A distanza di oltre tre secoli, gli Appartamenti dei Principi di Palazzo Carignano a Torino accolgono nuovamente, dal 20 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, il dipinto Belisario chiede l’elemosina di Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino (Milano, 1661 - 1713). L’opera affronta un soggetto raro nella pittura barocca, raffigurando il generale romano Belisario ridotto in povertà e rimasto cieco. Questa scelta iconografica assume un chiaro valore allegorico, strettamente connesso alla vicenda personale del committente che ne volle la realizzazione. Alla sorte del condottiero si affianca infatti la storia di Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano, detto “il Muto”, il cui conflitto con Luigi XIV si concluse con l’esilio, conseguenza del rifiuto di contrarre un matrimonio imposto con una nobildonna francese.
Le figure sono disposte secondo una costruzione scenica di forte impatto teatrale, articolata in due gruppi distinti dal sapiente uso di luce e ombra. La composizione unisce una solennità di matrice classica a una vibrante ricchezza cromatica, influenzata dalla tradizione dei pittori genovesi attivi presso la corte sabauda.
Realizzata intorno al 1697 per volontà del principe Emanuele Filiberto, l’opera fa oggi ritorno nella sua sede originaria grazie a un complesso lavoro di ricerca che ha coinvolto studi approfonditi, indagini archivistiche e collaborazioni specialistiche, consentendone l’identificazione e il recupero. Commissionata alla fine del Seicento per decorare una sala degli appartamenti, la grande tela, di dimensioni pari a 208 per 195 centimetri, era probabilmente collocata in origine al centro di un soffitto a cassettoni. In seguito venne trasferita a Parigi dal figlio del principe, Vittorio Amedeo, e alla sua morte fu dispersa in seguito della vendita all’asta del 1743, perdendo così ogni legame documentato con il palazzo.
Riapparsa sul mercato antiquariale francese all’inizio del Novecento, la tela fu acquistata dal capostipite di una famiglia fiorentina, con un’attribuzione allora riferita a Luca Giordano. Conservata nelle raccolte private della famiglia fino a tempi recenti, è stata sottoposta tra il 2020 e il 2021 a un accurato intervento di restauro che ne ha restituito leggibilità e integrità. Il 3 novembre 2025 le Residenze reali sabaude hanno formalizzato l’acquisizione dell’opera.
Il ritorno del Belisario nella sua collocazione originaria rappresenta un momento importante per la storia artistica e collezionistica di Palazzo Carignano, che si inserisce nel più ampio contesto di un importante cantiere di valorizzazione che consentirà, nel corso del prossimo anno, l’apertura di un percorso museale completamente rinnovato all’interno della prestigiosa residenza, dotato di soluzioni espositive e museografiche all’avanguardia.
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