650.000 euro per il concerto di Riccardo Muti ad Agrigento, sei volte tanto quello il conto dello stesso concerto organizzato lo scorso anno a Lampedusa e sempre promosso dalla Regione Siciliana. È un’altra tegola che si abbatte su Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025: doveva essere un evento destinato a segnare la rinascita culturale di Agrigento, ma l’anno da capitale ha assunto toni ben diversi dalle aspettative. Ce ne eravamo occupati già a marzo con un articolo di Leonardo Bison, che aveva definito un “disastro” la manifestazione. E i riflettori, puntati inizialmente sulla celebrazione della bellezza della Valle dei Templi e sull’eredità storica della città, continuano tuttavia a spostarsi su una lunga scia di polemiche che coinvolgono gli esborsi di denaro pubblico, le scelte organizzative, una gestione accusata di inefficienza. La prima avvisaglia si è manifestata con il controverso evento natalizio del 2024, organizzato e registrato in pieno agosto nel Parco Archeologico di Agrigento che ha chiuso per due giorni (qui l’articolo e qui invece l’opinione di Federico Giannini). Il concerto del trio “Il Volo”, trasmesso da Canale 5 durante le festività invernali, ha richiesto la messa in scena natalizia fuori stagione, con spettatori invitati a indossare cappotti e colbacchi nonostante il caldo estivo. L’intervento scenografico ha riguardato anche il Tempio della Concordia, addobbato con elementi natalizi come palle e stelle filanti. L’operazione, finanziata dalla Regione Siciliana, è costata circa 1,2 milioni di euro.
Alla proclamazione ufficiale della città a Capitale italiana della Cultura 2025, tuttavia, le criticità si sono moltiplicate. La crisi idrica ha inciso negativamente sulla ricettività turistica e alberghiera, creando disagi per residenti e visitatori. Parallelamente, non sono mancate segnalazioni di errori marchiani nei materiali informativi e nei cartelli stradali: dalla scritta “Valle di Templi” a “Casa Pirandello contrata Caos”, una serie di imprecisioni che hanno attirato l’attenzione dei media e alimentato il malcontento.
E adesso, come se non bastasse, si torna a polemizzare sulla ripartizione dello stanziamento complessivo pari a 1.714.360 euro destinato al Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi per iniziative legate all’anno da Capitale della Cultura. Il problema, in questo caso, è stato denunciato da Italia Viva Sicilia, con un attacco di Caterina Greco, responsabile del settore cultura per la Sicilia all’interno del partito di Matteo Renzi: è stata Greco infatti a sollevare la questione del concerto del maestro Riccardo Muti con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini al Tempio della Concordia, tenutosi il 7 luglio 2025, per il quale sono stati impiegati ben 650.000 euro. “La Regione siciliana non si smentisce. Ha preso saldamente in mano le redini di Agrigento Capitale della Cultura e stravolge il programma organizzando un concerto diretto da Riccardo Muti con la sua orchestra giovanile Cherubini”. Stando a quanto riferito dalla testata Report Sicilia, si tratta di un costo esorbitante rispetto allo stesso concerto che, lo scorso anno, Muti e l’orchestra Cherubini hanno tenuto a Lampedusa, un evento sempre promosso dalla Regione Siciliana, ma costato circa 100mila euro. Lo stesso format, ad Agrigento, costerebbe sei volte tanto. E per di più, per il concerto il pubblico ha dovuto acquistare biglietti con costi compresi tra i 105 e i 155 euro.
Sempre Report Sicilia fa tutti i conti in tasca ad Agrigento Capitale: altri 60.000 euro sono stati destinati al convegno degli Studi Pirandelliani e spettacoli didattici, mentre il progetto Moviti Fest, un festival diffuso nei weekend che dovrebbe coinvolgere il centro storico e i comuni della provincia, ha ricevuto 473.360 euro. Un concerto con la Cappella Musicale Pontificia Sistina e 600 coristi ha ottenuto invece un finanziamento di 45.000 euro. Per la promozione e pubblicità si parla di 461.000 euro, a cui si aggiungono 25.000 euro destinati ai banner.
