Sudan, scoperti i resti di un'imponente cattedrale: forse è la più grande dell'antica Nubia


In Sudan, a Dongola, un team di archeologi polacchi ha scoperto i resti di un’imponente cattedrale cristiana: si tratta forse della più grande chiesa della Nubia medievale. 

Importante scoperta archeologica in Sudan: un team polacco del Centrum Archeologii Śródziemnomorskiej (Centro di Archeologia del Mediterraneo) dell’Università di Varsavia ha infatti ritrovato, nel sito di Old Dongola, i resti di quella che potrebbe essere la più grande chiesa conosciuta della Nubia medievale. La chiesa in questione potrebbe essere stata la sede di un arcivescovo che governava la gerarchia ecclesiastica su di un territorio che si estendeva su mille chilometri lungo le rive del Nilo, tra la prima e la quinta cateratta. Secondo il professor Artur Obłuski, capo della spedizione a Dongola e direttore del Centro polacco di archeologia mediterranea dell’Università di Varsavia, questa scoperta cambia non solo la nostra conoscenza della città stessa, ma anche il modo in cui ricostruiamo la storia della chiesa nubiana.

Dongola era la capitale della Makuria, uno dei tre regni cristiani nubiani. Gli archeologi polacchi lavorano su questo sito dal 1964, proseguendo le ricerche iniziate allora dal professor Kazimierz Michałowski dopo i successi del suo lavoro in un altro centro nubiano, Faras, la capitale del regno di Nobadia. Le strutture appena scoperte sono ubicate nel pieno centro dell’antica città. Le pareti dell’abside, che era il luogo più sacro della chiesa, sono decorate con dipinti raffiguranti due ordini di figure monumentali. È la più grande abside finora scoperta in Nubia: ha un diametro di 6 metri, e la larghezza della chiesa cui apparteneva è di circa 26 metri. A fianco è stata trovata anche una tomba sormontata da una grande cupola.

L’edificio appena scoperto si trova al centro della cittadella che è circondata da un muro alto circa 10 metri e spesso 5 metri. Gli scavi hanno dimostrato che questo era il cuore dell’intero regno della Makuria, poiché tutte le strutture scoperte erano di carattere monumentale: chiese, un palazzo e grandi ville appartenenti a élite ecclesiastiche e laiche.

“Se le nostre stime basate sulle dimensioni conosciute saranno confermate”, afferma Artur Obłuski, “si tratta della più grande chiesa finora scoperta in Nubia. Le sue dimensioni sono importanti, ma lo è anche la posizione dell’edificio, nel cuore di una città di 200 ettari, capitale dei regni combinati di Nobadia e Makuria. Appena ad est dell’abside fu aggiunto un grande edificio a cupola. Abbiamo una grande analogia per un complesso architettonico simile: Faras. Anche lì, la cattedrale sorgeva al centro della cittadella, e ad est di essa si trovava la tomba a cupola di Joannes, vescovo di Faras. Tuttavia, c’è una grande differenza nella scala degli edifici. La cupola sopra la tomba di Joannes ha un diametro di 1,5 metri, mentre la cupola sopra l’edificio di Dongola è di 7,5 metri”.

Gli archeologi ipotizzano che, proprio come a Faras, la grande chiesa di Dongola fungesse da cattedrale, e come a Faras vicino alla cattedrale fu eretta una tomba di dignitari, probabilmente vescovi. La conferma di questa ipotesi avrà conseguenze significative per gli studi sulla Nubia. Finora un’altra chiesa situata fuori dalla cittadella era considerata la cattedrale di Dongola: si tratta di un edificio le cui caratteristiche avrebbero influenzato nei secoli l’architettura religiosa della Nubia. “Se abbiamo ragione, è stato un edificio completamente diverso a fare tendenza”, afferma Obłuski.

Il prossimo passaggio sarà lavorare sulla conservazione dei dipinti rivenuti nel complesso: di questa fase si occuperanno i conservatori del Dipartimento di Conservazione e Restauro delle opere d’arte dell’Accademia di Belle Arti di Varsavia, che lavorano sotto la supervisione del professor Krzysztof Chmielewski. Il loro compito immediato è quello di assicurare i dipinti scoperti su base continuativa e, a lungo termine, di prepararli per l’esposizione. A differenza di Faras, possono essere lasciati sui muri della chiesa. “Per continuare gli scavi”, spiega il professor Chmielewski, “l’intonaco murario, che si presenta indebolito e scrostato, deve essere rinforzato, e poi accuratamente ripulito da strati di terra, sporco e depositi salini particolarmente dannosi per le pitture parietali. Quando verrà costruita una copertura adatta a questo prezioso reperto, sarà possibile iniziare la conservazione estetica finale dei dipinti”. Le prossime campagne di scavo a Dongola sono previste per l’autunno di quest’anno e l’inverno del 2022.

Nella foto, i resti della cattedrale

Sudan, scoperti i resti di un'imponente cattedrale: forse è la più grande dell'antica Nubia
Sudan, scoperti i resti di un'imponente cattedrale: forse è la più grande dell'antica Nubia


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