Artissima, tutte le opere vincitrici: chi ha vinto i premi dell'edizione 2022


Si è chiusa l’edizione numero 29 di Artissima. Ecco chi ha vinto i premi dell’edizione 2022: tutte le opere vincitrici. 

Si è chiusa ieri a Torino la ventinovesima edizione di Artissima, la fiera d’arte contemporanea che come da tradizione si è svolta all’Oval Lingotto del capoluogo piemontese. Come ogni anno, la fiera assegna diversi premi. Ecco di seguito tutti i vincitori.

La ventiduesima edizione del Premio illy Present Future, sostenuto da illycaffè dal 2001 e assegnato al progetto ritenuto più interessante in Present Future, la sezione che Artissima dedica ai talenti emergenti, va a Peng Zuqiang. L’artista è presentato dalla galleria Antenna Space, Shanghai.

Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Tominga O’Donnell, senior curator Contemporary Art al MUNCH di Oslo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Fabian Schöneich, founding director del CCA Berlin – Center for Contemporary Arts a Berlino, e Moritz Wesseler, direttore del Fridericianum di Kassel, con la seguente motivazione: “Da oltre vent’anni il Premio illy Present Future è un indicatore affidabile di artisti emergenti di grande interesse. Noi giurati ci congratuliamo con i curatori, Saim Demircan e Maurin Dietrich, per l’ampia selezione di partecipanti, che mostra una gamma diversificata di approcci, mezzi e posizioni di artisti provenienti da tutto il mondo. La qualità delle opere presentate da tutti gli artisti ha reso il compito della giuria una sfida stimolante e produttiva. Dopo attente considerazioni, siamo giunti a una decisione unanime e siamo lieti di assegnare il Premio illy Present Future 2022 a Peng Zuqiang, la cui opera ad Artissima è presentata dalla galleria Antenna Space. Il video Sight Leak (2022) di Peng, originariamente girato in pellicola 16 millimetri, è liberamente ispirato ai diari dei viaggi di Roland Barthes in Cina. Nel film, una telecamera traballante segue un “turista locale” nei suoi spostamenti nella città natale dell’artista: Changsha. Nella sua opera, Peng getta un ponte tra passato e presente in un modo ammaliante e soffuso di un senso di nostalgia, pur mantenendo una rilevanza contemporanea con discussioni di classe, riferimenti alla queerness e desideri latenti. La giuria ha trovato questa precisa presentazione molto convincente e attende con ansia la mostra legata al premio di Peng Zuqiang alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo il prossimo anno”.

Negli anni scorsi il premio è stato vinto da Shizuka Yokomizo (2001), Padraig Timoney (2002), Phil Collins (2003), Manuele Cerutti (2004), Michael Beutler (2005), Sergio Prego (2006), Patricia Esquivias (2007), Mateo Tannatt (2008), Luca Francesconi (2009), Melanie Gilligan (2010), Dina Danish (2011), Naufus Ramirez-Figueroa/Vanessa Safavi/Santo Tolone (2012), Caroline Achaintre and Fatma Bucak (2013), Rachel Rose (2014), Alina Chaiderov (2015), Cécile B. Evans (2016), Cally Spooner (2017), Pedro Neves Marques (2018), aaajiao (2019), Radamés “Juni” Figueroa (2020) e Diana Policarpo (2021).

Peng Zuqiang, Sigh leak (2022; Singolo canale, b/n da 16 mm, pellicola super 8 trascritta in immagine HD, 12'15'')
Peng Zuqiang, Sigh leak (2022; Singolo canale, b/n da 16 mm, pellicola super 8 trascritta in immagine HD, 12’15’’)

La terza edizione del Premio FPT for Sustainable Art, promosso da FPT Industrial con l’intento di generare un incontro tra sostenibilità, innovazione e arte, va a Nohemí Pérez. L’artista è presentata dalla galleria mor charpentier, Parigi e Bogotà.

Il Premio FPT for Sustainable Art Award è stato conferito all’artista da una giuria internazionale composta da Hélène Guenin, direttrice del MAMAC Nice di Nizza, Markus Reymann, direttore del TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna e Gian Maria Tosatti, artista, con la seguente motivazione: “L’artista colombiana Nohemí Pérez esplora le tensioni del suo territorio d’origine, Catatumbo, al confine tra Venezuela e Colombia, rappresentando le specie in via di estinzione e la distruzione causata dalle attività estrattive e dai conflitti sociali. Il riferimento al carbone come strumento nelle sue opere incarna il rapporto del territorio con le miniere. Pérez usa il materiale con drammatica grazia, dimostrando il suo profondo radicamento al territorio che intende difendere. Nohemí Pérez ha trovato nella galleria mor charpentier un ecosistema artistico naturale che sostiene con grande coerenza le buone pratiche ambientali”.

