La Pala di San Marco del Beato Angelico torna dopo il restauro al Museo di San Marco


Il Museo di San Marco di Firenze vede il ritorno della Pala di San Marco del Beato Angelico restaurata.

Dopo il restauro, la Pala di San Marco, capolavoro di Beato Angelico, torna al Museo di San Marco di Firenze

Commissionata da Cosimo e Lorenzo de’ Medici per l’altare maggiore della chiesa di San Marco, dedicato a san Marco e ai santi Cosma e Damiano, la pala venne realizzata tra il 1438 e il 1443. A vederla terminata, prima dell’Epifania del 1443, fu solo però Cosimo, poiché Lorenzo morì il 23 settembre 1440, e resta traccia di ciò nell’attitudine stessa dei due santi protettori: mentre Cosma guarda lo spettatore invitandolo con il gesto della mano ad ammirare con devozione la scena, Damiano è di spalle, prostrato per invocare la misericordia divina e l’intercessione di Maria.

Intento dei committenti era mostrare l’impegno profuso dai Medici per la chiesa e il convento di San Marco: si trattava di una complessa macchina lignea che si elevava sull’altare a circa tre metri e mezzo di altezza ed era formata da almeno ventisei dipinti, tra santi dei pilastrini, scomparti della predella e la pala centrale. Oggi ne sono rimasti solo diciotto, conservati in nove musei diversi.

La tavola centrale quadrata era incastonata tra pilastri decorati di tavolette con santi, solidamente impiantata sulla predella a gradino, con otto storie dei santi Cosma e Damiano. Sulla tavola centrale è raffigurata una Sacra Conversazione, al cui centro è la Madonna col Bambino in trono fra otto angeli e otto santi. Davanti al trono, gli angeli e i santi sono suddivisi in due gruppi: da sinistra san Lorenzo, che saluta il fedele che si avvicina all’altare con la mano alzata, (è il protettore di Lorenzo, fratello di Cosimo), san Giovanni Evangelista (protettore di Giovanni di Bicci, padre di Cosimo), san Marco, cui è dedicata la chiesa, che mostra il suo vangelo a Giovanni. Dall’altra parte del trono, san Domenico, il fondatore dell’Ordine, che guarda Francesco d’Assisi, il quale a sua volta, insieme a san Pietro martire, si rivolge alla Vergine e al Bambino. Nella predella è narrata la vita dei santi Cosma e Damiano. Il Museo di San Marco conserva solo due scomparti degli otto che componevano la predella.

Le possibili ricostruzioni dell’aspetto finale della complessa macchina sono numerose e spesso attendibili, perciò risulta difficile immaginare con certezza l’aspetto complessivo dell’opera. 

Il restauro è stato effettuato dall’Opificio delle Pietre Dure ed è stato diretto da Marco Ciatti e Cecilia Frosinini; è stato realizzato da Caterina Toso e da un gruppo, composto da Andrea Santacesaria, Ciro Castelli, Alberto Dimuccio e Luciano Ricciardi, per il supporto ligneo. Indagini diagnostiche sono state eseguite da Laboratorio Scientifico dell’OPD, dal CNR-Ino (Istituto Nazionale di Ottica), dall’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), sezione di Roma, La Casaccia; e dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), sezione di Firenze e Università di Firenze, Dipartimento di Fisica. 

Si è rilevato necessario un intervento di pulitura per recuperare la materia originale occultata dal materiale di deposito dei restauri precedenti.Nel corso del restauro sono state scoperte volumetrie stravolte e si è ricercato un nuovo equilibrio che armonizzasse quel che resta di una pala d’altare del Beato Angelico.

“Col ritorno della Pala di San Marco nella Sala dell’Ospizio, si ricostituisce al completo nel Museo di San Marco quell’insieme unico al mondo di opere su tavola del Beato Angelico che, insieme coi suoi affreschi realizzati per il convento domenicano, ed in particolare quelli celeberrimi delle celle, rende questo museo tra i più affascinanti ed amati di Firenze. La Pala di San Marco è un testo fondante della pittura del Rinascimento fiorentino. Lo splendido restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure ha riportato i suoi valori spaziali e lo splendore delle superfici pittoriche e delle mirabolanti dorature ai massimi livelli possibili, considerati i gravi danni subiti nel passato. Un ritorno che contribuisce in modo speciale alle celebrazioni dei 150 anni della fondazione del Museo” ha dichiarato il direttore del Polo Museale della Toscana, Stefano Casciu.

“Il restauro della Pala di San Marco ha costituito una sfida complessa per la gravità dei problemi conservativi presenti sia nel supporto ligneo, sia sulla superficie pittorica. E’ stato perciò affrontato e risolto come un progetto di ricerca con soluzioni innovative per entrambi gli aspetti, così da consentirci di conseguire non solo il restauro dell’opera, ma anche di avere messo a punto nuove metodiche di intervento. Secondo la volontà di disseminazione propria dell’OPD è previsto un volume di studi nella nostra collana che uscirà nella prossima primavera” ha aggiunto il Soprintendente dell’OPD, Marco Ciatti.  

La Pala di San Marco del Beato Angelico torna dopo il restauro al Museo di San Marco
La Pala di San Marco del Beato Angelico torna dopo il restauro al Museo di San Marco


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