Scoperta in una grotta calcarea sull’isola indonesiana di Sulawesi la più antica opera d’arte rupestre figurativa finora conosciuta. Il rinvenimento risale a qualche anno fa ed era stata originariamente datata, utilizzando un differente approccio, a un minimo di 43.900 mila anni fa; ora, da indagini compiute con metodi avanzati, sembra, secondo quanto si legge sullo studio pubblicato su Nature, che questa risalga invece a più di 51mila anni fa. L’opera rappresenta un cinghiale che viene cacciato da tre figure umane, una delle quali tiene le braccia spalancate, mentre un’altra punta verso il collo dell’animale un bastone.
I ricercatori, guidati dall’archeologo Adhi Agus Oktaviana dell’Indonesian National Research and Innovation Agency (BRIN) di Giacarta, hanno utilizzato per le indagini la “laser ablation uranium-series” (LA-U-series), un metodo innovativo e sofisticato che analizza piccoli strati di carbonato di calcio che si sono formati sulla parte superiore dell’opera per determinarne l’età. Ne è risultato che l’opera ha almeno 51.200 anni.
“I nostri risultati sono molto sorprendenti: nessuna delle famose opere d’arte europee dell’era glaciale è lontanamente antica quanto questa, ad eccezione di alcuni controversi ritrovamenti in Spagna”, ha affermato Adhi Agus Oktaviana. “Gli esseri umani probabilmente raccontano storie da molto più di 51.200 anni, ma poiché le parole non si fossilizzano, possiamo solo basarci su proxy indiretti come le raffigurazioni di scene nell’arte, e l’arte di Sulawesi è ora di gran lunga la più antica prova del genere nota all’archeologia”.
“La tecnica innovativa che abbiamo sperimentato per prima ci consente di creare mappe dettagliate degli strati di carbonato di calcio”, ha affermato il professor Joannes-Boyau della Southern Cross University. “Questa capacità ci consente di individuare e di evitare le regioni interessate dai processi di diagenesi naturale, che derivano da intricate storie di crescita. Di conseguenza, le nostre determinazioni dell’età per l’arte rupestre diventano più solide e affidabili”.
La nuova datazione dell’opera d’arte rupestre rinvenuta sull’isola di Sulawesi mette in discussione due premesse fondamentali nello studio dell’arte del Pleistocene, entrambe basate sulla ricca documentazione della produzione artistica dell’Europa del Paleolitico superiore: prima di tutto che la raffigurazione di antropomorfi o figure simili a esseri umani non divenne relativamente comune fino alla fine del tardo Pleistocene, e in secondo luogo, che la creazione di evidenti composizioni narrative era generalmente rara o assente nell’arte rupestre primitiva.
Sulla base del lavoro di datazione, ora sembra che le raffigurazioni di figure antropomorfe che interagiscono con gli animali appaiano nell’arte rupestre del tardo Pleistocene di Sulawesi a una frequenza non riscontrata altrove fino a decine di millenni dopo in Europa. Questo implica che una vasta cultura della narrazione si sia sviluppata in un periodo iniziale della lunga storia dell’Homo Sapiens in questa regione, in particolare l’utilizzo della rappresentazione scenica per raccontare storie visive sulle relazioni uomo-animale.
Foto: Griffith University
La più antica opera d'arte rupestre figurativa risale a più di 51mila anni fa: scoperta in Indonesia |