Negli scorsi anni il premio è stato vinto da Renato Leotta (2020) e da Lennart Lahuis (2021).

Il Premio VANNI #artistroom, lanciato dal marchio VANNI occhiali e assegnato all’artista la cui ricerca artistica possa offrire uno sguardo originale sulla realtà, aprendo, come farebbe una lente, un orizzonte inaspettato e sorprendente, è stato vinto da Teresa Giannico. L’artista è presentata dalla galleria Viasaterna, Milano.

Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Bruno Barsanti, direttore Fondazione Elpis di Milano, Marco Enrico Giacomelli, filosofo e giornalista, e da Letizia Schätzinger, giornalista, “per la capacità dell’artista di raggiungere una forma altra di pittura attraverso un’espansione del medium fotografico e dell’immagine digitale. Lavorando con detriti visuali provenienti da un archivio da lei costantemente alimentato, Giannico arriva a creare paesaggi umani e naturali che pur non essendo pittorici assumono una qualità quasi impressionistica”. La giuria ha anche deciso di dare una menzione d’onore a Silvia Hell della galleria A+B, Brescia “per la sua abilità di far slittare dati concreti tra linguaggi differenti. In questo modo risultati scientifici sull’inquinamento ambientale vanno a integrare le note musicali di uno spartito per pianoforte meccanico, mentre una cartografia storica si trasforma in sculture in bilico tra arte e design”.

La prima edizione del premio, nel 2021, è stata vinta da Catalin Pislaru.

Teresa Giannico, Green woods (2022; stampa su carta di cotone, 130 x 86 mm)
Teresa Giannico, Green woods (2022; stampa su carta di cotone, 130 x 86 mm)

La tredicesima edizione del Premio Ettore e Ines Fico, promosso da MEF Museo Ettore Fico di Torino e volto a promuovere e valorizzare il lavoro di giovani artisti attraverso un’acquisizione, è stato vinto da Kate Newby. Tra gli artisti presentati in fiera, il vincitore è stato scelto perché si è distinto per poetica creativa e ricerca a livello internazionale. L’artista è presentata dalla galleria Art: Concept, Parigi.

L’artista è stata selezionata da Renato Alpegiani, collezionista di Torino, Andrea Busto, presidente e direttore del MEF Museo Ettore Fico di Torino, e da Valerie Da Costa, storica e critica d’arte e curatrice di Parigi: “I tre lavori esposti nello stand della galleria sono stati prodotti quest’anno con fabbriche francesi. Newby è un artista che crea le sue installazioni in base al sito e all’ambiente, spesso urbano, e in location dismesse. Utilizza materiali comuni come ciottoli, chiodi e corde, il suo lavoro esplora i dettagli della vita quotidiana. La forza e la potenza dei materiali stessi esaltati dalla semplicità minimale delle forme, spesso pure e geometriche, pongono la sua opera in una dimensione senza tempo in cui lo spettatore è chiamato ad interrogarsi sul senso e la poetica della vita”.

L’opera acquisita dal MEF è Close is good (2022, vetro), prodotto in collaborazione con Ateliers Loire, Chartres, Francia. In questi anni il premio è stato attribuito a: Mimosa Echard (Martina Simeti di Milano) e Namsal Siedlecki (Magazzino di Roma) nel 2021; Alessandro Scarabello (The Gallery Apart di Roma nel 2020), Guglielmo Castelli (Francesca Antonini di Roma e Rolando Anselmi di Berlino/Roma nel 2019), Georgia Sagri (Anthony Reynolds di Londra nel 2018), David Douard (Chantal Crousel di Parigi nel 2017), Gian Maria Tosatti (Lia Rumma di Milano/Napoli nel 2016), Anne Imhof (Isabella Bortolozzi di Berlino nel 2015), Lili Reynaud-Dewar (Emanuel Layr di Vienna/Roma nel 2014), Petrit Halilaj (Chert di Berlino nel 2013), Luca Trevisani (Pinksummer di Genova nel 2012), Rä Di Martino (Monitor di Roma nel 2011) e Rossella Biscotti (Prometeo Gallery Ida Pisani di Milano nel 2010).

