Giunta alla sua tredicesima edizione, Flashback per questo 2025 vede la partecipazione di trentasette gallerie, provenienti da diverse regioni italiane e, in alcuni casi, dall’estero, a testimonianza della capacità della fiera di mantenere una dimensione insieme locale e internazionale. Tra queste, sette hanno deciso di esporre in modo esplicito i prezzi delle opere presentate nei propri stand, una scelta che assume un significato preciso nel contesto attuale del mercato. In un ambiente fieristico dove la prassi di indicare i valori economici rimane tuttora minoritaria, la decisione di rendere pubbliche le cifre rappresenta un segnale di apertura e trasparenza, e finalmente si sta diffondendo in misura sempre maggiore: sono in aumento gli espositori che, non solo a Flashback, decidono di mostrare le richieste per i prezzi esposti. Per i visitatori, spesso curiosi di comprendere le dinamiche economiche che regolano la compravendita dell’arte e altrettanto spesso timorosi di rivolgere domande ai galleristi, questa pratica offre un punto di riferimento concreto e immediato. Per le gallerie, invece, può diventare un modo per avvicinare nuovi collezionisti, riducendo quella distanza percepita che talvolta separa l’appassionato dal potenziale acquirente.
La presenza di queste sette realtà (un numero non di poco conto: parliamo di quasi un quinto dei partecipanti) consente inoltre di leggere in modo più articolato le diverse strategie adottate nel panorama del mercato dell’arte in Italia: da chi intende sottolineare la dimensione di accessibilità del proprio lavoro, a chi preferisce mettere in evidenza il valore culturale e storico delle opere attraverso un prezzo dichiarato e trasparente. Nel contesto di Flashback, dove la fiera si definisce da sempre “l’arte è tutta contemporanea”, la scelta di alcune gallerie di rendere espliciti i prezzi diventa anche un gesto coerente con lo spirito di chiarezza e partecipazione che la manifestazione promuove. Ecco di seguito quali sono gli stand dove i visitatori hanno potuto vedere i prezzi di quasi tutta la merce esposta.
La storica libreria antiquaria torinese con sede in via Po torna a Flashback dopo alcuni anni di assenza e lo fa per celebrare il suo quarantesimo compleanno. Il Cartiglio, fondato nel 1985 da Roberto Cena, porta in fiera 40 incisioni di Albrecht Dürer per 40 anni e il suo stand, oltre a essere uno di quelli con i prezzi, è anche uno dei più interessanti perché offre una panoramica piuttosto varia sull’attività incisoria del genio tedesco. La scelta di Dürer è legata alle predilezioni di Roberto Cena, e in mostra ci sono splendidi bulini tratti dalle serie più celebri dell’artista di Norimberga, dalla Piccola passione alla Grande passione passando per l’Apocalisse. Il pezzo più costoso (24mila euro) è il Grande Carro Trionfale dell’Imperatore Massimiliano I, serie di otto xilografie impresse su carta vergellata, e quella in vendita è probabilmente una sesta edizione delle sette eseguite (è databile a dopo il 1589). Tra i pezzi più pregevoli figurano un Fidanzamento della Vergine (primo stato su tre, del 1504-1505) a 8.200 euro, i Tre geni alati (bulino, primo stato su due, 2.800 euro) e una splendida Madonna lactans del 1519 (bulino, stato unico, seconda variante su quattro) a 7.200 euro. I prezzi partono dai 2.600 euro. Ulteriore nota di merito: la galleria ha anche pubblicato il catalogo dell’intera mostra, con tutti i prezzi in chiaro. Complimenti!
La Galleria L’Incontro partecipa quest’anno a Flashback come CaputoColossi ed è tra le poche gallerie che hanno sempre proposto i loro lavori con i prezzi. La galleria bresciana si concentra sugli artisti del secondo Novecento, di cui sono esposte diverse opere recenti: tra i pezzi più interessanti un piccolo tappeto-natura di Piero Gilardi, Rose e prugne del 2002, che viene venduto a 6.500 euro, una grande serigrafia su alluminio di Joseph Kosuth (One+nine, a re-text #5 del 2003) con alle spalle anche una piccola storia espositiva (25mila euro) e un Fiore di Mario Ceroli in legno di pino di Russia verniciato, del 2010, archiviato, in vendita a 12mila euro.
