Incidente insolito ieri pomeriggio, 12 novembre, all’interno del palazzo Piacentini Vaccaro, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma. L’assessore all’Industria della Regione Sardegna, Emanuele Cani, è scivolato sulla scalinata d’onore finendo contro la parte inferiore destra della monumentale vetrata La Carta del Lavoro, realizzata da Mario Sironi (Sassari, 1885 – Milano 1961) (qui un approfondimento sul maestro) nel 1932. L’urto ha provocato la rottura di una sezione dell’opera, che occupa l’intera parete dello scalone principale e rappresenta uno dei massimi esempi di arte monumentale del Novecento italiano.
Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, l’assessore sarebbe scivolato sui gradini e cadendo avrebbe colpito la vetrata, provocando la frattura di alcuni pannelli. È stato immediatamente soccorso dal personale del 118 presente nella sede ministeriale e medicato sul posto per lievi contusioni. L’amministratore regionale avrebbe espresso profondo dispiacere per l’accaduto e per il danno arrecato all’opera, sottolineando di stare bene nonostante le leggere ferite riportate. Anche la nipote dell’artista, Romana Sironi, che da anni si occupa della conservazione e valorizzazione dell’archivio dedicato al maestro, ha espresso profondo rammarico per l’accaduto. Ha inoltre formulato gli auguri di pronta guarigione all’assessore Cani e auspicato che si possa intervenire al più presto con un restauro, ritenuto necessario per preservare una delle opere più importanti dell’arte monumentale di Sironi.
L’episodio si è verificato intorno alle 15 nel palazzo progettato dagli architetti Marcello Piacentini e Giuseppe Vaccaro tra il 1928 e il 1932 per ospitare il Ministero delle Corporazioni. Dopo il secondo conflitto mondiale, l’edificio è stato destinato a varie funzioni istituzionali, diventando sede del Ministero dell’Industria, poi delle Attività produttive e successivamente del Ministero dello Sviluppo economico. Dal 2022 ospita il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Come scrive Adnkronos, La Carta del Lavoro di Mario Sironi fu commissionata nel 1932 dal ministro delle Corporazioni Giuseppe Bottai per celebrare la riforma del lavoro del 1927, una delle principali leggi del periodo fascista. La vetrata, di circa 75 metri quadrati, rappresenta un vasto ciclo figurativo dedicato alle arti e ai mestieri, con figure monumentali che simboleggiano la forza produttiva e la dignità del lavoro. Nelle composizioni appaiono anche elementi industriali come ciminiere, eliche e stormi di aerei, emblemi della modernità e della potenza tecnica che caratterizzarono l’immaginario del regime.
L’opera, collocata nello scalone d’onore di palazzo Piacentini Vaccaro, si inserisce nel percorso artistico del pittore sardo all’interno del movimento del Novecento, con un linguaggio che fonde il rigore classico delle forme con un’intensa idealizzazione del lavoro e dell’industria. Nel 2014 La Carta del Lavoro è stata inoltre sottoposta a un accurato restauro, finanziato da Acea in occasione della grande mostra monografica dedicata a Sironi al Complesso del Vittoriano. L’intervento ha consentito di recuperare le cromie originarie e di consolidare le superfici danneggiate con tecniche avanzate, tra cui spugnature, infiltrazioni di resine e protezioni a base di silicati. Il progetto di restauro ha permesso di restituire all’opera la luminosità e la forza espressiva originarie, rendendola nuovamente visibile al pubblico dopo decenni di alterazioni dovute al tempo e agli agenti atmosferici. In quella stessa occasione, il pubblico aveva potuto ammirare anche i cartoni preparatori e la corrispondenza tra Sironi e Bottai, documenti che testimoniano la rapidità della commissione e la complessità del lavoro. L’opera rappresenta una delle vette della produzione monumentale di Sironi, interprete tra i più influenti del Novecento italiano e protagonista della ricerca di un’arte pubblica capace di dialogare con l’architettura.
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