Comprato per 926 euro come falso, secondo gli studiosi è un vero Degas da 12 milioni


Clamoroso in Spagna: nel 2021 un collezionista acquista per 926 euro un dipinto ritenuto un falso Degas. Lo fa studiare, e secondo un team di esperti si tratta in realtà di un vero dipinto di Edgar Degas, di cui si erano perse le tracce. Potrebbe valere 12 milioni di euro.

Un dipinto acquistato nel 2021 per poche centinaia di euro online, e classificato alll’epoca come un falso Degas, sarebbe in realtà una vera opera di Edgar Degas, ritenuta perduta da anni. La storia è stata raccontata dal quotidiano catalano El punt avui: tutto è cominciato nel 2021 quando un collezionista ha adocchiato, sul portale spagnolo Todocolección (un sito in cui viene venduto ogni genere di oggetto di antiquariato e modernariato), un olio su tela che veniva venduto come “dipinto con firma Degas”, dicitura che viene utilizzata quando si ritiene che l’opera non sia autentica e che qualcuno vi abbia apposto una firma apocrifa. Il proprietario era convinto che non fosse originale, così lo ha messo all’asta sul portale con prezzo base di un solo euro. L’acquirente, interessato da quel dipinto che pareva comunque di ottima qualità, ha partecipato all’asta ed è riuscito a portarselo a casa per la somma di 926 euro.

Dopodiché, ha commissionato uno studio per confermare o escludere la paternità dell’opera e... pare che si tratti di un Edgar Degas autentico che potrebbe valere qualcosa come 12 milioni di euro (oppure 7-8 secondo altri esperti, ma comunque si parla di cifre ben lontane da quella a cui l’ha comprato il fortunato e scaltro collezionista). I pareri positivi sono giunti da Michel Schulman, autore del catalogo ragionato online di Degas, dagli storici dell’arte Judith Urbano e Álvaro Pascual, e dal consulente Juan Arjona. L’opera in questione è un pastello su cartone intitolato Éloge du maquillage ed è stato presentato lo scorso 27 maggio all’Institut Français di Madrid. La sua storia ha diversi legami con la Catalogna: non soltanto il nuovo proprietario (che vuole rimanere anonimo) e la persona che lo ha messo in vendita sono entrambi catalani, ma in passato l’opera apparteneva a un imprenditore di Sabadell, Joan Llonch Salas, che aveva raccolto una interessante collezione d’arte. Stando alle ricostruzioni, Salas avrebbe acquistato l’opera nel 1940 da un certo Francisco Mario Ricart (la ricevuta è stata allegata alla documentazione per la messa in vendita su Todocollección). Salas avrebbe poi esposto l’opera in pubblico soltanto una volta, nel 1952, in una mostra. Andando ancora più indietro nel tempo, il primo proprietario del dipinto, secondo quanto ricostruito dagli studiosi, dovrebbe essere il disegnatore Julià Bastinos, artista di Barcellona, che avrebbe acquistato l’opera direttamente da Degas nel 1887 per la somma di 3.000 franchi. Bastinos, che nel 1872 si era trasferito a Parigi, conosceva bene Degas: dopo aver acquistato l’opera l’avrebbe portata con sé al Cairo, dove si era trasferito e dove scomparve. Venne poi riportata in Spagna dal fratello di Julià, l’editore Antoni Joan Bastinos: rimase nelle proprietà della famiglia fino al 1934, quando venne confiscato dalle autorità repubblicane assieme a tutta la loro raccolta, composta da circa 150 opere.

Edgar Degas, Éloge du maquillage (pastello su cartone, 48 x 62,5 cm)
Edgar Degas, Éloge du maquillage (pastello su cartone, 48 x 62,5 cm)

Durante la guerra civile spagnola il dipinto si trovava al monastero di Pedralbes, dove era stato temporaneamente depositato: venne recuperato dai franchisti (che vi apposero un’etichetta, tuttora presente, con scritto “Recuperato dal nemico”) e restituito alla famiglia Bastinos nel 1940. Non si sa però come sia finito dalla famiglia Bastinos a Ricart, ovvero alla persona che vendette l’opera a Salas.

Schulman e il suo team sono arrivati alla conclusione che si trattasse di un dipinto di Degas non soltanto dalle analisi storiche, facilitate dalle etichette che il dipinto recava sul retro, ma anche “dopo un’analisi approfondita dei pigmenti, uno studio meticoloso effettuato con raggi X e fotografie”, ha detto lo studioso al quotidiano El País. Esiste infatti anche una fotografia dell’opera risalente agli anni Trenta. L’analisi condotta da Schulman e colleghi risale al luglio del 2023. Inoltre, sempre secondo Schulman, in passato il dipinto era in pendant con un’altra opera, Le client sérieux. E adesso il dipinto figura già nel catalogo digitale ragionato di Schulman. Per la gioia del collezionista che ha avuto l’intuito di acquistarlo.


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