di una nuova strategia di promozione dell’archeologia e della nostra identità”.

“Il Laboratorio Centuripe”, sostiene Carlo Staffile, Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, “consiste nel primo tentativo della direzione del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, villa del Tellaro e Akrai, di cui il prestigioso museo Paolo Orsi fa parte, di offrire a musei archeologici siciliani il prestito a lunga scadenza di un’intera collezione archeologica ad oggi non esposta nelle sale del museo aretuseo. Un’intera collezione (e non la restituzione del singolo reperto, come spesso è accaduto e accade, capolavoro attrattore, è vero, ma nella realtà sottratto al complesso unitario dello scavo) significa centinaia di oggetti, un insieme di storia e cultura materiale venuta alla luce grazie all’opera di grandi archeologi, significa il racconto di un paese, un vero e proprio pezzo di museo nel museo. Non uno smembramento, dunque, ma una restituzione, in cui il valore e la storia del territorio di riferimento possano essere veicolo e traino per la riscoperta da parte della cittadinanza delle proprie radici ma anche la proposta di un itinerario turistico culturale”.

Il Museo Archeologico di Centuripe, con l’arrivo di questa importante collezione, si arricchisce e completa l’imponente raccolta che è, caso raro se non unico, proveniente esclusivamente da scavi locali. Per Gioconda Lamagna, Direttore del Parco Archeologico di Catania, “l’arrivo dei tre ritratti arricchirà l’esposizione che a buon diritto può essere definita il fulcro del Museo, costituita dal complesso proveniente dal vicino edificio di età imperiale tradizionalmente detto degli Augustales. Imponenti statue marmoree, teste-ritratto, iscrizioni onorarie in latino, che destano grande impressione anche per l’allestimento, di grande effetto scenografico; ad essi si aggiungeranno i tre ritratti del ”Paolo Orsi“, con il duplice risultato di ricostituire il contesto di provenienza e di arricchire il già cospicuo patrimonio di storia e arte del Museo di Centuripe. Sarà insomma un’occasione per riaccendere i riflettori sull’importantissimo patrimonio archeologico della città e rilanciare l’immagine del museo dopo la lunga pausa imposta dall’emergenza Covid”.

“Un risultato storico”, sottolinea il sindaco Salvatore La Spina, “siamo felici ed emozionati. Il rientro della Testa di Augusto è un obiettivo che ci eravamo fin da subito prefissi e rappresenta un vero momento di svolta per tutta la comunità. Questo ritratto, per la sua bellezza ed eleganza mi auguro possa diventare il simbolo della rinascita del paese, un marchio identificativo che imprimerà ancor di più il nome di Centuripe negli annali della storia e del mondo intero. La sua bellezza sarà l’emblema del nostro progetto di rilancio di Centuripe Città Imperiale. Ringrazio l’Assessore Alberto Samonà, la Direttrice Gioconda Lamagna, il Direttore Carlo Staffile, e tutti i funzionari dell’Assessorato e dei Parchi Archeologici di Siracusa e Catania per l’attenta quanto disponibile collaborazione intrapresa nei mesi precedenti. Che Altro aggiungere, l’imperatore torna a casa!”.

Dopo 83 anni, il più bel ritratto siciliano di Augusto torna a casa, a Centuripe
Dopo 83 anni, il più bel ritratto siciliano di Augusto torna a casa, a Centuripe


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