Kate Newby, It makes my day so much better if i speak to all of you (2022; Porcellana, minerali, vetro trovato)
Kate Newby, It makes my day so much better if i speak to all of you (2022; Porcellana, minerali, vetro trovato)

Le opere acquisite per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sono: Rossella Biscotti, Trees on land (Alberi sulla terra), 2021, Galerie mor charpentier; Pietro Moretti, La visita, un’altra visita, 2022, Galleria Doris Ghetta; Klaus Rinke, Durchs bild format gehen von rechts nach links (Attraverso il formato del quadro, andando da destra verso sinistra), 1972, Galleria Thomas Brambilla. Le opere acquisite per la GAM di Torino sono: Nicolò Cecchella, Marsia, 2015-2022, Galleria Cardelli & Fontana; Simone Forti, Illuminations (Illuminazioni), 1972, Galleria Raffaella Cortese; Francesco Gennari, Autoritratto su menta, 2020; Galerie Ciaccia Levi; Claudia Losi, Arazzo, 1995 in progress, Galleria Monica De Cardenas.

Rossella Biscotti, Trees on land (2021; vasi di ceramica, 100 x 60 x 60 cm)
Rossella Biscotti, Trees on land (2021; vasi di ceramica, 100 x 60 x 60 cm)
Pietro Moretti, La visita, un’altra visita (2022; olio su tela, 150 x 250 cm)
Pietro Moretti, La visita, un’altra visita (2022; olio su tela, 150 x 250 cm)
Klaus Rinke, Durchs bild format gehen von rechts nach links (1972; Stampa ai sali d'argento, opera unica composta da 16 fotografie, 59 x 42 cm ciascuna)
Klaus Rinke, Durchs bild format gehen von rechts nach links (1972; Stampa ai sali d’argento, opera unica composta da 16 fotografie, 59 x 42 cm ciascuna)
Nicolò Cecchella, Marsia (2015-2022; cemento, sabbia di fiume, ferro, carta, gomma, silicone al platino, 103 x 82 x 23 cm)
Nicolò Cecchella, Marsia (2015-2022; cemento, sabbia di fiume, ferro, carta, gomma, silicone al platino, 103 x 82 x 23 cm)
Francesco Gennari, Autoritratto su menta (2020; stampa su carta di cotone, 41,6 x 30,8 cm)
Francesco Gennari, Autoritratto su menta (2020; stampa su carta di cotone, 41,6 x 30,8 cm)
Claudia Losi, Arazzo (1995 - ; Tessuto di cotone e lane con tintura vegetale di rovo, 250 x 150 cm)
Claudia Losi, Arazzo (1995 - ; Tessuto di cotone e lane con tintura vegetale di rovo, 250 x 150 cm)

La terza edizione del Premio Tosetti Value per la fotografia, sostenuto da Tosetti Value - Il Family office, va a Oroma Elewa. L’artista è presentata dalla galleria In Situ - Fabienne Leclerc, Parigi.

Il premio è stato conferito all’artista da una giuria internazionale composta da Fatma Bucak, artista, Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie d’Italia – Torino, e Walter Guadagnini, direttore di CAMERA Centro italiano per la fotografia di Torino. Questa la motivazione: “Il Premio Tosetti Value per la fotografia va a Oroma Elewa, un’artista il cui lavoro fotografico riflette con ironia e puntualità su tematiche sociali, culturali, politiche e razziali nella società africana, essendo anche mediate dalle esperienze personali e dirette dell’artista, attiva nella comunità nigeriana. I temi di genere e di identità dominano il lavoro di Elewa e per questo assumono rilevanza sia specifica rispetto al contesto nazionale dell’artista, che generale, essendo queste un’urgenza globale della contemporaneità. L’opera di Oroma Elewa gioca ironicamente su una serie di stereotipi della rappresentazione della figura femminile, con uno sguardo particolare al mondo della fotografia di moda e delle riviste patinate. Il topos della ragazza nera, seducente, viene rispettato pienamente nell’iconografia che occupa la parte sinistra dell’opera, ma viene messo in discussione – e sostanzialmente deriso – nella parte destra, nella quale una frase riafferma l’individualità delle scelte della protagonista dello scatto. Attraverso la pratica dell’autoritratto, Elewa si mette in gioco in prima persona, rimandando allo stesso tempo – attraverso i suoi travestimenti – a una ormai lunga tradizione fotografica, che dagli anni della Pictures Generation e in particolare dall’emersione della figura di Cindy Sherman e dalla pratica della scrittura in chiave di slogan di autrici come Barbara Kruger giunge sino all’attualità. L’opera di Elewa conferma, d’altra parte, la straordinaria vitalità della fotografia proveniente dal continente africano, capace di unire l’immediatezza dell’immagine con una riflessione sulle tematiche più stringenti dell’attualità”.

