Miracolo ad Avenza: la parrocchia del borgo ottiene il suo trittico del 1438 dopo più di cinquecento anni


La parrocchia di San Pietro ad Avenza riottiene il trittico Ringli, opera del Maestro di Sant'Ivo del 1438, dopo quasi 500 anni di assenza.

Un fatto straordinario è quello che accadrà ad Avenza di Carrara il 1° dicembre 2019: la chiesa parrocchiale di San Pietro Avenza riavrà infatti, dopo più di cinquecento anni, un prezioso trittico del 1438 che era stato realizzato per l’edificio di culto, ma che da secoli non era più al suo posto. Avevamo riassunto la vicenda con un articolo sulla nostra rivista online e un approfondimento sul numero 3 del nostro magazine cartaceo: il prezioso dipinto, attribuito al Maestro di Sant’Ivo e raffigurante i santi Pietro, Antonio Abate e Maria Maddalena (titolare della parrocchia il primo, di due antichi ospedali a essa legati gli altri due), era stato commissionato per la chiesa di Avenza nel 1438 dal capitano di ventura Peter von Johanns Ringli, che prestò servizio nella fortezza di Avenza, tra il 1437 e il 1441, quando Francesco Sforza era comandante delle milizie della Repubblica fiorentina e Ringli era suo luogotenente nelle terre apuane.

Non sappiamo come lasciò la chiesa di Avenza: l’opera probabilmente arrivò a Genova già alla metà del Quattrocento, in quanto all’epoca Carrara era sottoposta al dominio di Genova. Nel capoluogo ligure la si trova infatti a fine Ottocento, attestata nelle raccolte della Banca Popolare e Cassa di Risparmio di Genova, che nel 1895 la vendette all’asta. Per metterla in vendita e facilitarne l’acquisto, il trittico venne smembrato, perché dalla cessione delle tre figure staccate si sarebbero ricavati maggiori introiti, e sarebbe stato più facile piazzarle. Ad acquisire tutte e tre le parti fu un collezionista tedesco, poi trasferirsi in America, salvo tornare, con la sua collezione, nel 1956 in Germania. Nel 1996 il trittico, passato ad altra famiglia tedesca, venne battuto ancora all’asta, da Sotheby’s a New York. Infine la ricomparsa sul mercato a Londra, da Christie’s, dove l’opera è stata acquistata, nel luglio del 2018, da Matteo Salamon della Galleria Salamon di Milano, che ha riportato il trittico Ringli in Italia.

Salamon riesce a rintracciare la provenienza dell’opera, ed entra in contatto con il parroco di Avenza, don Marino Navalesi, che giunto a conoscenza della storia dell’opera, sceglie la domenica di Pasqua per annunciare ai fedeli l’idea di riportare a casa il trittico protettori del luogo. Il costo dell’impresa, malgrado il prezzo di favore proposto dalla Galleria Salamon (160mila euro), la rendeva proibitiva ed erano in pochi a credere che don Marino sarebbe riuscito nell’intento: tuttavia, l’orgoglio paesano, la generosità dei donatori (ognuno ha donato quel che ha potuto, da pochi spiccoli fino a centinaia di euro) e delle aziende che hanno finanziato l’opera, ha reso possibile il raggiungimento della soglia e, di conseguenza, l’impresa ha potuto finalmente compiersi. “Ritrovare un’opera di questo livello e poterla riportare esattamente nel luogo per la quale è stata concepita più di 500 anni fa”, dice Matteo Salamon, “è il sogno di un’intera carriera. È un pezzo della storia dell’arte italiana e fiorentina che può finalmente, tornare nella sua casa”.

Non succede tutti i giorni che una piccola chiesa di provincia riesca a rientrare in possesso, dopo più di cinquecento anni, di una sua opera del Quattrocento: questa volta però il miracolo è avvenuto. “Il poco di molti farà molto e il giusto di altri farà il resto”, era convinto don Marino: e ha avuto ragione. Perché, goccia dopo giaccia, quello che sembrava un sogno irraggiungibile si è trasformato in una realtà. E ovviamente tutto il mondo dell’arte ha prestato grande attenzione all’evento, perché si parla di un’opera di grande importanza, studiata dai massimi esperti del settore, da Federico Zeri (a cui si deve l’attribuzione al Maestro di Sant’Ivo) ad Angelo Tartuferi. In occasione dell’acquisto da parte di Matteo Salamon, l’opera inoltre è stata ricomposta e restaurata da Loredana Gallo. Un dipinto che, in più, è anche raro: al Maestro di Sant’Ivo (così noto per la paternità della tavola dedicata al santo oggi alla Galleria dell’Accademia di Firenze), si attribuiscono non più di una cinquantina di dipinti, presenti in musei del mondo. L’opera avenzina è sicuramente tra le sue opere più importanti ed è ascrivibile alla età matura del Maestro. “Un’opera profonda e coinvolgente”, la descrive don Marino, “che ti parla di bellezza, di arte e di devozione e civiltà”.

Come detto, l’opera sarà ricollocata in San Pietro (ovviamente dotata di un adeguato impianto di sicurezza) il 1° dicembre, ma i festeggiamenti si apriranno il 30 novembre alle ore 18, con la messa di apertura celebrata dal vescovo di Massa, Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci. Seguirà, alle ore 21, il convegno Storia di un miracolo, con la partecipazione di Angelo Tartuferi (esperto di storia dell’arte medievale, tra il 2013 e il 2015 direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze), Matteo Salamon (Galleria Salamon), Valentino Anselmi (Soprintendenza di Lucca, Massa e Carrara), Pietro Di Pierro (storico), don Luca Franceschini (responsabile dei beni culturali della diocesi di Massa, Carrara e Pontremoli). Domenica alle 16 ci sarà la messa solenne pontificale celebrata dal cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo, con la partecipazione dei vescovi Giovanni Santucci, Eugenio Binini, Guglielmo Borghetti, Alberto Silvani, del clero, delle associazioni e delle autorità civili e militari. Finale con festa per tutti a Casa Pellini, a base di panigacci di Podenzana, zucchero filato per i bambini e ricco rinfresco per tutti gli altri. Per l’occasione ci sarà anche l’accensione delle luci di Natale, con l’accompagnamento della filarmonica “Giuseppe Verdi” di Carrara.

L’evento è patrocinato da Regione Toscana, Provincia di Massa Carrara, Comune di Carrara, Comune di Massa, Città di Zurigo, Istituto di Cultura Italian di Cultura, Stadt Zürich Kultur, ANSPI circolo “Piergiorgio Frassati” di Avenza e Pro Loco Avenza sulla Francigena.

Nell’immagine: Maestro di Sant’Ivo, San Pietro in trono tra sant’Antonio abate e Maria Maddalena detto anche Trittico Ringli (1438; tempera su tavola a fondo oro di metà, 133,8 x 149,2 cm)

Miracolo ad Avenza: la parrocchia del borgo ottiene il suo trittico del 1438 dopo più di cinquecento anni
Miracolo ad Avenza: la parrocchia del borgo ottiene il suo trittico del 1438 dopo più di cinquecento anni


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