Le cifre, in particolare quella legata al concerto di Muti, hanno dunque scatenato una reazione politica. Il circolo cittadino del Partito Democratico ha espresso dubbi sull’opportunità della spesa e sulla mancanza di trasparenza. È stato il professore Pasquale Seddio, il 22 luglio, a pubblicare su Facebook un post contenente i dati forniti dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.
Secondo quanto riportato, l’incasso complessivo del concerto del 7 luglio ammonta a 41.000 euro, cifra che appare sproporzionata rispetto all’investimento pubblico di oltre 650.000 euro. Il dato, tuttavia, non chiarisce con precisione il bilancio finale dell’evento, lasciando aperte molti dubbi. A mancare, secondo le critiche mosse da Seddio e riprese anche dal PD locale, è un piano di monitoraggio e valutazione delle iniziative: “La totale mancanza di un piano di monitoraggio e valutazione espone da oltre un anno la Fondazione di partecipazione Agrigento 2025, insieme al Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e al Comune di Agrigento a rischi finanziari (e non solo) elevatissimi”, si legge.
I rischi, secondo la denuncia, riguardano sia i fondi pubblici già assegnati ma non ancora acquisiti, sia i fondi privati che, pur dichiarati al Ministero della Cultura, non sono stati ricercati e dunque non risultano incassati. Inoltre, viene sottolineata una gestione che non risponderebbe ai principi di efficacia ed efficienza, trasparenza, evidenza pubblica ed economicità nell’uso delle risorse pubbliche. Nel panorama delle Capitali italiane ed europee della Cultura, Agrigento si distingue dunque, secondo le critiche, per la mancanza di strumenti concreti di valutazione e controllo, una condizione che potrebbe compromettere non solo la reputazione della città, ma anche l’effettiva ricaduta culturale e turistica del titolo ottenuto.
Alle critiche sollevate dal professore Pasquale Seddio e dal circolo cittadino del Partito Democratico sulla spesa di oltre 650.000 euro di fondi pubblici per il concerto del maestro Riccardo Muti nella Valle dei Templi, il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè ha replicato sottolineando il valore dell’iniziativa. Secondo il primo cittadino, l’evento rappresenta “è un’iniziativa che testimonia ancora una volta che il patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico di Agrigento è una cornice unica e straordinaria per eventi di valore internazionale come il concerto del Maestro Muti”.
Il sindaco ha inoltre definito l’appuntamento musicale come un’occasione “da non sciupare”, sostenendo che dalla Valle dei Templi potrà emergere “un connubio intenso tra note classiche e storia millenaria, affascinando e attraendo milioni di persone”. A fronte delle accuse di gestione impropria dei fondi, ha auspicato che l’evento venga sostenuto e non ostacolato “con pregiudizi o fini politici”, rivendicando l’utilità della manifestazione in termini di promozione internazionale della città in un momento ritenuto cruciale “Se vince Agrigento, vince la Sicilia”. Agrigento si trova oggi a dover gestire un ruolo di visibilità nazionale ed europea, ma lo fa sotto una lente critica che punta il dito su tutti i problemi evidenziati dalle testate e dai politici che puntano il dito contro la gestione dell’evento. Report Sicilia, per esempio, si domanda quale beneficio reale porteranno gli eventi alla città, che ritorno avranno questi ingenti investimenti (il conto di Agrigento Capitale a oggi supera i 12 milioni di euro), se i fondi sono stati distribuiti in modo trasparente e con criteri oggettivi.
A pochi mesi dall’inizio dell’anno da Capitale, Agrigento appare stretta tra l’ambizione simbolica e i limiti di una macchina organizzativa che, secondo molti osservatori, non si è dimostrata all’altezza delle aspettative. Se il titolo assegnato doveva rappresentare un’occasione di rilancio duraturo, rimane oggi da capire se riuscirà a produrre effetti concreti e misurabili o se verrà ricordato come un’occasione segnata più dalle polemiche che dai risultati.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.Per inviare il commento devi
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