La prima edizione del Premio Tosetti Value per la fotografia è stata assegnata a Raed Yassin, presentato dalla galleria Isabelle van den Eynde di Dubai; la seconda edizione ha premiato Fatma Bucak, presentata dalla galleria Peola Simondi di Torino. Tosetti Value – Il Family office ha acquisito un’opera di entrambi gli artisti per la propria Collezione corporate.

Oroma Elewa, Tom Relax - Area Babes and Ashawo Superstars (2021; due stampe su carta, 172 x 222 cm)
Oroma Elewa, Tom Relax - Area Babes and Ashawo Superstars (2021; due stampe su carta, 172 x 222 cm)

Il vincitore della prima edizione del Matteo Viglietta Award, promosso da Collezione La Gaia e pensato per ricordare Matteo Viglietta grande e appassionato collezionista che ha avuto un legame particolarmente forte con Artissima fin dagli esordi, è Vasilis Papageorgiou. L’artista è presentato dalla galleria UNA, Piacenza.

Il Matteo Viglietta Award è stato conferito all’artista da una giuria internazionale composta da Eva Brioschi, curatrice della Collezione La Gaia di Busca, Alice Motard, direttrice del CEAAC di Strasburgo e Franco Noero, fondatore della galleria Franco Noero di Torino, con la seguente motivazione: “Le motivazioni della scelta dell’opera di Vasilis Papageorgiou sono legate alla natura dell’attività della Viglietta Matteo spa, come descritto nell’identità del premio stesso, ma ovviamente gli elementi che ci hanno convinti sono molteplici. L’opera, una panchina pensata per essere occupata da una sola persona, ha richiamato alla memoria la persona che noi oggi vogliamo celebrare, e la sua assenza che riempie il nostro spazio e vivere quotidiano. La panchina è anche un luogo per il riposo, per l’ozio e per la contemplazione. Il luogo per il tempo rubato alla produttività, come quello che Matteo dedicava all’arte, togliendolo al suo amato lavoro, e che diventava il tempo del piacere condiviso nelle lunghe innumerevoli discussioni sull’arte, sugli artisti, sulle opere. Infine quest’opera premia insieme un giovane artista greco e una giovane galleria italiana. E Matteo è stato giovane nello spirito fino all’ultimo giorno della sua vita. Eppure quest’opera ci è sembrata paradossalmente senza tempo, quasi come se occupasse un tempo sospeso, un tempo scandito dalla vita interiore più che dalla frenesia delle nostre attività quotidiane”.

Vasilis Papageorgiou, Together we don't stand (I) (2021; metallo, tessuto ramato, cemento, bronzo, alluminio, marmo, ceramica, 85 x 140 x 80 cm)
Vasilis Papageorgiou, Together we don’t stand (I) (2021; metallo, tessuto ramato, cemento, bronzo, alluminio, marmo, ceramica, 85 x 140 x 80 cm)

La vincitrice della terza edizione del Carol Rama Award promosso dalla Fondazione Sardi per l’Arte e assegnato all’artista che interpreta, attraverso la sua ricerca e il suo lavoro, l’ideale di creatività femminile non-convenzionale e la libertà artistica che Carol Rama incarnava e trasmetteva con le sue opere e la sua personalità, è Anna Perach. L’artista è presentata da galleria ADA, Roma.

Il premio è stato conferito all’artista da una giuria internazionale composta da Jacopo Crivelli Visconti, curatore e critico d’arte indipendente di San Paolo, Laura McLean-Ferris, curator at large dello Swiss Institute a New York, e Zoe Whitley, direttrice della Chisenhale Gallery di Londra, con questa motivazione: “L’artista ucraina Anna Perach (1985) ha creato un nuovo corpo di lavori materialmente complessi e narrativamente avvincenti. Queste protesi indossabili si ispirano in egual misura a forme storiche di corsetteria metallica e alle tradizioni di tessitura di tappeti in filato tufted dell’Europa orientale. Singolarmente e collettivamente come giuria, abbiamo trovato sorprendenti e originali queste creazioni che ricordano sculture pendenti a parete. Siamo rimasti affascinati anche dalla possibilità di attivazione che offrono durante le performance dell’artista”.

Nel 2021 il Premio Carol Rama è stato assegnato a Ivana Spinelli, presentata dalla galleria GALLLERIAPIÙ di Bologna. Nel 2020 a Zehra Doğan, presentata dalla galleria Prometeo Gallery Ida Pisani di Milano e Lucca.