Tra le gallerie che hanno da tempo preso la buona abitudine di esporre i prezzi figura l’olandese Floris van Wanroij, che non ha mai fatto mistero di voler sempre mostrare il costo delle opere al pubblico per una questione di trasparenza. Con sede a Dommelen, alle porte di Eindhoven, la galleria è specializzata in arte fiamminga antica. Tra i pezzi più pregiati di questa edizione si annoverano un paio di paesaggi con veduta di un villaggio e un castello di Jacob Grimmer, pittore anversano del Cinquecento autore di scene rurali che sono state fondamentali per far passare l’arte fiamminga del XVI secolo da un tipo di veduta fantastico a un genere più aderente al reale (la coppia viene venduta a 160mila euro), un’interessante natura morta con un cane, un gatto e un mazzo di asparagi dello Pseudo-Jan van Kessel II, autore attivo nell’Olanda meridionale o in Italia a fine Seicento (26.000 euro), una “italianata” del seicentesco Herman van Swanevelt (19.500 euro) e una bella Vanitas con libri e strumenti musicali di Vincent Laurenz van der Vinne il Vecchio (60mila euro).
Anche la Tower Gallery di Todi è tra le gallerie che sono sempre state molto trasparenti sui prezzi. Quest’anno, la galleria umbra porta una selezione di opere inedite di Giacomo Balla, tra cui un arazzo del 1918, un trittico installato su rete (Romanticismo moderno – Giardino del lago del 1939, di cui tuttavia non è esposto il prezzo) e un pappagallo in legno dipinto, unico esemplare noto di questo simpatico giocattolo futurista (già venduto durante la fiera). Sempre Tower Gallery espone inoltre un’intera parete dedicata a Elica Balla, figlia dell’artista: paesaggi, ritratti di gattini (inclusi i suoi), pappagallini, rami di mandorlo in fiore. I prezzi vanno dai 5-600 euro per le cose più piccole a pastello fino agli oltre 2.000 per i dipinti più impegnativi.
La galleria fiorentina porta una selezione di opere dal Cinque all’Ottocento, e allo stand di Roberto Ducci le cose più interessanti sono proprio quelle del XIX secolo: tra queste, la splendida Filastrocca nel bosco del 1902 di Edoardo Iurizza, pittore triestino dimenticato ma di grande talento, e poi una Nuda con pulcino del torinese Giacomo Grosso, uno dei tipici nudi dell’artista nato a Cambiano, e ancora la Schiava legata del napoletano Giuseppe Boschetto che ci porta nella cultura orientalista di fine Ottocento, quando in tutta Europa si erano diffusi questi dipinti a tema esotico pregni di forti accenti sensuali. Per questi dipinti siamo nell’ordine degli 11-15mila euro.
Uno dei capolavori di questa edizione di Flashback, la Musica sacra di Silvestro Lega, è in mostra allo stand della romana Galleria Riccardo Boni che quest’anno presenta diversi artisti che vanno dall’Ottocento a oggi. Il prezzo di questa importante opera di Lega non è esposto, ma per dare al lettore un’idea si può dire che passò in asta nel 2010 con stima 110-160mila euro. Sono invece esposti i prezzi di altre opere, per esempio una bella selezione di paesaggi a pastello di Alessandro Poma, in gran parte già venduti, segno dell’apprezzamento del pubblico torinese per le vedute alpine di questo importante paesaggista attivo nel primo scorcio di Novecento. Quelli ancora disponibili sono in vendita a 1.800 euro.
All’elenco dei virtuosi si aggiunge quest’anno anche Frascione Gallery che ospita, nel suo stand di Flashback, una selezione di artisti dal Seicento al primo Novecento di prim’ordine. Uno degli highlights è una bella Natura morta di frutti e fiori di Bernardo Strozzi (70mila euro), esposta nei pressi di una Jeune fille aux cheveux blondes di Federico Zandomeneghi (25mila euro) che condivide la parete con una bella e intensa Spiritualità di Thayaht (7mila euro) e una donna al bagno di suo fratello Ram (7mila euro), e poi ancora L’Atlantico del raro futurista Paolo Alcide Saladin (33mila euro) e uno squisito gruppo di piccoli ritratti su rame del XVII secolo, il più interessante dei quali è un Ritratto d’uomo attribuito a Giuseppe Vermiglio (18mila euro).
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