A Palmanova sorgerà un grande polo per il restauro di beni colpiti da calamità


Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli visita il cantiere della ex Caserma Montezemolo, uno dei cinque siti nazionali del progetto “Recovery Art”, finanziato dal PNRR per creare centri di conservazione e restauro delle opere colpite da eventi calamitosi. Un intervento da 30 milioni che trasformerà Palmanova in un riferimento per il Nord-Est.

La città fortificata di Palmanova (Udine) è stata al centro della visita istituzionale del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, arrivato questa mattina nel comune friulano accompagnato dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, dal sindaco Giuseppe Tellini e dal vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, nonché assessore alla cultura, Mario Anzil. La visita ha rappresentato un momento significativo nell’avanzamento del progetto nazionale “Recovery Art”, un programma sostenuto dall’Unione Europea e dal Ministero della Cultura che prevede l’attivazione di cinque poli italiani dedicati alla conservazione, alla protezione e al restauro delle opere d’arte danneggiate da eventi calamitosi. Una delle strutture scelte per questa rete è proprio l’ex Caserma Montezemolo di Palmanova, un complesso di oltre cinquantamila metri quadrati che sta vivendo una fase cruciale di riqualificazione grazie a un investimento di 30 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il Ministro Giuli, al termine del sopralluogo all’interno del cantiere, ha sottolineato il valore strategico del progetto, definendolo un esempio virtuoso dell’utilizzo dei fondi del PNRR destinati al patrimonio culturale. “Questa è la giornata iniziale di un lavoro che si avvia, ma anche che si realizza”, ha detto. “Siamo davanti a un esempio virtuoso dell’utilizzo dei fondi PNRR, che per il Ministero della Cultura sono strategici, perché rappresentano la base per il recupero, la conservazione e la tutela dei beni culturali. A questo si aggiunge la grande capacità del territorio di Palmanova di progettare un’offerta culturale integrata, andando oltre il semplice pronto soccorso dei beni. È un altro esempio virtuoso di come il Friuli Venezia Giulia, e Palmanova in particolare, sappiano trasformare un progetto nato da una potenziale emergenza in una visione strategica, di alta funzione sociale, attraverso un intervento molto preciso, dettagliato e ambizioso. Oltre al fatto che Palmanova è splendida, e che questa struttura stellare ha un’importanza assoluta e internazionale, è molto piacevole constatare la straordinaria capacità progettuale che emerge, al di là della necessità per cui il Ministero ha impegnato le sue risorse”.

Veduta di Palmanova. Foto: Carsten Steger
Veduta di Palmanova. Foto: Carsten Steger

L’ex Caserma Montezemolo, una vasta area strategicamente collocata in un territorio caratterizzato da un’elevata concentrazione di beni culturali che richiedono tutela costante, è destinata a diventare un polomultifunzionale. Qui troveranno spazio un deposito specializzato per accogliere opere d’arte provenienti da tutta Italia e danneggiate da calamità naturali quali terremoti, inondazioni e frane, un laboratorio destinato al restauro dei manufatti e un centro dedicato alla ricerca e all’esposizione. L’intervento risponde alla crescente necessità di disporre di strutture attrezzate capaci di intervenire in modo rapido e specializzato sulle opere compromesse dagli eventi estremi che colpiscono periodicamente il territorio nazionale. La scelta di Palmanova come sede di uno dei cinque poli del progetto non è casuale: la città si trova in un’area esposta a rischi sismici e idrogeologici, e al tempo stesso custodisce numerosi siti storici che richiedono un elevato livello di attenzione e cura.

L’iniziativa rappresenta la fase iniziale di una trasformazione che coinvolgerà l’intera area dell’ex caserma, destinata a cambiare funzione e identità rispetto al passato militare. La sua estensione, superiore ai cinquantamila metri quadrati, consente di immaginare un centro articolato capace di ospitare non solo le funzioni di deposito e restauro, ma anche spazi dedicati alla presentazione al pubblico delle opere restaurate, alla formazione di professionisti del settore e allo sviluppo di attività scientifiche rivolte alla tutela del patrimonio.

Il progetto Recovery Art si inserisce nel più ampio quadro delle iniziative che mirano a dotare il Paese di strumenti permanenti per affrontare le emergenze legate al patrimonio culturale. Negli ultimi decenni i terremoti e gli eventi climatici estremi hanno causato danni significativi a chiese, musei, palazzi storici e opere d’arte, generando la necessità di disporre di luoghi sicuri dove trasferire e mettere in sicurezza i beni colpiti, oltre che laboratori specializzati per intervenire tempestivamente. La creazione di poli dedicati alla gestione di queste emergenze rappresenta un passo decisivo verso un sistema di protezione del patrimonio culturale, capace di rispondere alle urgenze ma anche di programmare attività preventive e di studio.


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