Anna Perach, Storia notturna (2019; filato trapuntato, perline e struttura in legno)
Anna Perach, Storia notturna (2019; filato trapuntato, perline e struttura in legno). Foto di Roberta Segata

I vincitori della seconda edizione del premio “ad occhi chiusi…”, nato dalla collaborazione tra Artissima e Fondazione Merz e assegnato agli artisti internazionali presenti in fiera che meglio rispecchiano le attività di ricerca della Fondazione sulla giovane arte del mediterraneo, sono Alex Ayed e Nona Inescu ex aequo, presentati rispettivamente dalla galleria ZERO…, Milano, e dalla galleria SpazioA, Pistoia.

Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Owen Martin, direttore e capo curatore della Norval Foundation di Cape Town, Beatrice Merz, presidente della Fondazione Merz di Torino e ZACentrale di Palermo, Agata Polizzi, coordinatrice culturale di ZACentrale di Palermo, e Bart van der Heide, direttore del Museion di Bolzano, con questa motivazione: “La giuria ha premiato due vincitori, Alex Ayed e Nona Inescu per l’edizione di quest’anno. Entrambi gli artisti recuperano e immaginano storie che sfidano le narrazioni lineari attraverso pratiche che sono incorporate nell’esperienza vissuta. Il riutilizzo di materiali esistenti, spesso comuni, in un continuum tra naturale e artificiale, è limitato da espedienti come il formato di un dipinto, per Ayed, e armature metalliche accuratamente fabbricate, per Inescu. Questa tensione implicita, produttivamente mai risolta, fa emergere nuove associazioni e significati. La giuria ritiene che la città di Palermo, con le sue storie densamente stratificate e la posizione all’intersezione di due continenti, nonché il supporto del team di ZACentrale, sia un contesto ideale per questi artisti per intraprendere una residenza e produrre nuovi lavori o un intervento”.

L’edizione 2021 del progetto ha selezionato Heba Y. Amin, presentata dalla galleria Zilberman di Istanbul e Berlino.

Alex Ayed, Untitled (Vent) (2015; Sabbia del Sahara, bocchetta di aerazione in alluminio, dimensioni variabili). Foto di Sebastiano Pellion di Persano
Alex Ayed, Untitled (Vent) (2015; Sabbia del Sahara, bocchetta di aerazione in alluminio, dimensioni variabili). Foto di Sebastiano Pellion di Persano
Nona Inescu, Reliquiary (Finger) (2022; acciaio cromato e pietra, 52 x 12 x 10 cm)
Nona Inescu, Reliquiary (Finger) (2022; acciaio cromato e pietra, 52 x 12 x 10 cm)

La vincitrice della prima edizione del premio ISOLA SICILIA 2022, nato dalla collaborazione tra Artissima e Fondazione Oelle di Aci Castello, in provincia di Catania, scelto tra gli artisti rappresentati dalle gallerie in fiera, è Dala Nasser. ISOLA SICILIA è un format esperienziale dedicato agli “artisti naviganti” del terzo millennio atto a valorizzare la ricerca artistica contemporanea indirizzata al campo delle arti visive, fotografia, video, sound art e altro: azioni intese come attraversamenti culturali in Sicilia. L’artista è presentata dalla galleria Deborah Schamoni, Monaco.

Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Etienne Bernard, direttore FRAC Bretagne a Rennes, Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro Pecci di Prato, e Francesca Guerisoli, direttrice del MAC Contemporary Art Museum di Lissone, con questa motivazione: “Il premio va all’artista Dala Nasser per la portata della sua ricerca sull’idea di affrontare l’astrazione come territorio politico. La giuria riconosce la sua ambizione di sviluppare un’opera tanto tangibile quanto poetica. Ritiene inoltre che la residenza in Sicilia le darà l’opportunità di ampliare ulteriormente il suo lavoro che è un arcipelago profondamente personale e relazionale”.

Dala Nasser, Anemone (2022; Lenzuola, federe, tinture a base di ibisco e anemone, cenere, sale, nastro, ossido di ferro, acqua piovana, 227 x 202 cm)
Dala Nasser, Anemone (2022; Lenzuola, federe, tinture a base di ibisco e anemone, cenere, sale, nastro, ossido di ferro, acqua piovana, 227 x 202 cm)

Artissima, tutte le opere vincitrici: chi ha vinto i premi dell'edizione 2022
Artissima, tutte le opere vincitrici: chi ha vinto i premi dell'edizione 2022


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