Grazie alla tecnologia ora si legge il papiro ercolanese carbonizzato nell'eruzione del Vesuvio


Ora grazie alle nuove tecnologie è possibile leggere il 30% del testo del papiro ercolanese carbonizzato nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Il papiro, conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, contiene la più antica storia della filosofia greca a nostra disposizione.

Dal papiro ercolanese carbonizzato a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che contiene la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara (110 - dopo il 40 a.C.), sono emerse oltre 1000 parole, corrispondenti al 30 percento del testo, grazie all’applicazione di metodologie innovative nel contesto del progetto GreekSchools. Questo progetto, che ha ricevuto un finanziamento ERC (Consiglio Europeo della Ricerca) pari a 2.498.356 euro, è stato avviato nel 2021 e ha una durata di cinque anni e otto mesi.

La ricerca è coordinata da Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa, in collaborazione con l’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) e l’Istituto di linguistica computazionale “Antonio Zampolli” (Cnr-Ilc) del Consiglio nazionale delle ricerche. La Biblioteca Nazionale di Napoli, dove il papiro è conservato insieme a molti altri, è stata oggi luogo della presentazione dello stato di avanzamento della ricerca.

Oltre all’analisi dello stato di conservazione di questi manufatti, il progetto mira a pubblicare un’edizione aggiornata della Rassegna dei filosofi di Filodemo, utilizzando tecniche di imaging e approcci filologici avanzati. Questo testo rappresenta la più antica storia della filosofia greca a nostra disposizione. Al suo interno, troviamo la Storia dell’Accademia, che contiene preziose informazioni su Platone e sull’evoluzione dell’Accademia sotto la guida dei suoi successori.

“Rispetto alle edizioni precedenti, ora c’è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici. Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro”, commenta Graziano Ranocchia. “Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L’aumento del testo corrisponde all’incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull’Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale”, aggiunge Kilian Fleischer, l’editore di questo prezioso papiro nell’ambito del progetto GreekSchools.

Tra le più importanti novità, si legge che Platone venne sepolto nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) dell’Academia ad Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che fosse sepolto genericamente nell’Accademia. Sempre a proposito di Platone emerge che venne venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. In un altro passaggio, in un dialogo tra personaggi, Platone si esprime in modo sprezzante sulle capacità musicali e ritmiche di una musicista barbara originaria della Tracia.

“Il progetto GreekSchools ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le più avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell’infrarosso e nell’ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, eccetera)”, precisa Costanza Miliani del Cnr-Ispc. Personale di questo Istituto, del Cnr-Scitec e di altri centri di ricerca europei, facendo uso di strumentazioni mobili della piattaforma Molab afferente all’infrastruttura di ricerca europea sull’Heritage Science E-RIHS, applica tecniche non invasive a papiri opistografi e stratificati al fine di leggere il testo inaccessibile sul verso o nascosto all’interno di strati multipli.

Grazie alla tecnologia ora si legge il papiro ercolanese carbonizzato nell'eruzione del Vesuvio
Grazie alla tecnologia ora si legge il papiro ercolanese carbonizzato nell'eruzione del Vesuvio


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte