Firenze, il Museo Novecento apre al pubblico il Giardino delle delle Leopoldine


Il Museo Novecento di Firenze inaugura un giardino permanente nel chiostro delle ex Scuole Leopoldine. Il progetto è realizzato in collaborazione con Re:wild e l’artista Haley Mellin, con l’obiettivo di coniugare sostenibilità ambientale e pratiche museali contemporanee.

Uno spazio museale che si apre alla natura, accogliendo nel proprio cuore un progetto di riqualificazione botanica e culturale. È il Giardino delle Leopoldine, nuovo intervento realizzato all’interno del chiostro del Museo Novecento a Firenze e presentato in anteprima il 7 maggio, alla presenza della Vicesindaca Paola Galgani, dell’Assessore alla Cultura Giovanni Bettarini, dell’architetta Francesca Fabiani e del Direttore del museo Sergio Risaliti. L’apertura ufficiale al pubblico è prevista per il prossimo 24 giugno. Il progetto, inedito per forma e collocazione, nasce dalla collaborazione tra il Museo Novecento, l’artista e conservatrice del paesaggio Haley Mellin e l’organizzazione non-profit Re:wild, co-fondata dal biologo Wes Sechrest e dal noto attore e attivista ambientale Leonardo DiCaprio. Si tratta del primo giardino permanente ideato all’interno di un’istituzione museale italiana, allestito in uno spazio architettonicamente e storicamente rilevante come un chiostro rinascimentale.

“Tutto inizia in un giardino”, ha affermato l’abate di San Miniato a Monte Bernardo Gianni, “tutto finisce in un giardino e tutto si salva e si ritrova in un giardino! L’orto di genesi, le aiuole della Gerusalemme celeste e Cristo risorto ritenuto dalle Donne un giardiniere fanno dei nostri spazi di coltura l’espressione di una cultura dove si seminano sillabe, si coltivano parole, si raccoglie il frutto buono del dialogo. Auguro e benedico di cuore il vostro giardino perché pettinato con Amore sia specchio del cielo e promessa affidabile di future e coese commensalità”.

“È un bellissimo progetto che si inserisce in un percorso che abbiamo cominciato in città per renderla sempre più verde, resiliente e sostenibile”, hanno detto la vicesindaca Paola Galgani e l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini. “ È un cortile di un museo in centro storico che viene ’ri-naturalizzato’ esattamente come prevede il Piano del Verde che abbiamo approvato come Comune. Inserire alberi, piante e tanto verde all’interno di un Museo come questo significa realizzare questo progetto intrecciando l’aspetto ambientale a quello artistico. Quando pensiamo a come vogliamo sviluppare Firenze mettiamo insieme proprio questi due aspetti, la sostenibilità e l’arte contemporanea, che stiamo mettendo oggi nel Museo Novecento”.

Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni
Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni

L’intervento risponde a esigenze ecologiche e culturali contemporanee, con l’obiettivo di integrare la sostenibilità ambientale nel lavoro museale e nella fruizione pubblica. Il Giardino delle Leopoldine propone un modello innovativo che intende ripensare il museo come spazio attivo di riflessione su temi urgenti quali la biodiversità, l’emergenza climatica e l’impatto ambientale delle attività umane. Realizzato grazie a un confronto multidisciplinare tra la direzione del museo, la curatrice Stefania Rispoli, l’architetta del paesaggio Matilde d’Oriano e la stessa Mellin, il giardino rappresenta anche il preludio a una mostra personale dell’artista, in programma al Museo Novecento dal 24 giugno. Il progetto è parte di una più ampia strategia di “rewilding” museale, promossa a livello internazionale da Re:wild, che mira a restituire spazi antropizzati alla natura attraverso soluzioni ecologiche durature e rispettose del contesto.

“Avere cura di un giardino significa avere cura di noi, dei nostri corpi e delle nostre menti”, ha detto Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. “Il Giardino delle Leopoldine, nato in collaborazione con l’artista Haley Mellin e l’organizzazione non-profit Re:wild, è una risposta ai tempi che corrono, in cui l’attuale attenzione verso il pianeta non basta ancora ad accelerare un cambiamento e una maggiore attenzione all’ambiente. Con questo giardino il Museo Novecento mira a sensibilizzare il pubblico all’emergenza ecologica, al cambiamento climatico e alle emissioni di carbonio connesse anche alla vita e all’attività del Museo. Vorremmo che il Giardino delle Leopoldine fosse aperto a tutti come luogo di contemplazione e riposo, dove poter leggere un libro e cominciare nuove conversazioni, un luogo in cui si può pensare al presente e al futuro e ripensare al passato”.

“Questo è un progetto rivoluzionario, siamo ispirati dalla leadership del Museo Novecento per questa iniziativa pilota di ’rewild the museum’! È un modo incredibile di unire natura e cultura in un museo così stimolante”, ha detto Dr. Wes Sechrest, CEO di Re:wild.

La scelta delle specie vegetali piantumate è stata accurata e mirata: circa venti varietà tra arbusti e alberi selezionati per il loro legame con la flora autoctona toscana, per il valore culturale e per l’origine indigena nei territori della regione. L’obiettivo è ricostruire una vegetazione coerente con la storia del sito, restituendo al chiostro una funzione originaria di spazio coltivato, vissuto e attraversato. L’intervento botanico, pur inserendosi in un contesto architettonico definito e vincolato, è stato progettato per rispettare le caratteristiche fisiche e ambientali del luogo, armonizzandosi con la struttura del chiostro e garantendo la sostenibilità nel tempo. Il Giardino delle Leopoldine diventa così un ambiente vivo, in grado di evolversi e rigenerarsi in relazione al cambiamento climatico, contribuendo anche alla mitigazione delle alte temperature durante i mesi estivi. Uno degli obiettivi principali dell’iniziativa è proprio quello di sensibilizzare i visitatori alle tematiche ecologiche attraverso un’esperienza diretta. La presenza di vegetazione naturale, adattata al clima locale, è anche un modo per promuovere la riduzione delle emissioni e l’adozione di pratiche più sostenibili all’interno degli spazi culturali.

Il giardino sarà accessibile al pubblico come zona di sosta, riflessione e incontro. La sua funzione si estende oltre quella ornamentale, riattivando l’uso originario del chiostro come spazio aperto, vissuto e attraversato. Il nome del progetto, infine, rievoca la memoria storica dell’edificio che lo ospita: tra il 1780 e il 1974, infatti, il complesso delle ex Scuole Leopoldine fu sede di un’istituzione educativa dedicata alle giovani donne in condizione di povertà, fondata dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I.

Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni
Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni
Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni
Giardino delle Leopoldine, Museo Novecento Firenze. Foto: Camilla Fatticcioni


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