A Livorno infuriano le polemiche attorno al rifacimento della pavimentazione dei portici di Via Grande, la principale strada del centro cittadino. L’amministrazione comunale del Pd, guidata dal sindaco Luca Salvetti, ha infatti dato avvio ai lavori di sostituzione dell’attuale pavimentazione in palladiana, risalente alla ricostruzione del dopoguerra, con un prodotto industriale moderno. Un progetto da 5 milioni di euro, affidato a una cordata di imprese (Frangerini, Edinfra e Lumar), per rifare del tutto la pavimentazione della strada, secondo il progetto elaborato da Ipostudio di Firenze. Solo che ai cittadini la scelta del sindaco non piace. La nuova pavimentazione sarà composta di grandi lastre con elementi color terra che “nuotano” in una sorta di mare azzurro: la scelta è stata fatta per richiamare i colori della città, legati al cielo, al mare, alla sabbia, agli edifici. “I progettisti”, ha detto il primo cittadino, “hanno ragionato su una gradazione di colori che cambia dal mare alla terra con progressione di azzurro, celeste, grigio. E poi, giallo, ocra e color mattone”.
A esprimere le preoccupazioni dei contrari al progetto è il geometra Marcello Paffetti dell’Associazione Culturale Il Pentagono, secondo il quale “quello che abbiamo visto di recente è una pavimentazione di lastre di cemento e resina che non sono una vera palladiana. La palladiana è una testimonianza storica della ricostruzione post bellica e deve essere preservata […] Per la pavimentazione servirebbe quanto meno una nuova palladiana tradizionale, quando fu costruita all’epoca, la ditta che la costruì inserì anche il nome sul piastrellato e il numero di telefono. Erano altri tempi e si lavorava diversamente”.
Il dibattito sul rifacimento di Via Grande è annoso: da anni se ne discute poiché la palladiana del dopoguerra ha sofferto, anche per i restauri e gli interventi sbagliati che si sono susseguiti nel tempo, con rifacimenti realizzati con materiali diversi, se non addirittura con rattoppi fatti col bitume. Anche in passato non è mancato chi ha proposto rifacimenti, come Claudio Filippelli, geometra del Comune che durante l’amministrazione pentastellata della città curò il progetto di restauro dei portici, poi non concretizzatosi: secondo Filippelli, le scelte del dopoguerra furono dettate esclusivamente da ragioni economiche (vennero recuperati scarti della lavorazione del marmo e altre pietre, e messi assieme in un mosaico da artigiani esperti che però oggi scarseggiano). E l’amministrazione comunale, per giustificare il suo intervento, nei giorni scorsi ha agitato sui social decine di fotografie dei problemi della palladiana di Via Grande. Ma ci si domanda se non si poteva anzi intervenire diversamente.
“Il progetto proposto per la nuova pavimentazione della Via Grande”, dice il gallerista Gianni Schiavon, storico direttore della Galerie21, “è semplicemente inaccettabile. Sostituire con un mediocre prodotto industriale (mediocre qualitativamente e indegno esteticamente) la palladiana originaria va contro qualsiasi principio logico, estetico, storico e persino economico. Un unicum di gradazioni cromatiche diverse in sostituzione delle singole pavimentazioni condominiali nate in accordo con i rispettivi fabbricati e colonne creerebbe inoltre e soprattutto un abominevole contrasto che anche l’occhio meno esperto non credo potrà condividere e accettare. Questa amministrazione, che pure bene ha operato a più riprese nel recente passato (ultimo in ordine di tempo l’apprezzabile intervento su via Marradi) sta adesso palesemente cadendo in errore non prendendo aprioristicamente in considerazione l’unica soluzione possibile per la via Grande che è semplicemente quella di un intervento conservativo, da estendersi quale guida e linea operativa per le pochissime porzioni della pavimentazione nelle quali già al tempo della ricostruzione postbellica non si adoperò il motivo della palladiana per questioni principalmente economiche”.
L’amministrazione però va avanti per la sua strada. “Quello di via Grande”, ha detto il primo cittadino a Livorno Today, “è un progetto di grande qualità architettonica, un investimento importante per la città. Per realizzarlo sono stati scelti materiali pregiati e di produzione praticamente artigianale, si tratta di pezzi unici che verranno creati appositamente per Livorno. Tutto è stato concordato con i progettisti. Magari a qualcuno può dare noia il fatto che riusciremo a far partire i cantieri prima della fine del mandato, ma il nostro obiettivo è sempre stato quello di rendere Livorno migliore”. A costo però di dire addio alla palladiana della ricostruzione postbellica.