La guerra al centro del Padiglione dell'Ucraina alla Biennale di Venezia. Ecco come sarà


Presentato nei giorni scorsi il Padiglione dell’Ucraina della Biennale di Venezia. Sarà una mostra che racconterà esperienze di diversità e unione nel contesto della guerra che l’Ucraina combatte contro la Russia dal 2022. Ecco tutti i dettagli e come sarà il padiglione ucraino.

S’intitolerà Net Making la mostra che il Padiglione dell’Ucraina presenterà alla sessantesima Biennale di Venezia: non è stato semplice curare la partecipazione alla Biennale, per la seconda volta da quando la Russia ha invaso il paese nel 2022, ma alla fine curatori e artisti sono riusciti nel loro lavoro, per cui dal 20 aprile al 24 novembre 2024 l’Ucraina sarà regolarmente presente alla principale mostra d’arte contemporanea del mondo. I dettagli del progetto sono stati presentati lo scorso 25 gennaio in una conferenza stampa a Kyiv, alla quale hanno partecipato il ministro della cultura Rostyslav Karandeev e il commissario del padiglione, Taras Shevchenko, viceministro per l’integrazione europea.

“Uno dei migliori modi di comunicare”, ha detto il ministro Karandeev durante la conferenza stampa, “è attraverso l’arte. Possiamo trasmettere molto di più attraverso mostre e festival che attraverso le comunicazioni tradizionali, anche quelle accompagnate da un linguaggio economico e militare. L’emozione che accompagna un’azione culturale è più potente del linguaggio dei numeri. Vogliamo davvero che il padiglione diventi vivace, riunisca molte persone, pensieri, discussioni, musica, in modo che per ogni visitatore della Biennale di Venezia diventi una regola visitare il nostro padiglione e conoscere l’arte moderna ucraina, con le narrazioni che portiamo al mondo”. Il tema del padiglione ucraino sarà strettamente connesso a quello della Biennale curata da Adriano Pedrosa e intitolata Stranieri ovunque, che tocca le questioni dell’alterità e della convivenza delle diversità, fondamentali per tutte le società del mondo. “Il tema della Biennale di quest’anno”, ha dichiarato Shevchenko, “è strettamente intrecciato con le narrazioni della nostra modernità, sia ucraina che europea. Molti dei nostri concittadini si sono trasferiti a vivere in altri paesi. Speriamo temporaneamente, ma comprendiamo che non tutti torneranno. Allo stesso tempo, molti stranieri sono arrivati in Ucraina per aiutare, fare volontariato e combattere al fronte. Pertanto questi significati ci sono molto vicini”. Il commissario ha anche sottolineato che, con un’invasione su larga scala come quella che l’Ucraina sta subendo, l’attenzione del mondo si concentrerà sul paese, e la prossima edizione della Biennale di Venezia sarà un’occasione per promuovere l’arte ucraina nel mondo.

Making of di Saluti sinceri di Katya Buchatska
Making of di Saluti sinceri di Katya Buchatska
Un fotogramma da Civili. Invasione di Andriy Rachynskyi e Daniyl Revkovskyi
Un fotogramma da Civili. Invasione di Andriy Rachynskyi e Daniyl Revkovskyi

Come sarà il Padiglione dell’Ucraina? I curatori della mostra Net Making, Viktoria Bavykina e Maksym Horbatskyi, hanno detto che si sono concentrati non solo sulle differenze, ma anche sulle azioni congiunte. “Dopotutto, durante la guerra, ognuno ha la propria esperienza, che ci rende diversi”. Allo stesso tempo, “l’unione è il filo conduttore del nostro padiglione”, ha aggiunto Bavykina. “Ogni nostro progetto comunica esperienze molto complesse, difficili da comprendere per chi non ha vissuto queste esperienze. Queste esperienze possono renderci diversi”. Il progetto Net Making rifletterà il tema della diversità e degli “stranieri ovunque” attraverso la metafora della tessitura di una rete (da cui il titolo della mostra), che simboleggia l’azione congiunta e l’emancipazione. La metafora dell’intreccio di reti consente di focalizzare l’attenzione su temi come l’autogestione, l’azione orizzontale e il lavoro congiunto come fattori centrali nella resistenza della moderna società ucraina, mentre allo stesso tempo è la comunanza e l’unificazione di varie esperienze di alterità a far sì che la società si rafforzi.

Nel progetto sono state coinvolte tre opere d’arte, che mostreranno al pubblico diverse esperienze condivise, modi di vivere queste esperienze e le possibilità della loro comunicazione. La prima opera è un video, Tsyvilʹni. Vtorhnennya (“Civili. Invasione”) di Andriy Rachynskyi e Daniyl Revkovskyi, ed è composta da foto e video provenienti dagli archivi della popolazione civile, che gli artisti hanno trovato in piccoli gruppi e chat.

Katya Buchatska presenterà una serie di opere intitolata Shchyri vitannya (“Saluti sinceri”), eseguita in collaborazione con altri 15 artisti. Il progetto intende dimostrare come i soliti saluti e auguri cambino o ritornino al loro significato originale a causa della guerra. Spiegando il concetto del suo lavoro, Buchatska ha infatti affermato che dopo l’inizio dell’invasione è diventato difficile augurare felicità e salute a una persona in un rifugio antiaereo, e il desiderio di una notte tranquilla è ora percepito in modo diverso. Secondo l’artista stessa, la serie di opere “Saluti sinceri” è un evento importante per l’Ucraina, e spera che i 15 artisti coinvolti nel progetto possano essere presenti a Venezia.

Infine, Liya e Andryi Dostlevy hanno creato assieme un’opera intitolata Comfort Work, con la quale intendono esplorare ironicamente gli stereotipi sul lavoro dei rifugiati ucraini in Europa. I due artisti hanno creato uno spazio in cui questi stereotipi possono essere dimostrati da coloro che li hanno inventati. Si tratta di un’opera alla quale hanno partecipato comunità ucraine provenienti da diverse parti d’Europa, che hanno contribuito all’attuazione del concetto formulando idee. I cliché dell’opera sono stati poi interpretati da attori professionisti locali.

Making of di Comfort Work di Liya e Andryi Dostlevy
Making of di Comfort Work di Liya e Andryi Dostlevy
Robota di Oleksandr Burlaka
Robota di Oleksandr Burlaka

Le tre opere saranno visibili in una quinta architettonica creata da Oleksandr Burlaka e chiamata Robota (“Lavoro”). L’architettura di Burlaka utilizzerà le pratiche tradizionali di produzione di tessuti per la casa, caratteristiche della cultura ucraina, creando allo stesso tempo uno sfondo per le esperienze personali e la riflessione sugli eventi recenti. “Combinare diverse esperienze di alterità”, ha concluso Horbatskyi, “aiuta queste esperienze a rafforzarsi a vicenda. Anche se funzionano tutte nella logica delle opere culturali, in realtà queste quattro opere sono manifestazioni della realtà, il che di per sé è eloquente”.

Il Padiglione dell’Ucraina ha avuto problemi anche riguardo ai finanziamenti, in particolare la mancanza di sostegno da parte del Ministero della Cultura, e nonostante gli spazi all’Arsenale siano stati forniti gratuitamente agli artisti ucraini da parte degli organizzatori, la maggior parte del lavoro sul progetto è rimasto privo di finanziamenti, ragion per cui gli artisti hanno dovuto far fronte cercando entrate dall’esterno, facendo affidamento soltanto sul sostegno privato di partner e sponsor. Inoltre, per gran parte del tempo gli artisti e i curatori sono stati distolti dal loro lavoro per improvvisarsi fund raiser. “Una presentazione su una piattaforma internazionale di questo livello”, hanno sottolineato i curatori, “è un’opportunità per ricordare alla comunità mondiale la guerra russa in Ucraina, la cui attenzione oggi è spostata sui conflitti armati più guidati dai media. In questo momento, nelle condizioni di affievolimento dell’interesse per l’Ucraina da parte degli stranieri, non dobbiamo perdere l’occasione di far sentire la nostra voce a coloro il cui sostegno nel mondo è per noi molto importante”. Il commissario Shevchenko ha comunque assicurato che nel bilancio statale del 2024 sono già pronti stanziamenti per il Padiglione dell’Ucraina, in attesa però di essere approvati, e ha spiegato come il ministero fornisca comunque soltanto un sostegno finanziario parziale per la creazione e l’attuazione del progetto, e che i vincitori ottengono hanno sempre lavorato, anche in passato, con fondi aggiuntivi. La prima tranche comunque dovrebbe arrivare a marzo. E in tutti i modi, il Padiglione dell’Ucraina è pronto per partire.


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