Scoperta una... sala riunioni di epoca romana tra le rovine di Laodicea (Turchia)


Gli scavi nella città antica di Laodicea, in Turchia, hanno portato alla luce un’aula per assemblee di 2.000 anni fa, caratterizzata da mura pentagonali e pianta esagonale. Un’architettura mai documentata prima in Anatolia che rivela la centralità politica e giudiziaria del sito in epoca romana.

Un’aula per assemblee di età romana, dunque una sorta di sala riunioni, datata a circa duemila anni fa, è stata riportata alla luce negli scavi della città antica di Laodicea, nella provincia di Denizli, in Turchia. Come riportato dall’agenzia di stampa del governo turco, Anadolu Ajansı, la struttura, risalente alla fine del I secolo a.C., presenta caratteristiche architettoniche senza precedenti in Anatolia: mura pentagonali e una pianta esagonale, una combinazione mai documentata prima nelle indagini archeologiche dell’area. Il ritrovamento è avvenuto durante la campagna di scavi del 2025, segnando una tappa importante nei ventidue anni di attività di ricerca e restauro condotti sul sito, inserito nella lista provvisoria dei siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Laodicea, le cui origini risalgono al 5500 a.C., fu un centro di primo piano in epoca romana e bizantina, con un ruolo politico, amministrativo e commerciale di vasta portata. Le indagini precedenti avevano restituito reperti di grande rilevanza, tra cui blocchi di travertino decorati con affreschi, la statua alta tre metri dell’imperatore Traiano, la fontana a lui dedicata, la testa di una statua di sacerdote e un gruppo scultoreo raffigurante Scilla, la creatura mostruosa citata nell’Odissea di Omero.

Rovine di Laodicea. Foto: Direzione Scavi di Laodicea
Rovine di Laodicea. Foto: Direzione Scavi di Laodicea
William Miller, Rovine di Laodicea (1847; incisione) Foto: Wikimedia Commons
William Miller, Rovine di Laodicea (1847; incisione) Foto: Wikimedia Commons

La struttura si distingue per la sua funzione e per la sua capacità: poteva infatti ospitare tra i 600 e gli 800 membri, suddivisi in base a iscrizioni sui sedili che identificavano anziani, giovani e cittadini. Gli archeologi ritengono che l’aula fosse il fulcro politico e giudiziario della città, luogo dove si prendevano decisioni civili e si amministrava la giustizia. La disposizione interna e l’organizzazione degli spazi suggeriscono un’articolata struttura gerarchica, testimoniata anche dalla presenza di una statua seduta, probabilmente raffigurante un capo giudice. La testa della scultura, aggiunta in un secondo momento, indicherebbe un cambio di leadership nel corso della storia dell’edificio.

L’area in cui sorge l’aula era circondata da un complesso urbano di notevole importanza: nelle immediate vicinanze si trovavano l’agorà politica, le sale d’archivio, un grande complesso termale e lo stadio più vasto della regione. Il contesto urbanistico rafforza dunque l’ipotesi che Laodicea fosse un centro nevralgico per l’amministrazione e la giustizia dell’epoca, capace di attrarre e gestire notevoli flussi di persone e attività.

L’arco di utilizzo dell’edificio è particolarmente esteso: dal tardo I secolo a.C. fino al VII secolo d.C., a testimonianza della continuità della sua funzione per secoli. La conservazione della struttura e il ritrovamento di iscrizioni e statue forniscono elementi preziosi per comprendere l’evoluzione politica della città e il suo rapporto con il potere romano. Come sostiene la stampa turca, gli scavi proseguiranno nei prossimi mesi con l’obiettivo di completare la mappatura dell’area e approfondire lo studio delle tecniche costruttive impiegate. La posizione strategica dell’aula e il suo rapporto con gli edifici circostanti potrebbero offrire nuove informazioni sulla distribuzione degli spazi pubblici nelle città romane e sulla loro evoluzione in epoca bizantina.


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